[Redditolavoro] caserme cuore della violenza nocs

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Wed Sep 14 11:55:26 CEST 2011


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FacebookOKNOtizieGoogle BuzzTwitter IL CASODenuncia shock: "Pestaggi e 
soprusi
nella caserma dei Nocs"Roma, la Procura indaga sul "nonnismo" tra le teste 
di cuoio dopo il racconto di un agente, correlato di registrazioni video e 
audio e fotografie. "Mi hanno picchiato per uno sguardo in mensa: la 
convalescenza è durata 108 giorni"di FEDERICA ANGELI e MARCO MENSURATI

 ROMA - Tra di loro lo chiamano l'"Anestesia". Consiste nel picchiare 
talmente tanto la vittima da renderle insensibile "la parte prescelta" e poi 
morderla, fino a strappare la carne. Un rito a metà tra l'iniziazione e la 
tortura che ha un significato ben preciso: benvenuto nella caserma dei Nocs, 
il Nucleo operativo centrale di sicurezza, quello che si occupa delle 
operazioni più delicate e importanti, dai sequestri alle catture dei 
latitanti.

A raccontare di quel "morso", e di tutte le altre "incredibili forme di 
violenza fisica e psicologica che, ogni notte, da anni, precipitano nel 
terrore la caserma polifunzionale di Spinaceto", sede dei Nocs, è una voce 
dall'interno. Un agente dal curriculum impeccabile che, vittima 
dell'ennesimo episodio, ha deciso di reagire e si è rivolto alla procura di 
Roma, fornendo registrazioni video e audio, e fotografie. "L'incubo comincia 
la sera. Quando "gli esterni" e i civili tornano a casa e dentro restano le 
quaranta teste di cuoio, come intrappolate, ostaggio di una decina di 
ufficiali fuori controllo che nel tempo hanno imposto con botte e sevizie e 
minacce di morte un regime parallelo". Alternativo a quello ufficiale. Ma 
tollerato.

Il racconto dell'agente (che qui riportiamo in forma anonima per sua stessa 
richiesta) parte proprio da una di quelle foto. Si vede un ragazzo di 
schiena, senza pantaloni, tenuto fermo da una decina di mani, e un uomo 
nell'atto di mordergli il gluteo destro: "Eccola, l'anestesia. Il ragazzo 
nudo è una testa di cuoio arruolata da poco, mentre quello che morde è il 
leader: si vanta di essere capace di serrare il morso fino a far toccare gli 
incisivi", spiega il poliziotto. "È un sorta di rito di iniziazione: se 
dimostri di essere degno del morso, allora entri a far parte del gruppo, 
altrimenti sono solo botte, umiliazioni ed emarginazione". Non che una volta 
morsi la vita migliori. Le violenze, fisiche e psicologiche, sono comunque 
quotidiane, ma almeno non si viene esclusi dal sistema di potere parallelo, 
dai servizi, dai turni, insomma dalla vita del Nocs.

"Io sono stato "morso" dopo un paio d'anni. Ma, come gli altri, anche dopo 
ho subito di tutto". All'interno della caserma - dice ancora l'uomo - basta 
nulla per scatenare scene di violenza inaudita. "L'ultima volta è successo 
perché in mensa ho fatto un saluto a quello che si ritiene il leader. Lui si 
è avvicinato e spalleggiato dagli altri, ha cominciato a picchiarmi". Un 
pestaggio in piena regola - i Rambo dei Nocs sono istruttori di arti 
marziali - che ha costretto la vittima a una convalescenza di 108 giorni. "A 
quella scena hanno assistito tutti, nella sala. Ma nessuno si è detto 
disposto a testimoniare, perché lì regna il terrore". Non è una coincidenza 
che negli ultimi anni ci siano stati numerosi episodi di agenti affetti da 
depressione e "fuggiti" in pensione a soli 40 anni, oltre al caso, più 
clamoroso, del suicidio di Paolo De Carli. L'agente si sparò un colpo al 
cuore due anni fa, proprio lì, in caserma.

"La magistratura sta lavorando - dice Gianni Ciotti, segretario provinciale 
del sindacato di polizia Silp Cgil - Ci auguriamo che quanto raccontato dal 
collega coinvolga solo alcune mele marce, non possiamo pensare né tollerare 
che in un reparto d'eccellenza come il Nocs accadano cose del genere". 
Stando ad altri racconti, infatti, l'Anestesia non era l'unica forma di 
violenza che il gruppo usava per "punire" gli agenti non allineati. Anzi ce 
ne erano molte altre, magari meno codificate, ma quasi sempre a sfondo 
sessuale, spesso delle vere e proprie molestie, subite in silenzio dalle 
vittime.

La denuncia del poliziotto - nell'atto formale si parla esplicitamente di 
"aggressioni e torture" - è stata acquisita qualche mese fa dalla procura di 
Roma che, dopo una prima fase di studio, ha deciso di approfondire e ha dato 
delega alla Digos di fare i primi accertamenti. Alla richiesta di 
chiarimenti sullo stato dell'indagine, gli investigatori si trincerano 
dietro a un no comment, ma già nei prossimi giorni il pm Elisabetta 
Ceniccola, titolare del fascicolo, ascolterà gli agenti sotto accusa. Se si 
troverà riscontro di quanto dichiarato dall'agente, il magistrato dovrà 
anche capire per quale motivo il Comando del Nocs non è mai intervenuto pur 
essendo stato a conoscenza di tutto già a partire dal 2007: "Io queste cose 
le ho scritte con appositi atti d'ufficio, protocollati e relazionati. Ma 
non ho mai avuto risposta".



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