[Redditolavoro] appello disoccupati basilicata

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Sat Apr 7 10:57:46 CEST 2012


che l'appello apra la strada alla lotta e all'organizzazione

disoccupati organizzati - slai cobas per il sindacato di classe taranto
cobasta at libero.it

  Senza lavoro a 50 anni  «Padri disoccupati  nonostante il petrolio»



POTENZA - Questo è il testo di una lettera di un gruppo disoccupati di 
Viggiano over 50 inviata, tra gli altri, alla Regione, al presidente Monti e 
all'Eni. La disperazione di quanti denunciano di essere considerati «né 
carne, né pesce» dallo Stato. Sono soprattutto loro l'esempio delle 
contraddizioni che ruotano attorno alla Basilicata del petrolio. Che più del 
Texas assomiglia a scenari del Medio oriente.

Siamo tanti padri di famiglia, over cinquanta, che da un giorno all'altro si 
sono ritrovati senza lavoro, senza un'occupazione, come si vuol dire "in 
mezzo la strada", con la disperazione e l'umiliazione di ripartire da capo. 
Non siamo giovani e non siamo neanche vecchi per lo Stato, da poterci 
mandare in pensione. Per chi ci governa a livello nazionale, insomma, non 
siamo «né carne e né pesce». Eppure noi esistiamo e esistono le nostre 
famiglie. C'è chi, a mala pena, riesce ad arrivare a fine mese con dei 
piccoli lavoretti a nero, chi con un misero sussidio di disoccupazione. 
Alcuni di noi hanno investito nel costruirsi una casa e oggi non hanno più 
il posto di lavoro. Siamo invisibili per le Istituzioni locali che non hanno 
neanche il tempo di ascoltarci. Passiamo le giornate a peregrinare alla 
ricerca di un lavoro, ma non riceviamo altro che porte in faccia. Il governo 
Monti, in questo periodo di crisi, ci ha detto che «bisogna stringere ancora 
di più la cinghia», ma noi quale «cinghia» dobbiamo stringere se non abbiamo 
neanche più i pantaloni? Ci ritroviamo, quotidianamente, con la 
mortificazione di dover dire al proprio figlio che il padre non ha più lo 
stipendio per aiutarlo agli studi. Siamo cinquantenni che stanno perdendo 
tutto. Ed è proprio vero che l'esistenza di un disoccupato è una «negazione 
al diritto di vivere peggiore della morte stessa perché nessuno ti da la 
possibilità di ricominciare e rimetterti nuovamente in gioco». Oggi se un 
trentenne non può costruirsi un futuro perché lavoratore precario, figurarsi 
per un cinquantenne che con moglie e figli giovani spesso da mantenere, una 
volta perso il lavoro, vede il proprio futuro distrutto. Ogni giorno 
dobbiamo lottare con disperazione e rabbia per andare avanti. Eppure 
apparteniamo tutti alla Val d'Agri, all'area definita Texas d'Europa, per il 
più grande giacimento petrolifero che copre oggi il 6% del fabbisogno 
nazionale. Apparteniamo a Viggiano, al paese chiamato «capitale del 
petrolio». Ebbene sì. Tanta ricchezza e allo stesso tempo tanta povertà e 
disoccupazione. E noi ne siamo un esempio. Oggi con questa lettera, gridiamo 
a gran forza «aiutateci» a farci uscire da questo stato, prima che qualcuno 
di noi si trovi a compiere gesti estremi che nella propria vita non avrebbe 
mai voluto compiere. Il nostro è un grido di dolore e di rabbia e, allo 
stesso tempo, di allarme a una condizione che ormai non riusciamo più a 
sostenere. Non chiediamo elemosine o compassione ma il giusto rispetto per i 
diritti d'una persona.

Aiutateci a trovare un lavoro che ci faccia continuare a vivere 
dignitosamente e a riprendere una esistenza normale. Abbiamo cercato con le 
nostre parole di esprimere la situazione di disagio che stiamo vivendo. 
Grazie a chi avrà la pazienza di leggere queste poche righe, a chi avrà la 
bontà d'ascoltare questo nostro grido di dolore e a chi potrà darci una mano 
a risolvere questo problema




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