[Redditolavoro] Fw: processo eternit: si avvicina la sentenza
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Sat Feb 4 12:15:54 CET 2012
PROCESSO ETERNIT: SI AVVICINA LA SENTENZALunedì tredici febbraio - la Rete
nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro sarà, come sempre, presente
con una sua delegazione - la Corte presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore
leggerà la sentenza che chiude il primo grado del processo al miliardario
svizzero Stephan Schmidheiny, ed al barone belga Jean Louis Marie Ghislain
de Cartier de Marchienne: i padroni della multinazionale svizzero-belga
dell'amianto, l'Eternit, responsabile del genocidio pianificato ai danni dei
lavoratori e dei residenti nelle città, comprese quelle vicine, dove
avveniva la produzione di manifatti in cemento-amianto.
Nell'attesa, occorre registrare (con una certa soddisfazione) una notizia
sul fronte degli accordi tentati dal magnate svizzero per evitare la giusta
condanna, e conseguente meritatissima galera: il Comune di Casale Monferrato
ha deciso di rifiutare - come già pochi giorni fa avevano fatto sette paesi
più piccoli del suo comprensorio - la 'offerta del diavolo', i 18,3 milioni
con i quali lo Schmidheiny avrebbe voluto lavarsi la coscienza dai quasi
1.700 decessi per malattie asbesto-correlate avvenuti nel capoluogo
monferrino e nei paesi limitrofi.
Nel contempo dalla Liguria arriva una storia, concernente sempre il medesimo
tema, che dimostra ancora una volta come ai padroni - anche se sono
cooperative - non interessi nulla della salute dei lavoratori; al porto di
Savona e Vado Ligure opera la Compagnia unica lavoratori portuali (Culp): un
anno fa, dopo dieci anni di dibattito, il Tribunale civile del capoluogo del
ponente ligure ha condannato la Culp, nella sua qualità di datore di lavoro,
al risarcimento di due milioni e quattrocentomila Euro a favore degli eredi
di due ex soci deceduti, nel corso degli anni novanta, a causa del
mesotelioma pleurico.
La Culp si difende affermando che all'epoca dei fatti non svolgeva funzioni
di impresa ma si limitava a mettere a disposizione il personale "in base
alle disposizioni dell'Ufficio lavoro portuale"; insomma, non era un'impresa
ma operava come intermediatrice nella cessione di personale ad altri
soggetti: né più né meno che caporalato legalizzato, la stessa odiosa
pratica che oggi viene applicata dalle agenzie interinali.Casale Monferrato
(Al), 04 febbraio 2012
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genovahttp://pennatagliente.wordpress.com
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