[Redditolavoro] spoleto Cronaca di una partita di pallone fra comunisti e uomini ombra

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Mon Nov 14 19:31:42 CET 2011









Cronaca di una partita di pallone fra comunisti e uomini ombra













Cronaca di una partita di pallone fra comunisti e uomini ombra
Alcuni vivono per la politica, molti della politica (Max Weber)





Sabato 29 ottobre del 2011 dentro l'Assassino dei Sogni (il carcere come lo 
chiamo io) di Massima Sicurezza di Spoleto per la prima volta in assoluto 
c'è stata una partita di calcio tra una squadra composta da ergastolani 
ostativi ( cattivi, i colpevoli per sempre) e una composta da dirigenti e 
militanti del partito di Rifondazione Comunista, da associazioni 
mutualistiche, politiche e culturali e da lavoratori in lotta della Fiat di 
Pomigliano.
Per gli ergastolani ostativi tutti i giorni sono uguali, rotondi e vuoti, ma 
oggi è stata una giornata diversa da tutte le altre. Mi sono svegliato 
presto, ero preoccupato per il tempo e subito ho guardato fra le sbarre il 
cielo per vedere se pioveva o se era nuvoloso. Quando ho visto che la 
giornata non era troppo bella, ma neppure troppo brutta per non poter 
giocare la partita, ho tirato un grosso respiro di sollievo. All'apertura 
delle celle sono andato dal dentista e poi subito di corsa al campo sportivo 
del carcere. Erano già tutti lì prima di me, gli operai cassaintegrati di 
Pomigliano, Giovanni Russo Spena (ex senatore della Repubblica) Mario 
Pontillo, Giuliano Capecci dell'Associazione Liberarsi, (un fratello 
adottivo che mi segue da venti anni) Nadia e Giuseppe della Comunità Papa 
Giovanni XXIII ( due angeli fra molti diavoli rossi) e tanti altri che io 
non ricordo i nomi ma il mio cuore ricorda bene i loro visi e i loro 
meravigliosi sorrisi. Ho iniziato a salutare e abbracciare tutti e subito 
vengo a sapere che il Ministro di Giustizia ci ha vietato le riprese 
televisive, ci ha autorizzato solo di fare una foto di gruppo. Peccato, ma 
non fa nulla, non mi arrabbio, non voglio rovinarmi la gioia di questa 
giornata diversa da tutte quelle passate e da tutti quelle che verranno. 
Intanto la partita incomincia, si nota subito che le due squadre sono 
diverse perché la nostra è composta esclusivamente da uomini ombra 
(ergastolani ostativi). Poi per miracolo e magia anche gli uomini ombra 
s'illuminano d'amore sociale e non noto più nessuna differenza fra le due 
squadre. I miei compagni smettono di essere uomini ombra, mi sembrano pieni 
di luce come i giocatori dell'altra squadra, sorridono ed esultano ogni 
volta che segnano un goal.
Finita la partita, per la cronaca cinque a cinque, si va alla biblioteca del 
carcere e inizia il momento più politico, comunicativo della giornata:



-Anche la fabbrica è diventata un carcere e devi chiedere persino il 
permesso di andare in bagno


-Finirò la mia pena nel 9.999.999, ma credo che in quel anno non ci sarò 
più, almeno in questo mondo. Forse sarò da un'altra parte, ma spero che 
l'aldilà non esista perché non vorrei continuare a scontare la mia pena 
anche nell'altro mondo.



-Come la maggioranza dei partiti sfruttano la criminalità per farsi 
eleggere, poi sfruttano pure gli operai per farsi mantenere.


-La condanna più assurda è una pena che non finisce mai, perché non è 
ragionevole ritenere una persona colpevole e cattiva per sempre.


- Lottiamo insieme e uniti per cambiare e portare legalità e diritti dentro 
e fuori nelle fabbriche.


-Per prima cosa al mattino quando apro gli occhi guardo le sbarre della mia 
finestra per assicurarmi che mi trovo dove un giorno dovrò morire. Si vive 
come morti che respirano, ma che cazzo di giustizia ci potrà mai essere in 
una pena che non finisce mai?
Poi arrivano le guardie, bisogna andare via, ci scambiamo gli ultimo saluti, 
gli ultimi abbracci, gli ultimi sorrisi e gli ergastolani ostativi 
ridivengono uomini ombra, ma con la speranza là fuori di non essere più 
soli.



Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto, novembre 2011




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