[Redditolavoro] SULLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA FIOM - 1° intervento
procomta
ro.red at libero.it
Mon Feb 6 20:34:52 CET 2012
la manifestazione della fiom è stata rinviata ad altra data
proletari comunisti non aderisce a questa manifestazione, quando vi sarà vi
parteciperà
pubblichiamo un primo intervento apparso sul blog
http://proletaricomunisti.blogspot.com
pc 4 febbraio - SULLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA FIOM DELL'11 FEBBRAIO -
1° intervento
Fiat e aziende di Federmeccanica negano alla Fiom tutti i diritti sindacali
previsti dallo Statuto dei Lavoratori, a partire dai delegati, passando per
il diritto d'assemblea, permessi sindacali, fino alla trattenuta della
delega in busta paga.
Come e peggio del fascismo, Marchionne a Pomigliano non richiama al lavoro
tutti gli operai che risultano iscritti Fiom (un fatto così illegale,
anticostituzionale che in uno Stato minimamente di diritto dovrebbe far
scattare immediatamente nei confronti di Marchionne l'arresto e i lavoratori
Fiom dovrebbero essere accompagnati in fabbrica dalle forze dell'ordine).
Circa il clima alla Fiat Sata - oltre ai 3 licenziamenti, per i quali il 9
febbraio c'è sostanzialmente la prima nuova udienza dopo la sentenza
negativa di secondo grado - basta per tutto, il video mandato in onda da
Santoro giovedì scorso in "Servizio pubblico", pubblicato anche dal nostro
blog.
Nello stesso tempo, a fronte del fatto che la Fiat agisce palesemente contro
ogni legge e norma costituzionale, il governo Monti, come e peggio di
Berlusconi, il presidente Napolitano, non si prendono neanche il fastidio di
un "richiamo istituzionale".
Cosa oppone la Fiom a questo fascismo padronale e istituzionale?
La Fiom invoca la "democrazia"! E chiede - con la manifestazione di sabato
prossimo -al governo Monti, che fin dal suo insediamento ha ribadito il suo
appoggio al piano Marchionne, di "garantire i diritti costituzionali in
materia di pluralismo e libertà sindacali" e "una legge che garantisca il
diritto democratico di validazione dei contratti collettivi e di elezioni
delle rappresentanze sindacali unitarie"; una manifestazione che viene dopo
che in questi mesi, la Fiom ha opposto ai diktat padronali e ai servi dei
sindacati di regime solo una raccolta di firme per un "referendum abrogativo
dell'estensione del contratto di Pomigliano a tutta la Fiat"
Una cosa debole e impotente.
La Fiom e la sua direzione non è innocente su questa avanzata senza ostacoli
del fascismo padronale come della inadeguata opposizione nelle fabbriche da
parte degli operai metalmeccanici ai piani del padronato e alla manovra del
governo che ora punta su art. 18, eliminazione contratti a tempo
indeterminato, controriforma degli ammortizzatori sociali, ecc.
In questo scontro, in cui finora solo una parte, quella borghese, combatte
una guerra seriamente e infligge colpi su colpi, la Fiom e la sua
mobilitazione non è la soluzione ma una parte del problema, perché si pone
in mezzo alla necessità che anche da parte proletaria si avvii una vera
"guerra di classe" contro la guerra dei padroni.
Che la Fiom è parte del problema era chiaro e da noi indicato sin dall'inizio
della battaglia Fiat.
Quando il fascismo padronale di Marchionne ha cominciato ad imporre i suoi
diktat a Pomigliano, la Fiom ha denunciato lo straccio delle regole, dei
diritti dei lavoratori e sindacali, ha fatto delle iniziative di lotta, ma
poi ha passato la parola principalmente ai ricorsi; lo stesso ha fatto con
Mirafiori, nonostante qui il NO operaio era stato più netto; poi vi è stata
la Fiat Sata con in 3 licenziamenti politici, come monito di Marchionne a
tutti i lavoratori che osassero scioperare contro i suoi piani, ma anche qui
una iniziale compatta risposta dei lavoratori (anche di molti iscritti alle
altre OO.SS.) alla fine è stata resa debole, scegliendo solo e soltanto le
aule dei tribunali, che hanno dimostrato se ce fosse ancora bisogno che a
favore dei lavoratori certo non sono. In fabbrica, tra gli operai e le
operaie, la Fiom dal chiamare all'opposizione al piano Marchionne è passata
a registrare semplicemente la situazione e quindi a convincersi e convincere
sempre di più che la strada principale era quella degli strumenti legali,
della democrazia.
Oggi Landini, a nostro giudizio, continua a consegnare gli operai come
"agnelli sacrificali" in nome del simulacro della democrazia. La Fiom parla
di democrazia ma il capitalismo sta già oltre nella guerra di classe.
D'altra parte, la Fiom chiama alla manifestazione nazionale a difesa della
Fiom, accorgendosi dello straccio della Costituzione solo quando le tocca.
Non vuole vedere la Fiom, tutto l'attacco ai diritti che vi sono stati in
questi anni e continuano ad esserci nei confronti di centinaia, migliaia di
lavoratori iscritti ai sindacati di base, ai cobas, ad Arese, Pomigliano,
Mirafiori, Cassino, ecc. Quella repressione all'epoca andava bene - anche
per la Fiom; oggi che la prova sulla propria pelle, non va bene - ma anche
adesso la denuncia pur sempre e solo per la sua organizzazione e non per
tutti, a partire dallo Slai cobas che in queste fabbriche ne è stato sempre
colpito.
Si ricordi Landini la poesia di B. Brecht "Prima di tutto vennero a prendere
gli zingari e fui contento. un giorno vennero a prendere me.".
La Fiom finora ha partecipato a questo andazzo, e in tanti altri posti di
lavoro continua a farlo. Oggi che viene trattata da Marchionne come lo Slai
cobas e altre organizzazioni sindacali di base, denuncia l'attacco alla
democrazia, ma la democrazia non può essere a senso unico.
Ora la Fiom ha indetto la manifestazione dell'11 febbraio a Roma. Ma gli
operai della Fiat, tutti gli operai e i lavoratori non possono scendere in
piazza solo di sabato, per chiedere ancora e solo "democrazia" e per fare
solo una processione.
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