[Redditolavoro] DOSSIER GRILLO

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Mon Jan 9 14:07:22 CET 2012


 GRILLO SI SCOPRE A FIANCO DEGLI EVASORI

(7 Gennaio 2012)

Beppe Grillo ha sentito il bisogno di dichiarare di fatto la propria
solidarietà agli evasori di Cortina. “ D'ora in poi dovremo andare in
vacanza a Cortina col commercialista, al posto dell'amante..” protesta
Beppe sul proprio Blog. Sollevando per la prima volta una sacrosanta
rivolta di tanta parte dei suoi lettori e fans.

Ciò che sta emergendo è il vero volto del Grillo pensiero. Quello di un
ricco borghese che di fronte alla crisi sociale del capitalismo reagisce
col riflesso condizionato del suo mondo: solidarizza col governo dei
banchieri quando torchia gli operai e taglia i servizi (“ Monti deve
mettere a posto i conti”), ma protesta sdegnato se gli chiedono lo
scontrino o rovistano nei suoi conti fiscali. Immagino che a Cortina- che
Grillo frequenta-  sia questo in effetti il senso comune di tanti
spensierati vacanzieri ( uomini di impresa, giocatori di borsa, pirati
della finanza..) in naturale sodalizio di usi e costumi con i ricchi
commercianti e albergatori del luogo . Ma non è affatto il senso comune di
tanti lavoratori, giovani precari, pensionati, disoccupati colpiti dalla
crisi, che a Cortina non possono andare ( o che a Cortina vivono da
sfruttati) e che avevano cercato nel grillismo un riferimento alternativo.

Grillo e qualche suo devoto militante può anche consolarsi insultandoci sul
suo Blog con un linguaggio volgare e “anticomunista” degno di un Cicchitto
qualunque. Ma non può cancellare la verità che sta emergendo. Che è assai
più robusta degli  insulti. E che aprirà gli occhi a tanti giovani in gamba
che frequentano il suo movimento.


*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
*

*Segue un approfondimento del compagno Marco Ferrando*
I CONTI DEL GRILLO, L'EVASIONE FISCALE, E.. “LA REPUBBLICA DEI SOVIET”

(6 Gennaio 2012)

Documento

*I CONTI DEL GRILLO, L'EVASIONE FISCALE, E.. “LA REPUBBLICA DEI SOVIET”
  *

Dopo aver aperto al governo Monti, avergli chiesto un incontro, aver lodato
il suo esordio, avergli domandato il “dialogo” con i movimenti ( si
ascoltino le registrazioni che sbugiardano le “smentite”), Beppe Grillo si
è scoperto per un attimo  oppositore del governo. “Siamo a un passo dalla
Repubblica dei soviet!” ha gridato sdegnato sul suo blog ( 20 Dicembre).
Qual'è la ragione  dello scandalo? Il fatto che il governo dei banchieri
abbia annunciato il controllo fiscale sui conti correnti. “Non sopporto che
i miei conti di persona onesta che paga il fisco siano a disposizione di
centinaia di funzionari. E' un'intollerabile violazione della privacy”
dichiara Grillo. E poi” I grandi evasori non ricorrono mica ai conti
correnti bancari”.

*GRILLO: UNA CONCEZIONE SINGOLARE DELLA PRIVACY *

Naturalmente è vero- come poi diremo- che la grande evasione ricorre ad
altri metodi e canali. E tuttavia colpisce che lo sdegno di Grillo per le
misure fiscali di Monti, non si indirizzi contro l'imposizione della IMU
sull'abitazione su cui si paga il mutuo, contro l'aumento dell'IVA, della
benzina, di tutte le tariffe pubbliche e bollette, contro le nuove
addizionali IRPEF, contro il fatto che i lavoratori dipendenti e i
pensionati si vedono colpiti persino sul terreno fiscale dopo aver retto
sulle proprie spalle negli ultimi trentanni l'aumento del 13% delle tasse,
a fronte dell'evasione sempre più larga delle classi proprietarie (e
persino della loro detassazione). No. Grillo si indigna per la possibile
violazione della propria privacy di contocorrentista. E' interessante.
Quando si trattava di intercettazioni Grillo gridava ”intercettatemi pure”:
la privacy poteva essere violata indiscriminatamente. Ma quando si tratta
di conti correnti il principio della privacy torna granitico. Come dire
che, secondo Grillo, lo Stato ha diritto a controllare persino la vita
affettiva e personale di un cittadino(!), ma non la sua regolarità di
contribuente. Concezione singolare, ma non casuale: riflette la classica
visione del mondo di un piccolo borghese arricchito che s'infuria non
quando lo Stato torchia i lavoratori dipendenti, vere bestie da soma del
carico fiscale, ma quando minaccia di mettere il naso nella sua “libertà”
di potenziale evasore. Lì scatta la reazione irrefrenabile contro..”la
Repubblica dei Soviet”. Lì persino Mario Monti, uomo delle banche, diventa
lo spettro.. di Vladimir Lenin, senza alcun timore del ridicolo:
soprattutto quando il piccolo borghese esercita il mestiere di comico.
  *
IL GOVERNO DEI BANCHIERI NON PUO COMBATTERE UN'EVASIONE GARANTITA DALLE
BANCHE *

La nostra visione delle cose è esattamente opposta a quella di Grillo.
Perchè opposta è la ragione sociale e di classe da cui muove. Non
critichiamo il governo dei banchieri perchè “annuncia” a parole la lotta
all'evasione. Ma perchè si limita appunto alle parole o a iniziative
pubblicitarie( Cortina). Perchè usa quelle parole e iniziative come
specchio per allodole per far digerire ai lavoratori nuovi sacrifici (
incluse altre tasse ). Perchè accetta di fatto l'evasione di massa degli
stessi redditi delle classi proprietarie ( meno dell'1% dichiara più di
100.000 euro l'anno).  Perchè un governo che garantisce l'evasione legale
delle grandi ricchezze, rifiutando di imporre ogni reale patrimoniale, non
ha alcuna credibilità quando minaccia l'evasione illegale. Perchè
l'apparato dello Stato, su cui ogni governo borghese si appoggia, è
strutturalmente incapace di combattere l'evasione, esposto com'è alla
endemica corruzione, imprigionato nella sua burocrazia, spesso oltretutto
paralizzato dai suoi stessi tagli di spesa a risorse e strumenti di
controllo tributario ( tra il 2006 e il 2011 il 2000% di controlli fiscali
in meno). Perchè il grosso di quel poco di evasione che accerta non riesce
a riscuoterlo ( v. “I soldi  rubati” di Nunzia Penelope”). Perchè
 oltretutto quel pochissimo che riscuote dagli evasori scovati ( appena 10
miliardi nel 2011 a fronte di 150 miliardi evasi) lo investe non a favore
dei lavoratori ma per ridurre l'IRAP alle grandi imprese, per ridurre
l'IRES ai capitalisti, per offrire garanzia statale alle banche e pagare
gli interessi sul debito pubblico ai banchieri: a quei banchieri che sono i
principali garanti dell'evasione fiscale del capitale , ma a cui Monti
vorrebbe assegnare, guarda caso, poteri primari in fatto di di
contrasto..all'evasione ( “Siano le banche a informare l'Agenzia delle
Entrate sui movimenti di conto..” recita il Decreto Salva Italia).

Qui sta il vero scandalo. Non semplicemente nelle numerose vessazioni
inquisitorie e brutali di Equitalia contro lavoratori, artigiani, piccoli
commercianti indebitati con le banche e condannati dalla crisi alla rovina.
Ma nel fatto che queste vessazioni intollerabili siano compiute come
esattori di uno Stato garante delle banche; di quelle banche che sono
custodi di tutti i traffici, marchingegni, truffe, raggiri  della grande
fuga capitalistica dal fisco: bancarotte tributarie, trader princing,
società fantasma, paradisi offshore, fondi neri e via discorrendo. Di
quelle banche che sono, tanto più in periodo di crisi, il cappio al collo
di milioni di contribuenti onesti.

*LO STATO BORGHESE HA FALLITO CONTRO L'EVASIONE FISCALE *

Questo Stato ha irreversibilmente fallito contro l'evasione. Gli stessi
dati forniti dalla stampa borghese sono inequivocabili. Negli ultimi 20
anni di propaganda anti evasione, di annunci storici “risolutivi”contro gli
evasori, di infinite chiacchiere elettorali contro “chi ruba a tutti noi”,
l'evasione fiscale è semplicemente.. quintuplicata. Lo dice testualmente la
Corte dei Conti, e la stima è forse sbagliata per difetto. L'espansione
dell'evasione è talmente grande che lo Stato non riesce neppure a stimarla
in cifre definite. Lo sviluppo del capitale finanziario, la sua espansione
mondiale dopo l'89, la diffusione delle nuove tecnologie informatiche, la
precarizzazione dilagante del lavoro, l'intreccio sempre più vasto tra
capitale ”legale” e criminale, hanno rappresentato nel loro insieme un
volano moltiplicatore inarrestabile dell'evasione dei ricchi. Così è in
tutto il mondo capitalistico, e persino in Germania ( dove l'evasione
accertata è salita nel 2011 a 50 miliardi). Così è sicuramente in Italia.
Per tranquillizzare Beppe Grillo, gli ricordiamo che il “terribile” sistema
tecnologico Serpico contro cui ha inveito non è un invenzione di Monti. Fu
istituito dal primo governo Prodi nel 97, naturalmente nel nome della
“svolta antievasione”. I suoi risultati? Nulli. Altro che  difesa della
privacy dei conti correnti dallo Stato.. bolscevico!

*SOLO MISURE RIVOLUZIONARIE POSSONO STRONCARE L'EVASIONE DEI CAPITALISTI *

La verità è che la stroncatura alla radice dell'evasione fiscale-
all'opposto di quanto pensa Grillo- richiede esattamente misure
anticapitaliste e rivoluzionarie. Attribuzione del reato penale per lo
sfruttamento del lavoro nero e regolarizzazione di tutti i lavoratori,
combinate con la ripartizione del lavoro tra tutti e un grande piano di
nuovo lavoro per opere sociali; controllo capillare, operaio e popolare,
del territorio per scovare ogni forma di evasione fiscale e contributiva da
parte di aziende e speculatori, ad ogni livello ( dalle aziende fantasma
alle milioni di case sfitte neppure registrate); nazionalizzazione senza
indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori di tutte le aziende che
evadono fisco e contributi;  abolizione del segreto commerciale, apertura
dei libri contabili delle aziende,  controllo operaio e popolare sui conti
aziendali; nazionalizzazione delle banche( senza indennizzo per i grandi
azionisti e con la piena tutela dei piccoli risparmiatori) e loro
unificazione in un unica banca pubblica, sotto controllo sociale. Guerra
internazionale ai paradisi fiscali, a partire dall'esproprio d'autorità
delle banche situate a San Marino, dello IOR vaticano, delle centinaia di
filiali in Italia delle banche offshore, tutte grandi lavanderie di denaro
sporco esentasse.

Sono queste le prime vere misure da prendere contro l'evasione. La loro
incisività sta nel fatto che colpiscono al cuore il potere delle banche e
che ricorrono alla mobilitazione e alla forza dei lavoratori e del popolo:
uno strumento infinitamente più efficace, più rapido,più economico,più
onesto della somma di Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, ed
Equitalia ( con le loro infinite lunghezze burocratiche e il loro carico
inseparabile di corruzione e stipendi d'oro). Certo: le classi dirigenti
inorridite griderebbero allo “Stato di Polizia”. Ma uno “Stato di
polizia”della classe lavoratrice contro banchieri e capitalisti libererebbe
milioni di persone dall'usura delle banche, dalla criminalità fiscale del
capitale, dalle vessazioni del SUO Stato. E sarebbe dunque un fatto di
libertà e di democrazia, oggi negata.

Resta il fatto che senza queste misure, l'evasione fiscale non sarà mai
domata. E queste misure, a loro volta, possono essere realizzate solamente
da un governo dei lavoratori. Da un governo che si basi unicamente sulla
autorganizzazione democratica delle masse. Da un governo che rompa con le
vecchie classi dominanti e lavori a costruire un altro ordine sociale: in
cui a comandare non sia più una piccola cricca di industriali e banchieri,
ma il mondo del lavoro e la maggioranza della società. In cui l'intera
economia sia riorganizzata in funzione dei bisogni sociali e non del
profitto.

*LENIN E GRILLO *

Non a caso fu proprio la Repubblica dei Soviet a realizzare  concretamente
quelle misure dopo la rivoluzione d'Ottobre , colpendo alla radice evasione
e corruzione della vecchia Russia borghese, e radendole al suolo. Ai
capitalisti e banchieri che si ribellarono, alla loro stampa inorridita,
e.. ai Beppe Grillo dell'epoca che invocavano la propria privacy, Lenin
rispose anticipatamente con parole molto semplici:

” Quando un banchiere pubblica le entrate e le spese di un operaio, i dati
sul salario e la produttività del suo lavoro, nessuno pensa di vedervi
l'intromissione nella vita privata dell'operaio o una delazione.. E se
accadesse l'inverso?  Se gli operai e gli impiegati controllassero le spese
dei capitalisti e pubblicassero i loro conti e i loro dati? Quali grida
selvagge contro lo spionaggio e la delazione!.. Quando i capitalisti
controllano gli operai, si considera tutto naturale. Ma quando gli oppressi
vogliono controllare gli oppressori, svelarne le entrate e le uscite, oh
no, la borghesia non tollera lo spionaggio.. La questione si riduce sempre
a questa: il dominio della borghesia è incompatibile con una democrazia
vera. E nel XX secolo una democrazia vera è impossibile se si ha paura di
marciare verso il socialismo” ( Lenin, la Catastrofe imminente e come
lottare contro di essa”- Settembre 1917).
Questa verità è, se possibile, ancor più attuale nel nuovo secolo che si è
aperto. Grillo permettendo, naturalmente...


MARCO FERRANDO

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