[Redditolavoro] Fw: Sicurezza sul lavoro, nessuna buona notizia. Scritto per Articolo 21

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Fri Apr 27 06:00:52 CEST 2012



Sicurezza sul lavoro, nessuna buona notizia

di Carlo Soricelli



Il giorno *28 aprile* sarà la giornata mondiale della *Sicurezza sul 
Lavoro*,
un giorno sui cui riflettere e cercare di comprendere, nella sua
complessità, il triste fenomeno delle morti per infortunio sul lavoro in
Italia.
Dal 1 gennaio 2008, dopo la tragedia della* **Thyssenkrupp di Torino* in
cui morirono bruciati vivi sette operai, ho dedicato buona parte del mio
tempo libero all’Osservatorio Indipendente di Bologna per monitorare i
morti sul lavoro in Italia.

In poco tempo di raccolta dei dati delle vittime come la loro attività,
età, luogo dell’evento, mi sono accorto della disinformazione e del
pressapochismo con i quali vengono affrontate queste tragedie da parte di
tutti gli organi competenti e dell’informazione.
Sul fenomeno ci sono molti luoghi comuni e purtroppo anche tanti interessi
economici.
Dal mio osservatorio privilegiato posso affermare, documenti alla mano, che
non è affatto vero che i morti sul lavoro stanno calando, solo tra il 2008
e il 2009 abbiamo registrato un leggero calo mentre *nel 2011 l’aumento è
stato dell’11,5%* rispetto al 2010 e l’anno scorso sono stati superati sui
luoghi di lavoro addirittura i morti del 2008. Nel 2011 sono morti sui
luoghi di lavoro oltre* **650* lavoratori, *più di 1100* aggiungendo quelli
deceduti sulle strade e in itinere; *139* agricoltori sono morti
schiacciati dal trattore e in questa categoria si supera il 30% di tutti i
morti sul lavoro se si considerano anche altre cause di decesso per
infortunio.

Quando penso a queste morti mi viene una grande rabbia. Basterebbero pochi
lavori mirati sulla cabina dei vecchi trattori senza protezioni, che
impediscono al guidatore di essere sbalzato fuori in caso di manovra
errata, per salvare la maggior parte degli agricoltori. Purtroppo il nostro
Parlamento è impegnato in cose ben più importanti della tutela dei propri
cittadini. Occorrerebbe anche sottoporre ad una visita medica d’idoneità
chi si mette alla guida ad una certa età: i trattori sono “mostri” che non
perdonano il più piccolo errore e il territorio in gran parte collinare del
nostro paese con i riflessi poco pronti sono componenti micidiali.

Un’altra categoria che paga un prezzo elevatissimo di sangue è* **
l’edilizia.* La maggior parte degli edili muore cadendo dall’alto ed a
morire sono quasi tutti stranieri o meridionali, anche nei cantieri del
centro-nord. Le vittime lavorano in piccole e piccolissime aziende dove è
difficile vedere indossare anche il casco. *Gli stranieri morti* per
infortuni sul lavoro sono oltre il 1*3% del totale*. Questi  lavoratori
spesso non parlano l’italiano e non conoscono neppure le più semplici norme
di autotutela. In questo caso occorrerebbe l’obbligo di frequenza a corsi
sulla sicurezza e un esame d’idoneità prima di impiegarli in lavori
pericolosi. Qualche volta è l’artigiano proprietario dell’impresa a morire
per infortunio. Noto spesso, da parte di chi ha altri interessi, il
tentativo di scaricare sui lavoratori la responsabilità delle tragedia. Ma
il proprietario o il superiore che spesso lavora con la vittima è
responsabile della sua integrità fisica ed ha l’obbligo di far indossare le
protezioni, pena anche il licenziamento degli inadempienti. Ma ciò, oltre
ad avere un costo, rallenta i lavori e quindi si preferisce trascurare
l’aspetto della sicurezza per accelerare i lavori e aumentare il margine di
guadagno.

I *morti nelle fabbriche* sono intorno al *10%* sul totale: anche
nell’industria, come nei cantieri, a morire sono soprattutto lavoratori di
aziende artigiane, dove il sindacato non è presente. Nei grandi cantieri e
nelle fabbriche dove c’è un responsabile della Sicurezza le morti per
infortuni si contano sulle dita di una mano, nonostante gli addetti siano
milioni. Numerosi sono anche i morti nei servizi all’impresa. Spesso si ha
un controllo molto efficace sulla sicurezza tra i dipendenti, ma nessuno
tra i lavoratori esterni e gli artigiani chiamati a svolgere lavori di
manutenzione.

Purtroppo anche quest’anno assistiamo ad un numero elevatissimo di morti,
siamo già ad oltre 150 dall’inizio dell’anno solo sui luoghi di lavoro, e
oltre 300 contando i decessi sulle strade e in itinere.
Le statistiche ufficiali ci dicono che anche il 2011 è stato “migliore” del
2010, con un calo dei morti sul lavoro rispetto al 2010 di oltre il *4%*,
cosa non vera, anche sui morti sul lavoro si tira la coperta dove fa più
comodo. C’è da chiedersi come mai l’*Osservatorio Indipendente di
Bologna* registra
molti morti in più, mentre le statistiche ufficiali mediamente il 15% in
meno tutti gli anni. Su questo punto occorre fare la massima chiarezza.  Il
calo dei morti per infortuni sul lavoro registrato dalle statistiche
ufficiali, ma non dall’Osseravtorio è sulle strade e in itinere, ma non sui
luoghi di lavoro, e questo non per una migliore prevenzione, ma per merito
di automobili tecnologicamente più sicure che per fortuna vengono comprate
anche dai lavoratori una volta rottamate le vecchie. Questo significa che
in realtà i controlli sui posti di lavoro sono diminuiti e i morti
aumentati, e che nessuno può esultare per un risultato positivo che non
esiste.

L’Osservatorio Indipendente di Bologna segnala come morti sul lavoro tutti
i lavoratori che muoiono mentre lavorano, indipendentemente da chi sono,
dal lavoro che svolgono e dalla loro posizione assicurativa. L’INAIL
probabilmente considera morti sul lavoro solo i suoi assicurati: non sono
assicurati all’INAIL i tantissimi agricoltori che muoiono in tarda età e
già pensionati che rimangono schiacciati dal trattore, chi lavora in nero,
i militari ecc. Non sono inseriti tra le vittime i contenziosi, fino alla
conclusione del processo che quasi sempre dura anni.  In pratica noi
registriamo tutti gli anni oltre un centinaio di morti sui luoghi di lavoro
in più.

I morti sul lavoro *in “nero”* meritano un approfondimento particolare,
spesso sono lavoratori sfruttati da terzi. Qualche volta ci sono anche
tentativi di far passare l’infortunio mortale come una disgrazia avvenuta
altrove. Ma in diversi casi sono la faciloneria e l’improvvisazione le
causa della morte di tanti che lavorano in “nero”. Ad esempio spesso accade
che si chiamino parenti, amici e conoscenti “esperti” per fare lavori di
potatura di alberi che poi travolgono i malcapitati, oppure ci si
improvvisa muratori e si cade dai tetti, oppure guidando trattori come già
evidenziato in precedenza, e si potrebbe continuare con innumerevoli altre
situazioni. Chi commissiona questi lavori non si rende conto delle
gravissime conseguenze a cui va incontro in caso d’infortunio mortale.
Come si evince il fenomeno è molto complesso e con molte sfaccettature.

Tra pochi giorni ci sarà il *1° maggio*, il giorno di festa dei Lavoratori,
ma credo che ci sia poco da festeggiare. Un governo classista, non eletto
dai cittadini, appoggiato da partiti di destra, di centro e di sinistra, ha
preso misure a senso unico per risanare il paese: è stata bloccata la
contingenza sulle pensioni superiori a 1000 euro, stravolta la normativa
sull’Articolo 18 che rende più facili i licenziamenti senza giusta causa,
reintrodotta una tassa sulla prima casa e triplicata quella per le seconde,
una tassa che non distingue tra chi possiede una casetta di montagna
ereditata dai genitori e chi ha decine d’appartamenti in affitto e che
scaricherà l’aumento sugli inquilini.

Per il 10% degli italiani che hanno visto aumentare la ricchezza a
dismisura in questi ultimi anni non è stata introdotta nessuna
patrimoniale. Ma la misura che più fa arrabbiare è il notevole allungamento
dell’età per avere i requisiti per andare in pensione, non facendo nessuna
distinzione tra chi svolge lavori faticosi e pericolosi e chi lavora con un
computer. Lavorare fino a 65 anni ed oltre, con riflessi poco pronti e non
in perfetto stato di salute, nelle fonderie, nelle officine, sui tetti o
alla guida di un trattore provocherà un forte aumento delle morti sul
lavoro e questo accadrà con la colpevole complicità di quasi tutti i nostri
parlamentari.

*metalmeccanico in pensione e curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro.
Per approfondimenti*
http://cadutisullavoro.blogspot.com<http://cadutisullavoro.blogspot.com/>
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26 aprile 2012



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