[Redditolavoro] SITUAZIONE RIVOLUZIONARIA IN GRECIA

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Mon Feb 13 14:38:44 CET 2012


*I NOSTRI COMPAGNI DELL'EEK IN PRIMA FILA NEGLI SCONTRI DI MASSA
IL KKE STALINISTA STA A GUARDARE IN DISPARTE *

In Grecia si concentrano tutti i sintomi classici di una situazione
obiettivamente rivoluzionaria.

1)Le classi dominanti non possono più governare come prima, coi  vecchi
schemi politici tradizionali ( alternanza tra Nuova Democrazia e Pasok):
sono state costrette a ricorrere ad un governo d'emergenza di salute
pubblica per cercare di imporre alle masse la ricetta massacrante della BCE
. Ma oggi lo stesso governo d'emergenza è scosso da ripetute defezioni e
contraddizioni ( abbandono di ministri, riduzione della sua base
parlamentare, uscita dell'estrema destra del Laos). Non siamo alla
disgregazione dell'esecutivo, che probabilmente terrà. Ma le nuove crepe
scuotono una stabilità istituzionale che sembrava scontata e aprono varchi
alla reazione popolare. Le prime contraddizioni apertesi nei corpi di
polizia – dove un sindacato di categoria ha invocato l'”arresto della
Troika”- indicano la profondità della crisi dello Stato greco.

2)Le classi dominate non possono più vivere come prima, sotto il peso di
misure finanziarie insostenibili e di una disperazione sociale dilagante
.Il movimento operaio e popolare, dopo varie oscillazioni, riprende la
propria ascesa, come dimostra la riuscita plebiscitaria dello sciopero
generale del 10/11/2, sia nel settore pubblico che nel settore privato.
 Questa ascesa si carica, a sua volta, di una nuova radicalità di massa:
gli scontri con la polizia davanti al Parlamento nella giornata di ieri non
hanno impegnato, come a volte in passato, settori limitati e marginali, ma
hanno coinvolto una massa grande  di lavoratori, giovani, pensionati, che
rivendicavano il proprio diritto ad occupare il Parlamento. Dentro la più
grande manifestazione popolare che la Grecia abbia conosciuto dalla caduta
della dittatura dei Colonnelli.

3)Le classi medie delle città e della campagna, impoverite dalla crisi,
mostrano segni di crescente inquietudine e disagio. Lo sciopero generale ha
visto, come mai in precedenza, la partecipazione di numerose categorie
professionali del commercio, dell'artigianato, come dell'intellettualità e
della cultura. Ciò riduce la base del consenso sociale del governo in un
momento cruciale. E contribuisce a spostare i rapporti di forza a favore
dei lavoratori.

Ma questa situazione non durerà a lungo. O sfocerà in una dinamica aperta
di rivoluzione, con l'assalto al palazzo del governo e del Parlamento,
sviluppando sino in fondo le potenzialità della giornata di ieri. O finirà
col ripiegare nella rassegnazione e nell'abbandono, dopo un esaurimento
infruttuoso di tante energie popolari. Questo è il bivio.

Proprio per questo diventa decisivo, come sempre, il fattore soggettivo: la
direzione politica e sindacale del movimento operaio e popolare.
E qui vengono i problemi.
Nessuno degli stati maggiori del movimento operaio greco si pone sul
terreno della rivoluzione. Tutti gli stati maggiori del movimento si
pongono CONTRO la rivoluzione greca.

Le direzioni delle principali Confederazioni del settore pubblico e
privato, di derivazione Pasok, e il sindacato controllato dal KKE
stalinista ( Pame) hanno respinto la parola d'ordine dello “sciopero
generale prolungato” sino al resa del governo, avanzata dai nostri compagni
 ( EEK), a favore di scioperi generali intermittenti: nei fatti hanno
lavorato e lavorano in una logica di pressione sul governo, non di
rovesciamento del governo. I ripetuti scioperi generali degli ultimi anni
hanno sicuramente raccolto e rappresentato la rabbia dei lavoratori: ma non
l'hanno trasformata  nella forza, leva risolutiva dello scontro ( col
rischio alla lunga di esaurire e disperdere energie preziose , senza
frutto).

Sul piano politico gioca un ruolo disastroso e controrivoluzionario il KKE
stalinista. Non ingannino i suoi striscioni di propaganda affissi
sull'Acropoli o le sue parole d'ordine apparentemente radicali “contro i
capitalisti e i banchieri”. Un conto è l' evocazione dell'immagine, un
conto è l'azione concreta nella lotta di classe. Il KKE agisce contro la
rivoluzione. Non solo si oppone alla sciopero prolungato, ma divide
abitualmente il fronte degli scioperi e delle manifestazioni di massa,
organizzando sistematicamente “proprie” iniziative separate. Non solo si
sottrae ad ogni scontro di massa con l'apparato dello stato, ma è giunto a
difendere con propri servizi d'ordine i palazzi del Parlamento contro la
gioventù ribelle (  sempre calunniata come massa di “agenti provocatori”) e
contro la rabbia popolare.  Ieri, nella più grande battaglia di massa tra
popolo e Stato degli ultimi 40 anni in Grecia, il KKE si è tenuto
religiosamente lontano dagli scontri come osservatore distaccato:
sottraendo alla forza d'urto della piazza energie potenzialmente decisive (
Salvo appendere il solito striscione ad uso telecamere in cui invita a
 insorgere...gli altri popoli d'Europa).

La nostra organizzazione del EEK- che ha raddoppiato i propri militanti
negli ultimi due anni tra i lavoratori e i giovani – è l'unico partito che
in Grecia si pone sul terreno della rivoluzione. L'unico che rivendica lo
sciopero ad oltranza, pone la necessità dell'autorganizzazione democratica
dei lavoratori e del popolo, indica il governo dei lavoratori quale unica
reale alternativa. E soprattutto l'unico che agisce in questa direzione.
Non a caso ieri, mentre il KKE guardava da lontano col binocolo, i nostri
compagni erano in prima fila nella battaglia di strada e di piazza, al
fianco di migliaia di giovani combattenti, con la parola d'ordine
dell'assalto al Parlamento e del potere operaio. Certo, EEK è ancora
lontano dal disporre della  forza sufficiente per dirigere il movimento di
massa. Ma è l'unico partito che la rabbia popolare oggi merita. L'unico su
cui può contare il futuro della rivoluzione greca e la giovane generazione
di Piazza Syntagma.

Per questo,il PCL saluta con orgoglio i propri compagni greci. E farà del
loro esempio una leva di costruzione del partito della rivoluzione in
Italia.

Marco Ferrando

portavoce nazionale del

*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI*

http://www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it

SEZ. PROV. DI BOLOGNA

http://sites.google.com/site/pclbologna  -  pcl.bologna a virgilio.it
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