[Redditolavoro] fiat sata vittoria dei tre licenziati..reintegrati !

procomta ro.red at libero.it
Thu Feb 23 21:05:37 CET 2012


certo ora la fiat non ci vuole stare
è questa una ragione in più per valutare importante questa battaglia vinta
con marco, antonio e giovanni fino in fondo
il fascismo padronale fiat sarà fermato

proletari comunisti -PCmItalia
24 febbraio 2012

Melfi, accolto ricorso reintegrati lavoratori stabilimento Fiat


Potenza, accogliendo il ricorso della Fiom, ha ordinato alla Fiat di 
reintegrare nello stabilimento di Melfi (Potenza) i tre operai (due dei 
quali delegati proprio della Fiom) licenziamenti nell'estate del 2010 con l'accusa 
di aver bloccato un carrello durante uno sciopero interno.

La sentenza della Corte d'Appello ha «effetto immediato». Lo ha spiegato uno 
degli avvocati del sindacato, Lina Grosso, annunciando che «già domani 
invieremo richiesta per l'adempimento all'azienda», affinchè i tre operai 
«tornino immediatamente al loro posto di lavoro».

Un mese dopo il licenziamento dei tre operai, il giudice del lavoro giudicò 
antisindacale il comportamento dell'azienda e ordinò il loro reintegro. Il 
14 luglio 2011, però, la sentenza fu ribaltata: un altro giudice accolse il 
ricorso della Fiat e i tre operai - Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e 
Marco Pignatelli - furono licenziati. Oggi, subito dopo la sentenza, il 
legale della Fiom, Franco Focareta, ha detto che il verdetto "conferma 
l'antisindacalità del comportamento della Fiat".

«Vogliamo solo tornare a lavorare». Così i tre operai della Fiat di Melfi 
licenziati hanno accolto la decisione della Corte d'Appello di Potenza che 
obbliga l'azienda al reintegro. Barozzino, Lamorte e Pignatelli hanno 
assistito alla lettura della sentenza e subito dopo si sono commossi: fuori 
dall'aula, sono stati accolti da un applauso dei loro colleghi. «Vogliamo 
solo tornare a lavorare», hanno detto i tre, fra una telefonata e l'altra a 
parenti e amici. "Non abbiamo mai voluto le prime pagine dei giornali e, 
sinceramente, ne avremmo fatto a meno. ora vogliamo solo ritornare alla 
normalità, al nostro posto di lavoro, ad essere gli uomini comuni che 
eravamo un anno e mezzo fa": lo ha detto Giovanni Barozzino, uno dei tre 
operai.

Barozzino, che ha anche scritto un libro sulla vicenda, ha parlato assieme 
ad Antonio Lamorte e Marco Pignatelli: sono i tre operai licenziati nel 
2010. "Non ci siamo mai pentiti per quello che è successo", ha aggiunto 
Pignatelli: "però - ha continuato - non abbiamo mai smesso di avere fiducia 
nella magistratura". "Per me - ha concluso Lamorte - è stato un ritorno alla 
dittatura, perchè sono stato licenziato mentre esercitavo il mio diritto di 
sciopero".

LA NOTA DELLA FIOM - "Visto l'uso strumentale e la denigrazione a mezzo 
stampa avanzata in questi mesi verso i tre lavoratori iscritti e delegati 
della Fiom, valuteremo insieme a loro se richiedere i danni morali» alla 
Fiat. Lo afferma il segretario generale della Fiom-Cgil in una nota dove si 
esprime «soddisfazione» per la sentenza della Corte di Appello di Potenza 
che ha condannato la casa automobilistica per comportamento antisindacale 
ordinando il reintegro di tre operai.

Il licenziamento dei tre lavoratori di Melfi del luglio 2010 è stato, 
ricorda Landini, «il primo gravissimo attacco al diritto di sciopero, alla 
dignità e alle libertà di chi lavora condotto nell'ambito del nuovo modello 
Marchionne»

La sentenza di Potenza soddisfa la Fiom «soprattutto - sottolinea Landini - 
alla luce dei gravi atti di discriminazione contro i nostri iscritti e i 
nostri delegati che si stanno verificando in tutti gli stabilimenti del 
Gruppo».

«A Melfi è stata fatta giustizia: non c'erano sabotatori, non esisteva una 
fabbrica ingovernabile, crolla il teorema Fiat che è stato utilizzato per 
imporre a tutti i dipendenti un contratto alternativo a quello nazionale». 
Così Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, commenta la decisione 
della Corte d'Appello di Potenza che obbliga l'azienda al reintegro dei tre 
operai.

«In molti - aggiunge - dovrebbero riflettere e trarne le conseguenze. Credo 
che bisognerà verificare gli eventuali danni morali per i lavoratori che 
hanno subito questa ingiustizia».



More information about the Redditolavoro mailing list