[Redditolavoro] 1 marzo - aderiamo
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Mon Feb 20 08:20:27 CET 2012
lo slai cobas per il sindacato di classe aderisce alle manifestazioni del 1
marzo
Un giorno senza di noi, senza operai, braccianti, infermieri, muratori,
imprenditori, colf e badanti. È lo sciopero degli immigrati. Riparte il
passaparola su internet: il terzo appuntamento è fissato per il prossimo
primo marzo. "Nel 2010 e 2011 - si legge nell'appello del comitato promotore
1 - in decine di città italiane lavoratori migranti e italiani hanno
scioperato assieme contro la legge Bossi-Fini. La data del primo marzo è
diventata così un punto di riferimento importante e anche quest'anno
vogliamo che sia un giorno di mobilitazione".
Gli "scioperi" del 2010 e 2011. Più che di sciopero si dovrebbe parlare di
"mobilitazione". Le esperienze dei due anni passati ne sono la riprova:
salvo parziali astensioni dal lavoro in alcune fabbriche del Centro-Nord
(soprattutto in Emilia-Romagna), lo sciopero, in senso tecnico, degli
immigrati non ha funzionato. Perché? Tanti i motivi: primo, i sindacati non
hanno voluto, né potuto, indire uno sciopero su base etnica; secondo, i
lavoratori stranieri sono facilmente ricattabili dai datori di lavoro
(difficile pensare allo sciopero di un bracciante) e lavorano in molti casi
in nero; terzo, gli immigrati sono spesso divisi e non un corpo omogeneo
capace di muoversi compatto. Ma l'iniziativa (soprattutto nel 2010) non è
stata un flop: decine di manifestazioni locali e buona visibilità mediatica
della protesta. E ora il tam tam
sulla rete riparte.
Dopo i fatti di Firenze. "La mobilitazione - scrivono i promotori del Primo
marzo - questo anno è ancora più importante dopo l'uccisione a Firenze di
Samb Modou e Diop Mor. È ora di fare chiarezza e dire che il razzismo non è
solo un fenomeno culturale, ma si appoggia su leggi e provvedimenti
amministrativi che considerano i migranti come braccia da sfruttare o nemici
da combattere. È così nel contratto di soggiorno per lavoro e nella
presenza dei Cie. È stato così nella sanatoria truffa del 2009 e nella
logica dei flussi. È così per i figli dei migranti che, compiuti 18 anni,
devono sottostare alle impossibili regole di un permesso di soggiorno per
studio, o diventare subito braccia da sfruttare con un permesso per lavoro".
Le richieste. Diverse le richieste con le quali il primo marzo si scenderà
in piazza: "Per l'abrogazione della legge Bossi-Fini, la cancellazione del
contratto di soggiorno per lavoro e la chiusura di tutti i Cie in Italia e
in Europa; per la cittadinanza immediata ai bambini nati in Italia; per dire
no al permesso a punti e a nuove tasse sul rinnovo del permesso di
soggiorno; per una regolarizzazione generale di chi non ha un permesso di
soggiorno".
(15 febbraio 2012)
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