[Redditolavoro] Amianto nella centrale Enel -nove morti e trenta ammalati
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Thu Jan 19 17:32:33 CET 2012
Amianto nella centrale Enel
nove morti e trenta ammalati
A Turbigo indagati sette ex dirigenti della centrale termoelettrica 26 anni
dopo il primo
esposto. Per la prima volta sono sotto inchiesta manager pubblici, non di
aziende privatedi DAVIDE CARLUCCI
La centrale Enel di Turbigo
Il primo esposto risale al 1986. E adesso, a distanza di ventisei anni, la
procura di Milano iscrive nel registro degli indagati sette ex dirigenti
della centrale termoelettrica di Turbigo per omicidio e lesioni colpose, con
l´aggravante della violazione delle normative sulla sicurezza. Per la prima
volta in Italia a rispondere dei reati sono ex funzionari pubblici e non
manager privati che hanno consentito che i loro dipendenti lavorassero a
contatto con l´amianto. Finora le vittime accertate dal pm Maurizio
Ascione - che, con la supervisione e il coordinamento del procuratore
aggiunto Nicola Cerrato, ha riaperto le indagini - sono quaranta, nove dei
quali già morti. Ma il numero potrebbe salire e tra gli ex operai si parla
già di quindici decessi.
«Quando sostenevamo questo pericolo venivamo ridicolizzati - ricorda Emidio
Pampaluna, un tempo sindacalista nella centrale - non si riusciva a credere
che un ente pubblico sottovalutasse il pericolo dell´amianto, lasciando che
i lavoratori corressero questo pericolo. Ci furono addirittura delle
riunioni nelle quali ci fu raccomandato di non usare la parola amianto nelle
bolle di lavoro, preferendo espressioni meno allarmanti come 'coibente' o
'calciosilicato'». Comunque la si chiamasse, la sostanza killer era presente
in quantità massicce nei tubi, nei serbatoi e nelle coperture dei
macchinari. «Bastava guardare per aria e vedere tutta quella polvere che
volava. E tossivamo come matti...», ricorda Pampaluna.
I primi accertamenti interni risalgono
al 1979. «Scoprimmo che eravamo esposti a molte sostanze cancerogene». Oltre
all´asbesto, Pcb, idrizina, cromo, nichel, idrocarburi policlici. Il caso fu
approfondito da specialisti come Paolo Crosignani e per evitare che le
indagini fossero cestinate i lavoratori andarono con l´avvocato Luigi
Michele Mariani a intervistare i colleghi agonizzanti in ospedale. Solo ora,
però, la ricerca di una verità giudiziaria è sfociata in un´indagine penale
nella quale sono indicati dei possibili responsabili con nome e cognome. La
vicenda di Turbigo si aggiunge ai casi della Pirelli di viale Sarca a
Milano - in parte già a processo - e dell´ex Alfa Romeo di Arese e della
Ansaldo a Legnano. Per entrambe le aziende sono aperti due fascicoli a
carico di ignoti, di cui sono titolari i pm Ascione e Cerrato
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