[Redditolavoro] Fw: Il Governo Monti, Articolo 18 e il PD

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Fri Nov 18 19:58:20 CET 2011



*Lettera aperta a Ilvo Diamanti*

18/1172011

Caro Diamanti, nel ringraziarla per avere citato l’Osservatorio di Bologna
sulle morti sul lavoro e apprezzandola come sociologo, volevo sentire la
sua opinione sui prossimi interventi che il Governo Monti metterà in campo,
nello specifico l’abolizione di fatto  dell’articolo 18 dello Statuto dei
Lavoratori per i nuovi assunti. Le cartelle excel  sui morti sul lavoro
evidenziano che a morire, esclusi gli anziani agricoltori, sono soprattutto
precari, uno su sette è stranierio, e in maggioranza questi lavoratori
hanno un contratto instabile. Personalmente ho lavorato in fabbrica per 39
anni e ho visto l’involuzione che ha colpito il mondo del lavoro. Nel 1987
ero delegato della FIOM e l’Unità pubblicò una mia lettera dove parlavo
dell’introduzione dei primi contratti “flessibili” e dove ci avrebbero
portato se i Sindacati e la Sinistra, affascinati dal liberismo, non
avessero capito la posta che era  in gioco con quell’apertura. Adesso le
assunzioni sono solo con contratti precari, che oltre ad impoverire i
lavoratori impoveriscono anche le imprese che spesso, con ottuso
opportunismo spicciolo, non capiscono l’importanza d’avere nell’azienda
lavoratori motivati, e anche critici, se l’azienda fa scelte sbagliate dal
punto di vista dei lavoratori. Negli anni settanta e ottanta sono stato un
delegato molto duro nella fabbrica  in cui lavoravo, anche se d’estrema
lealtà e serietà nel fare l’interesse dell’azienda come responsabile della
Qualità. Poi ho cambiato lavoro e non ho più fatto il delegato: erano i
vertici sindacali e il P.C.I che non credeva più nei valori di cui erano
stati portatori dalla nascita del Movimento Operaio. Quel’azienda di oltre
100 dipendenti, pochi mesi fa è fallita, e il proprietario ha confidato ad
uno degli ultimi lavoratori rimasti, che l’Azienda non sarebbe finità così
se avesse avuto delegati come me, che con critiche motivate gli avrebbe
probabilmente impedito di fare scelte sbagliate, o perlomeno di farlo
riflettere su quello che stava facendo.  Ma, com’è possibile oggi avere una
voce critica nelle fabbriche e in qualsiasi altro luogo di lavoro,
soprattutto se piccolo,  se una parte consistente di lavoratori è precaria
e possibile di licenziamento in ogni momento? Oggi una parte dei lavoratori
dopo un periodo di grandi sofferenze viene assunta a tempo indeterminato,
ma con la legge che cercherà d’introdurre il governo Monti, che di fatto
precarizza per sempre tutti i nuovi assunti cosa succedera?  Prendono in
giro i lavoratori dicendo loro che vengono assunti a tempo indeterminato,
ma con protezione a tempo crescenti……Significa che se uno che lavora da
dieci e vent’anni nella stessa azienda e si ammala, contesta, è antipatico
al capo reparto e al datore di lavoro, si sottrae a ricatti sessuli,
ecc….può essere licenziato/a con un po’ più di soldi in più, senza la
giusta causa dell’ articolo 18? Questo significherà la fine del sindacato e
della sinistra. La democrazia che si fermerà fuori dai cancelli delle
fabbriche e in ogni luogo di lavoro inevitabilmente sparirà nel resto della
società. Questa è la posta in gioco, e anche il PD, di cui in parte queste
proposte vengono, avrà responsabilità storiche, che avranno addirittura un
peso maggiore della legge Treu, che ha introdotto in Italia il precariato
diffuso. Probabilmente nei primi anni non si sentirà molto l’effetto di
queste scelte, ma poi   diventeranno distruttive.  Mi piacerebbe molto
sentire la sua opinione in proposito. Carlo Soricelli Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro



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