[Redditolavoro] Fw: Processo Marlane Marzotto: dov'è la giustizia ?

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Wed Apr 4 20:03:53 CEST 2012



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>Da Paola, un articolo di Stefano Federici:
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>Processo Marlane Marzotto: dov'è la giustizia ?
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>Si apre con la notizia di altri due decessi tra gli ex-lavoratori la
giornata dell'ennesima udienza preliminare del processo alla Marlane
Marzotto.
>Un udienza infinita, cominciata alle ore 9.00 di mattina e terminata alle
17.00 circa, scandita dai freddi interventi dei "principi del foro" (tra cui
gli studi degli avv. Ghedini e Pisapia) chiamati a difesa dei responsabili
di
una strage senza precedenti.
>Interventi di sola elencazione di eccezioni e nomi, una perdita di tempo
evitabile con la semplice presentazione delle memorie, peraltro già
preparate
da tutti gli avvocati e poi consegnate al giudice.
>Ma l'allungamento dei tempi, da un anno circa si è ancora alle udienze
preliminari, serve ad arrivare alla prescrizione.forse il vero obiettivo
degli
indagati.
>Di certo le circa 300 costituzioni di parte civile contro gli imputati e le
aziende, tra le quali la Cgil, le istituzioni locali ed alcuni comuni anche
limitrofi, associazioni ambientaliste ed altri, hanno ulteriormente pesato
sui
tempi del processo.
>Quel disastro ambientale dovuto alla totale mancanza di ogni minimo
>criterio
di sicurezza, in quella che era una delle più importanti fabbriche tessili 
d'
Italia, ha ucciso per tumore centinaia di persone, ma sembra totalmente
estraneo a questo processo.
>L'azienda fu fondata negli anni '50 dal conte Rivetti e produceva tessuti,
per lo più divise militari.
>I reparti erano divisi tra loro da mura.
>Poi nel 1969 passò nelle mani dell' Eni - Lanerossi e, successivamente, nel
1987, al gruppo Marzotto per 173 miliardi di lire.
>Per i 200 lavoratori espulsi la finanziaria dell'Eni mise a disposizione,
>per
ognuno di loro, 44 milioni per una riallocazione occupazionale mai avvenuta.
>La fabbrica, appena gestita dalla Lanerossi, tolse le mura divisorie e così
divenne tutto un ambiente unico in cui convergevano tessitura e orditura,
filatura e tintoria e così i fumi provenienti dalle sostanze chimiche della
coloritura si espandevano ovunque.
>Non c'erano aspiratori funzionanti e gli operai gettavano i coloranti in
vasche aperte senza alcuna protezione.
>Nella fabbrica c'era anche l'amianto presente nelle pastiglie dei freni dei
telai, che, consumandosi, emettevano polveri respirate da tutti.
>A fine giornata veniva "donata" una busta di latte ad ogni lavoratore,
>unico
rimedio ai veleni respirati durante tutto il turno di lavoro.
>Nel 1996 la tintoria veniva chiusa.
>I danni sembrano anche estesi all'ambiente circostante. Dietro la Marlene
Marzotto ci sono scavi in cui sono stati rinvenuti rifiuti tossici.
>La dura verità, la realtà, rimane fuori da quest'aula.
>Si legge, si respira, nei visi stanchi dei parenti delle vittime, sinora
>160,
negli occhi dei lavoratori colpiti dal male, altri 100.
>Hanno combattuto la loro battaglia appoggiati dal solo sindacato Slai cobas
>e
dalla forza e dalla determinazione di Cunto, un loro compagno e collega, che
insieme hanno presentato le prime denunce, lottato contro i numerosi
tentativi
di archiviazione e mandato, infine, a processo i vertici delle aziende
coinvolte.
>Ora compare anche chi, fino ad adesso, non si era visto neanche con il
binocolo.
>Un banchetto di Rifondazione comunista staziona fuori al palazzo di
>giustizia
sino all'ora di pranzo.
>Appare anche una telecamera della Rai.poche riprese e va via.
>Solo pochi trafiletti su alcuni giornali, veloci servizi in televisioni
private.nel silenzio una vicenda che dovrebbe avere il massimo dello spazio
sia
per il numero di persone coinvolte, sia per la gravità dei fatti, sta
procedendo.
>Il processo va avanti in un aula che sa di negazione di quella giustizia
>che
dovrebbe essere il baluardo di una società civile e democratica.
>La prescrizione, se dovesse essere raggiunta dagli imputati, non cancellerà
il male che hanno fatto, cancellerà un altro pezzo di quella idea di
giustizia
che non sembra più esistere nel nostro paese.
>
>La strage della Marlene Marzotto: testimonianza di un lavoratore
>
>Manzilli Michele, 69 anni, di Praia (Calabria)
>Ha lavorato alla Marlane dal 1959 al 1988
>Siamo seduti fuori il Tribunale di Paola, dove si svolge il processo.
>Mi racconta: "lavoravo ai magazzini materie prime, dove veniva trattata la
lana per poi essere mandata alla lavorazione.
>Ci ho lavorato per 5 anni e sapevo fare bene il mio mestiere.
>Tornato dal servizio obbligatorio militare venivo spostato al reparto
tintoria.
>Sapevo che non potevano farlo, ma preferii accettare, ci tenevo a quel
lavoro.
>Negli anni '60 non esistevano buoni sistemi di areazione e protezione e i
reparti si riempivano dei fumi delle lavorazioni.a volte non riuscivamo
neanche
a vederci.
>Poi ci furono dei miglioramenti.il fumo non occupava più gli ambienti dove
lavoravamo.
>L'azienda decise di togliere le pareti di separazione tra i reparti.forse
>fu
allora che in molti, se non tutti, contraemmo le malattie.
>Io in tintoria lavoravo con i coloranti.quando la sera mi lavavo i denti la
mia saliva aveva il colore del colorante che avevo usato durante le mie ore
di
lavoro.
>Negli ultimi anni di lavoro cominciai a sentire dolori lancinanti per tutto
il corpo.
>Durante i turni di notte andavo in laboratorio per massaggiarmi con 
>l'alcool
e avere un minimo di sollievo.
>Nessuno si accorse della malattia, almeno sino ad allora, neanche io.
>Nel 2008, dopo uno strano fenomeno fisico, la mammella destra venne come
risucchiata all'interno, mi feci visitare.
>Venni immediatamente invitato ad operarmi.
>Il prof. Stoppelli e la professoressa Truscelli mi operarono al petto, alla
mammella e all'ascella.asportandomi il tumore.
>Poi dovetti seguire un periodo di chemioterapia.mi caddero tutti i
>capelli.mi
mancava la forza di uscire.
>Sono riuscito a reagire, adeso esco, ma sono sempre sotto controllo, ogni 4
mesi devo sottopormi ad una serie di esami.
>Nel reparto tintoria eravamo in 21.8 sono morti..tutti e 21 ci siamo
ammalati."
>
>Stefano Federici
>



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