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Wed Jan 25 13:02:43 CET 2012


Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale
S.L.A.I. cobas
Con le strategie parallele della Fiat di Marchionne e del governo Monti il 
padronato punta alla sconfitta epocale (politica e non solo materiale) del 
movimento operaio e dei lavoratori in generale.
SCIOPERO GENERALE E MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 27 GENNAIO 2012
Forte dell'appoggio trasversale dell'intero sistema politico, istituzionale 
e confederale, dai governi Prodi e D'Alema prima, poi di Berlusconi ed oggi 
di Monti, da anni il fronte padronale sta progressivamente realizzando la 
"strategia dell'EUR", varata nel 1977 dalla CGIL, secondo cui <la 
democrazia, i diritti dei lavoratori e quelli sociali diventano variabile 
dipendente e flessibile delle esigenze d'impresa>.
Agli accordi Fiat di Pomigliano e Mirafiori è seguito l'accordo del 28 
giugno 2011 di CGIL-CISL-UIL con Confindustria che ha gravemente 
controriformato la democrazia e la rappresentanza sindacale, affossato i 
contratti nazionali e legittimato la contrattazione aziendale in pejus, 
derogato l'insieme dei diritti soggettivi e collettivi dei lavoratori e 
aggirato l'art. 18 dello Statuto con la liberalizzazione 'contrattuale' (per 
accordo sindacale) dei licenziamenti. Ciò ha fatto da apripista all'ultima 
manovra economica del governo Berlusconi che ne ha recepito in legge i 
contenuti inserendovi inoltre le richieste di retroattività di 
Fiat/Confindustria nel tentativo di sanare giuridicamente gli accordi di 
Pomigliano e Mirafiori ed impedire i ricorsi legali dei lavoratori. Le 
stesse cose che sta attuando Marchionne nelle aziende del gruppo Fiat e dell'indotto 
oggi Monti (uomo della Fiat oltre che delle banche e della speculazione 
finanziaria) si prepara ad estendere, con le liberalizzazioni, in ogni posto 
di lavoro sia pubblico che privato: dopo le new CO in Fiat già tocca alle 
ferrovie mentre nel 'documento comune' del 17 gennaio 2012 delle segreterie 
nazionali di CGIL-CISL-UIL inviato al governo per la 'riforma del mercato 
del lavoro' si legge che "a partire dalle numerose crisi aziendali e 
settoriali i nuovi investimenti per rilanciare lo sviluppo saranno definiti 
sulla base dell'accordo del 28 giugno 2011".
Lo schema "anticrisi" di Monti è stato prima sperimentato nella Fiat di 
Marchionne. Sospensione consociata della democrazia: a Pomigliano Fiom - che 
oggi fa finta di strapparsi i capelli sulla democrazia - Fim-Uilm-Fismic e 
Ugl bloccano da 2 anni e mezzo le elezioni delle RSU ormai decadute dal 
giugno 2009, mentre dal Pd al PdL tutti bloccano il voto politico; ricatto: 
Marchionne dice "o accettate le mie condizioni o chiudo", Monti gli fa eco: 
"o accettate le mie manovre o fallisce l'Italia". Marchionne porta allo 
sfascio gli stabilimenti e l'occupazione e delocalizza la produzione, Monti 
porta il disastro sociale di classe in Italia (stile Grecia) sottraendo 
salario, diritti e servizi ai lavoratori per trasferirli al capitale, alle 
banche ed alla speculazione finanziaria.
Altra 'forte leva' del piano Marchionne e del governo Monti è data dalla 
rappresentanza sindacale consegnata per legge al riconoscimento datoriale 
con la firma dei contratti-bidone. Ciò si è realizzato con la beffa 
referendaria che nel 1995 portò alla disastrosa approvazione dell'abrogazione 
parziale dell'art. 19 dello Statuto dei Lavoratori organizzata dai 
cosiddetti "ambienti Fiom di sinistra" (oggi a nozze con qualche sindacato 
di base) e dall'intera e collegata "sinistra" parlamentare e non che, con la 
raccolta di firme sul quesito-truffa per l'abrogazione parziale si 
contrapposero all'abrogazione secca di tutto l'art. 19 (quest'ultimo quesito 
promosso da Slai cobas ed altri sindacati di base).
Restano molteplici - e ancora persistono - le responsabilità di quanti, a 
"sinistra" e in questi anni, hanno portato alla sfascio il movimento operaio 
e quello dei lavoratori in generale. Ciononostante è oggi matura la 
convinzione della contestuale necessità ed urgenza della costruzione di 
idonei strumenti di alterità di classe sia sindacali che politici: e' questo 
il senso della potenzialità strategica (e non numerica) dello sciopero del 
27 gennaio! Non certo quello di chi ancora si illude di rafforzarsi come 
organizzazione perseguendo di soppiatto "collaterali spazi politici" 
ripercorrenti vecchie e fuorvianti logiche politiciste.
SLAI COBAS - COORDINAMENTO NAZIONALE 



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