[Redditolavoro] Fw: novara manifestazione il 12 novembre contro f35

procomta ro.red at libero.it
Sun Nov 6 12:02:30 CET 2011



una rappresentanza di 5 militanti rappresentativi del sud e del nord di
proletari comunisti parteciperà alla manifestazione nazionale contro gli F15
di novara del 12 novembre
per chi volesse venire con noi, o incontrarci nel corso della manifestazione
amail ro.red at libero.it tel 347-1102638

report sull'assemblea preparatoria del 4 novembre a novara

si è tenuta ieri un'assemblea pubblica a Novara in preparazione della
manifestazione No F-35 prevista per il 12 novembre e di approfondimento.
Dentro il giardinetto della sala una macchina della polizia e una dei
carabinieri, che sono rimasti parecchio nell'antisala per poi spostarsi nel
giardinetto
Nell'intervento introduttivo è stato posto l'accento sulla necessità di
proseguire in questa lotta in modo unitario, sul modello No TAV in Valsusa.

Il giornalista messinese e militante No ponte Mazzeo ha fatto una lunga ed
articolata relazione che ha messo in evidenza i nessi tra le così dette
"grandi opere" in cantiere in questo paese- Ponte sullo stretto-TAV e
guerra, partendo dall'intervento in Libia e di come l' italia sia diventata
"ospite" di forze extra Nato e con il delinearsi di nuovi poli militari. In
particolare, ha messo in evidenza come molti degli attori si ritrovano in
entrambe: Finmeccanica, Almaviva, ma anche alcuni insospettati come la Rai e
Confagricoltura. La relazione, per molti versi  tecnica,  ha messo in
evidenza come scelte economiche, o meglio, interessi economici mettono in
discussione la democrazia in questo paese, in riferimento, in particolare,
al fatto che neanche gli interventi militari passano per un voto in
Parlamento, oltre al fatto che si è creata una sorta di extraterritorialità
molto diffusa in questo Paese. Lo stesso tema è stato sollevato
dall'intervento successivo di peacelink: "Quale politica militare ha deciso
l' Italia". Anche questo un intervento molto tecnico sulle caratteristiche
degli F35, del perchè continuano a diminuire le richieste di  commesse per
questo modello, di come non sia pensabile che darà lavoro in maniera
significativa, ma la scelta dell'assembramento degli F35 sia frutto di
servilismo da parte dell' Italia con in cambio briciole in termini di
ricadute positive sia in termini economici che di conoscenze tecnologiche.

Il rappresentante del movimento NO TAV ha utilizzato alcune immagini per
legarsi efficacemente agli interventi che di quanti lo hanno preceduto e ai
temi della serata, con la precisazione, in apertura, che la scelta degli
F35, per l'Italia viene da lontano con la costruzione della portaerei
Cavour: l'immagine del fumo dei lacrimogeni cs utilizzato il 3 luglio: visto
che sono proibiti nelle zone di guerra, utilizzati in Valsusa; le immagini
del filo spinato israeliano che delimita il non cantiere; le immagini della
distruzione del sito archeologico-di cui sono stati accusati i No TAV ed
oggi il museo utilizzato come sede del comando; le immagini dei mezzi,
blindati utilizzati per presidiare, in particolare quelli
militari-addestrati in Afganistan sbarcati in Valsusa; la denuncia dell'uso
improprio dei VVFF utilizzati in turni-si è riusciti a mettere fine a questa
sottrazione "indebita" dei vigili del fuoco al ruolo che effettivamente
hanno di presidio del territorio; i costi esorbitanti di 90.000 euro al
giorno per mantenere il presidio a un cantiere fantasma, saliti a 500.000
euro al giorno nei giorni del 22 e 23 ottobre ed ha ricordato che a 500.000
euro ammonterebbe il fabbisogno per coprire le spese per i servizi sociali
della valle, soldi che non vengono trovati, mentre per  " presidiare" il
cantiere si trovano prontamente; le vessazioni dei contadini che per poter
effettuare la vendemmia sono stati sottoposti a estenuanti controlli; ha
sottolineato come la bozza del decreto sviluppo prevede per chi manifesta,
visto che il sito della Maddalena è stato dichiarato come sito strategico
nazionale, multe e prigione. Rispondendo agli interventi precedenti ha
tenuto a precisare che la politica di difesa italiana è già scritta, ma non
è stata sancita: repressione delle rivolte popolari.

proletari comunisti milano



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