[Redditolavoro] Appello per la Pace e i diritti in Kurdistan
Alessio Di Florio
eskimoantimperialista at gmail.com
Tue Feb 7 11:27:51 CET 2012
Facciamolo girare il più possibile. Nelle prossime settimane ci saranno
colloqui ad altissimo livello tra Italia e Turchia per rinsaldare le
relazioni (è di pochi giorni fa la visita in Turchia del Ministro degli
esteri italiano Terzi e in previsione vi sono colloqui fra il Presidente del
Consiglio italiano Monti e il suo omologo turco Erdogan). E' quindi
un'occasione preziosissima per chiedere la fine della repressione e il
rispetto dei diritti del popolo kurdo. alessio
PACE E DIRITTI NELLA REGIONE KURDA
Una primavera dei popoli ai confini dell’Europa: questo è lo scenario a cui
assistiamo negli ultimi mesi. La regione mediterranea ed il Medio Oriente
sono attraversati da un vento di libertà, e cercano strade democratiche e
pacifiche di rinnovamento.
La discussione alle Nazioni Unite sul riconoscimento dello stato palestinese
costituisce una importante occasione per riflettere sulla ricerca di
soluzioni pacifiche ai conflitti in corso in quell’area.
Una grande questione però rischia di essere dimenticata dalla opinione
pubblica europea e cancellata dall’agenda politica internazionale: quella
relativa al riconoscimento dei diritti del popolo kurdo, ovvero di quaranta
milioni di persone che vivono tra l’Anatolia e la Mesopotamia, nei confini
di quattro stati differenti (Turchia, Iran, Iraq e Siria).
Eppure, nonostante il grande successo ottenuto dagli esponenti del movimento
curdo alle elezioni del Parlamento turco del giugno scorso, permangono in
Turchia - paese in cui vivono circa venti milioni di kurdi - lo stato di
detenzione ed i processi nei confronti di centinaia di esponenti politici ed
amministratori locali curdi, e la sistematica negazione delle istanze di
riconoscimento dei diritti culturali e linguistici del popolo curdo, e
nelle ultime settimane nelle regioni al confine tra Turchia ed Iraq si è
assistito a massicce operazioni militari messe in atto dall’esercito turco
che hanno causato numerose vittime e pesanti perdite per le popolazioni che
vivono in quell’area, innescando un ulteriore inasprirsi del conflitto dalle
imprevedibili conseguenze.
Tali operazioni si sono sviluppate nello stesso periodo in cui l'esercito
iraniano attaccava da est la regione irakena del Kurdistan in cui trovano
rifugio gli oppositori curdi al regime degli ayatollah.
La scelta di ricorrere ancora una volta allo strumento militare contraddice
la volontà proclamata dal governo turco guidato da Erdogan di trasformare
la Turchia in una democrazia moderna e rispettosa dei diritti umani e
rischia di alimentare una spirale di violenza, da tutte le parti, con la
conseguenza di ostacolare le possibilità di dialogo, essenziale per una
composizione politica del conflitto.
I passi in avanti compiuti dalla Turchia in questi anni per consolidare la
democrazia, anche in ragione del dialogo per l’adesione all’Unione Europea,
rischiano - senza un approdo effettivo a una soluzione politica della
questione curda - di giungere ad uno sbocco assolutamente inadeguato, sia
sotto il profilo del raggiungimento degli standard democratici della
Turchia, sia con riguardo ad una prospettiva di pace duratura nell’area
mediorientale.
E’ compito dell’Europa promuovere il rispetto dei diritti dei popoli e la
soluzione pacifica dei conflitti; è interesse dell’Europa rafforzare il
dialogo con la Turchia, anche per il ruolo di sempre maggiore influenza che
essa esercita sullo scacchiere internazionale, in una prospettiva condivisa
di allargamento dei confini dell’Unione; ma tale dialogo deve porre come
elemento essenziale ed ineludibile il riconoscimento dei diritti
fondamentali del popolo curdo e la ricerca di una soluzione politica della
questione curda.
L’Italia, paese europeo e mediterraneo, può giocare un ruolo politico e
diplomatico importante per la costruzione ed il rafforzamento della
democrazia e della pace nell’area mediterranea ed ai confini dell’Europa.
La necessità di un passo verso la pace è resa ancora più urgente dalla
drammatica situazione che segue il devastante terremoto che ha colpito la
città di Van e la regione circostante, causando centinaia di morti, migliaia
di feriti, immense distruzioni e che richiede rapidi soccorsi e incisive
politiche di ricostruzione e sviluppo.
Per questo chiediamo a tutte le parti di giungere ad un immediato cessate il
fuoco e all’abbandono di ogni forma di violenza ed ai massimi rappresentanti
istituzionali del nostro paese di avviare ogni passo necessario nei
confronti della Turchia e dell’Unione Europea, perché, perché siano
rispettati i diritti civili e politici del popolo curdo e la sua istanza di
autonomia democratica, perché si ponga fine ad un conflitto senza sbocco, e
si giunga ad una soluzione pacifica e complessiva della questione curda che
veda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, unica garanzia di una
pace stabile e duratura, e perché questo passaggio determini l’auspicabile
piena integrazione della Turchia nell’Unione Europea.
Primi firmatari: On. Jean-Léonard Touadì (Partito Democratico, Commissione
Esteri Camera dei Deputati); On. Leoluca Orlando (Italia dei Valori,
Commissione Esteri della Camera dei Deputati); Nichi Vendola (Presidente
Sinistra Ecologia e Libertà); Luigi De Magistris (Sindaco di Napoli); Moni
Ovadia, Stefano Mencherini (regista RAI e giornalista indipendente); Massimo
Ghini, Alessandro Forlani (ex-parlamentare, UDC); Fabio Amato (responsabile
esteri PRC); Gennaro Migliore (responsabile esteri SEL); Luisa Morgantini
(ex-vicepresidente Parlamento Europeo); padre Alex Zanotelli (missionario
comboniano); Sergio D’Elia (segretario Nessuno Tocchi Caino); Roberto Natale
(presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana), Arturo
Salerni (Presidente Europa Levante), Alessia Montuori (Presidente
Senzaconfine); Mario Angelelli (Presidente Progetto Diritti), Mauro Palma
(Presidente onorario di Antigone); Alessandro Marescotti (Presidente di
PeaceLink); Albino Bizzotto (Presidente Beati i Costruttori di Pace); Lisa
Clark (Beati i Costruttori di Pace); Associazione Antimafia Rita Atria;
Redazione www.ildialogo.org <http://www.ildialogo.org/>; Giovanni Russo
Spena (responsabile giustizia PRC), Riccardo Orioles (I Siciliani);
Graziella Proto (direttrice rivista Casablanca); Carlo Gubitosa (direttore
rivista Mamma!); Alessio Di Florio (Associazione PeaceLink)
per adesioni: info at europalevante.it <mailto:info at europalevante.it>
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