[Redditolavoro] NO AL GOVERNO MONTI-NAPOLITANONO AL GOVERNO MONTI-NAPOLITANO

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Mon Nov 14 10:40:13 CET 2011


 NO AL GOVERNO MONTI-NAPOLITANO,
GOVERNO DELLA CONFINDUSTRIA E DELLE BANCHE

(14 Novembre 2011)

Dichiarazione pubblica di Marco Ferrando

Nasce il governo della Confindustria e delle banche, sotto il
commissariamento della BCE e la garanzia della Presidenza della Repubblica
Mai nella storia italiana del dopoguerra un esecutivo è stato espressione
così diretta del capitale finanziario.
Mai la Presidenza della Repubblica ha svolto un ruolo tanto determinante e
diretto nella sua genesi, sino a travalicare forme, tempi, procedure, del
tradizionale parlamentarismo borghese.

Il combinarsi della crisi del berlusconismo e della crisi finanziaria,
italiana ed europea- in assenza di una soluzione parlamentare alternativa
immediatamente spendibile- ha prodotto questo esito straordinario.

*MARIO MONTI FIDUCIARIO DEL CAPITALE FINANZIARIO *

Tutti i partiti dominanti hanno compiuto un passo indietro, per lasciare il
passo al fiduciario delle banche e degli industriali. L'assetto bipolare
tradizionale , già in crisi, ha subito un duro colpo dagli avvenimenti, con
il distacco tra PDL e Lega da un lato e l'incrinatura interna al
centrosinistra dall'altro.
Berlusconi si è rassegnato alla ritirata sotto i colpi della crisi delle
Borse ( e delle sue stesse aziende) e lo sfarinamento della maggioranza
parlamentare alla Camera. Bersani ha scelto di sacrificare una vittoria
elettorale scontata del centrosinistra e la sua stessa leaderschip di
governo, sotto la pressione dell'emergenza finanziaria e dell'interesse
generale di sistema. Affermando che “viene prima il Paese e poi il Partito”
il gruppo dirigente del PD ha consacrato con parole auliche la propria
vocazione sacrificale di fronte all'interesse superiore del capitale.

*UN PROGRAMMA ANNUNCIATO DI MISURE ANTIPOPOLARI *

Il programma che si annuncia è la continuità dichiarata della politica
d'emergenza varata dal governo Berlusconi, col lasciapassare delle
“opposizioni” parlamentari: il rispetto del programma Europlus e dei
relativi “impegni” solennemente assunti in sede U.E.. Non è davvero in
discussione il programma di fondo del governo italiano, mai come oggi così
predefinito. Era semmai in discussione la credibilità della sua esecuzione,
il superamento delle sue “lacune”, la rapidità dei suoi tempi. Tutto il
mondo capitalista, a partire dal governo tedesco, francese e americano, si
è riunito a mani giunte attorno al capezzale del capitalismo italiano, per
chiedere un' ulteriore terapia d'emergenza sul malato. Il nome di Monti e
l'unità nazionale a suo sostegno sono la rassicurazione data non solo alla
borghesia italiana ma al capitalismo internazionale.
Proprio per questo va rimossa ogni eventuale illusione. Il governo proverà
a edulcorare la confezione d'immagine del suo programma con qualche innocua
trovata “anticasta” a fini mediatici, e una probabile minipatrimoniale
richiesta persino da Confindustria e banche in funzione antidebito. Ma
dentro la confezione curata starà l'attacco alle pensioni d'anzianità, il
salto generale di dismissione e privatizzazione di beni pubblici, il
sostegno più marcato alla demolizione progressiva del contratto nazionale
di lavoro, le nuove normative sui licenziamenti. Tutto ciò che chiede
l'Europa capitalista per rassicurare i banchieri. Questa è e resta la
ragione sociale del governo: fare contro i lavoratori ciò che Berlusconi
non era più in grado di fare e ciò che il centrosinistra non era ancora
pronto a fare. L'unità nazionale è semplicemente la soluzione di mutuo
soccorso tra i partiti borghesi per garantirsi la reciproca complicità
nell'attacco congiunto alla maggioranza della società. L'”unione sacra” è
sempre storicamente una soluzione di guerra. In questo caso di guerra al
lavoro.

*LA CAPITOLAZIONE DI DI PIETRO E VENDOLA.*

Tanto più in questo quadro colpisce la capitolazione al governo Monti di Di
Pietro e di Vendola. Il populismo comiziesco, in tutte le sue varianti, si
è sciolto come neve al sole di fronte all'emergenza del capitale
finanziario, sotto la pressione intimidatoria del PD e di Napolitano. Il
populismo giustizialista di Di Pietro è passato in due giorni dalla
denuncia della “macelleria sociale” in arrivo alla “fiduciosa attesa” del
nuovo governo. Il populismo poetico di Vendola ha surfato come sempre nelle
pieghe del vocabolario, per concludere che Monti è degno di un sostegno,
seppur “condizionato”. Entrambi hanno scelto di ingannare i lavoratori e i
propri elettori accodandosi ai banchieri, e coprendo le spalle al PD: pur
di coltivare le proprie ambizioni di governo futuro a braccetto con quel
partito.

Dove è assente ogni confine di classe, si dissolve prima o poi ogni confine
di opposizione.

*VIA IL GOVERNO DEGLI INDUSTRIALI E DEI BANCHIERI *

Di fronte alla generale capitolazione al governo di Confindustria e delle
banche è necessario il rilancio di una coerente opposizione di classe.
All'unità nazionale di tutti i principali partiti borghesi attorno al
programma degli industriali e dei banchieri, va contrapposto il fronte
unico di tutte le sinistre attorno alle ragioni del lavoro. Alla guerra
come alla guerra. Il Partito Comunista dei Lavoratori fa appello a tutte le
sinistre di opposizione al governo Monti per la più vasta campagna di
mobilitazione contro il governo: nelle fabbriche, negli uffici, nelle
scuole e università, nei quartieri. Preparando una prima manifestazione
nazionale contro il governo da tenersi a Roma. La cacciata del governo dei
capitalisti, per un'alternativa di società, deve diventare un obiettivo
centrale del movimento operaio e popolare.

*MARCO FERRANDO
*

*http://www.pclavoratori.it  -  info a pclavoratori.it*

*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI*

*SEZ. PROV. DI BOLOGNA*

*http://sites.google.com/site/pclbologna  -  pcl.bologna a virgilio.it
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