[Redditolavoro] processo truck center molfetta contro eni

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Mon Nov 14 20:24:30 CET 2011


comunicato dei familiari
a cura rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro - Taranto

Si è aperto l'8 novembre il processo con rito abbreviato con un pesante 
requisitoria contro ENI SPA, durata più di tre ore del P.M. dott. Giuseppe 
Maralfa Si e aperto oggi, 8 novembre, il processo con rito abbreviato nei 
confronti di sette alti dirigenti ENI e della società Eni S.p.A. quale 
responsabile civile per i noti fatti delittuosi avvenuti in Molfetta il 3 
marzo 2008 e che portarono ai decesso presso la TRUCK CENTER di Molfetta di 
tre giovani operai delta stessa, dell'autista Sciancalepore Biagio e del 
titolare dell'azienda Altomare Vincenzo.
ll processo si è aperto con un j'accuse molto forte del P.M. dott. Giuseppe 
Maralfa che ha condotto le indagini, che si prodigato in una requisitoria 
durata ben oltre le tre ore, senza interruzioni, nel corso della quale, il 
dott. Maralfa ha ricostruito minuziosamente tutta la vicenda che poi ebbe 
tragico epilogo nei cinque decessi, e le pesanti responsabilità in capo agli 
odierni imputati.
Il punto focale della requisitoria verteva sulle complesse e articolate 
indagini esperite dalla Procura della Repubblica con l'ausilio dei propri 
tecnici incaricati, sia in relazione all'impianto Eni di Taranto, sia in 
relazione alle complesse comunicazioni di posta elettronica a vario titolo 
interscambiate tra gli odierni imputati ed altri soggetti di cui alcuni 
risultano essere indagati (ci riferiamo ai responsabili della Società Nuova 
Solmine), per i quali ultimi il GUP deciderà se procedere a rinvio a 
giudizio.
Sono emerse delle circostanze dalle quali si evince documentalmente - 
secondo quanto affermato in maniera decisa dai PM - che "Eni S.p.A. era a 
conoscenza sin dal dicembre 2006, che la raffineria Eni di Taranto produceva 
e vendeva alla nuova Solmine S.p.A. zolfo liquido con una percentuale molto 
elevata di acido solfidrico al suo interno. Eni S.p.A. era perfettamente a 
conoscenza della buona pratica industriale in forza delta quale la 
percentuale di acido solfidrico nello zolfo liquido non avrebbe dovuto 
superare le 10 parti per milione, quantità già potenzialmente letale per chi 
ne fosse venuto a contatto in un ambiente confinato quali erano le cisterne 
che vengono usate per il trasporto dello zolfo liquido dalla Eni S.p.A. di 
Taranto alla Nuova Solmine di Scarlino".
E' emerso altresì dalle attività di indagine espletate dal Sostituto 
Procuratore della Repubblica che l'impianto di degrassaggio allocato presso 
gli stabilimenti di Taranto (che doveva servire ad abbattere la 
concentrazione di acido solfidrico nello zolfo liquido), era "fuori fase", 
ovvero non funzionante.
In buona sostanza, Eni SpA, secondo le parole del PM, era perfettamente a 
conoscenza, da ben oltre un anno prima dal tragico evento delittuoso, che lo 
zolfo liquido che produceva e metteva in commercio, conteneva acido 
solfidrico almeno 10 volte superiore alla quantità (già di per se 
potenzialmente letale) di 10 parti per milione di acido solfidrico. Pur in 
presenza di tali conoscenze, secondo quanto perentoriamente affermato dal 
PM, Eni, e chi per essa, non aveva provveduto a redigere una scheda di 
sicurezza (per il trasporto del prodotto), conforme ai rischi del prodotto 
stesso. Tali "colpose" condotte, consistite nelle omesse comunicazioni e 
informazioni, hanno determinato quei concorso causale che ha portato poi al 
compimento della tragica vicenda.
Pensanti le condanne chieste dal PM, estrinsecate nella richiesta di anni 5 
di reclusione per ciascuno degli imputati, ridotti, in forza del rito 
abbreviato, a anni 3 e mesi 4, nonché alla condanna dì sanzioni 
amministrative per poco meno di un milione di euro a carico dell'ENI
Le parti civili hanno depositato le loro conclusioni scritte e il processo è 
stato aggiornato all'udienza del 29/11/2011, alle ore 9, nel corso della 
quale si darà la parola ai difensori degli imputati. 



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