[Redditolavoro] verso il 6 maggio: assemblea lavoratori, precari, disoccupate, studenti a Palermo

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Wed May 4 13:27:55 CEST 2011


Più di cento tra lavoratori e lavoratrici della scuola, del policlinico,  
precari e precarie della cooperative sociali, disoccupate insieme ad un gruppo 
di studenti   hanno animato l’assemblea che si è svolta ieri pomeriggio a 
Palermo presso la sede dello Slai Cobas per il sindacato di classe in vista 
dell’imminente sciopero generale del 6 Maggio indetto dalla CGIL. 

La richiesta di uno sciopero generale arriva da mesi dal basso, alcuni momenti 
importanti in cui essa è emersa con forza sono stati la grande manifestazione 
nazionale Fiom del 16 ottobre a Roma  con la contestazione al comizio finale di 
Epifani levatasi da lavoratori, precari, disoccupati, studenti di proletari 
comunisti, red block e slai cobas per il sindacato di classe che hanno 
incoraggiato altre realtà in piazza ad unirsi al grido “sciopero, sciopero 
generale!”, lo sciopero nazionale della Fiom del 28 gennaio dove in diverse 
piazze le dirigenze sindacali CGIL sono state fischiate e contestate come è 
successo per esempio alla manifestazione di Termini Imerese in Sicilia ma non 
solo, per non parlare della importantissima lotta che gli studenti hanno 
portato avanti nei mesi scorsi contro il la riforma Gelmini e tutto il governo 
culminata nella grande e forte giornata del 14 Dicembre a Roma dove gli 
studenti hanno realmente concretizzato  e messo in campo primi embrioni di 
lotta volta ad una volontà di cambiare realmente lo stato attuale delle cose 
contro il governo al servizio dei padroni affiancati dai sindacati confederali 
negli attacchi antioperai e antiproletari quotidiani.

In tutte queste occasioni la Cgil, in primis nella persona della nuova 
segretaria Camusso,  ha fatto orecchio da mercante, ha preso tempo dicendo che 
non c’erano le condizioni per lo sciopero generale fino a prendere decisamente 
e vergognosamente le distanze dalle forme di lotta  degli studenti 
condannandole come violenza gratuita che non porta a nulla (ma su questa 
posizione anche la Fiom di Landini si è accodata).

Ma vuoi o non vuoi a fronte di una pressione dal basso arrivata da più fronti 
la CGIL doveva cercare di salvarsi la faccia come si suole dire ed ecco allora 
la proclamazione dello sciopero generale del 6 maggio, in realtà uno 
“scioperetto” con una piattaforma generale e generica che non mira affatto a 
far cadere il governo Berlusconi e non rivolto affatto all’attacco dei padroni 
sempre più pesante che in questi mesi si concretizzato sempre più chiaramente 
alla Fiat con i cosiddetti piani Marchionne.

Viviamo in una realtà nel nostro paese in cui la disoccupazione continua ad 
aumentare dalle fabbriche fino all’ultimo angolo lavorativo esistente, 
massiccio è il ricorso dei padroni agli ammortizzatori sociali come la cassa 
integrazione o la mobilità, qui a Palermo per esempio gli operai Fiat sono in 
cassa fino al 09 maggio e continueranno così come gli operai della Fincantieri 
praticamente tutti a casa in questo periodo, da un lato diminuiscono i salari e 
dall’altro si aumenta l’età pensionabile, aumentano i morti sul lavoro ma 
padroni e governo si scagliano vergognosamente contro la sentenza di condanna 
dei padroni Thyssen, non ultimo il ministro Sacconi che riguardo alle tragiche 
morti degli operai di quella fabbrica parla di “ sentenza esagerata” mostrando 
tutto il disprezzo verso la vita degli operai sfruttati ogni giorno sempre di 
più dentro le fabbriche, vera e propria carne da macello al servizio del 
profitto dei padroni.

E ancora Sacconi e company si scagliano contro lo Statuto dei lavoratori 
“incoraggiato” da  economisti anche “dell’altra” sponda come il solerte Ichino, 
si attacca il diritto di sciopero, la rappresentanza sindacale, i piani 
fascisti alla Fiat di Marchionne a Pomigliano, a Mirafiori insegnano per non 
parlare dell’ultimo caso della Bertone dove le RSU Fiom in nome di una 
"genialità operaia", come ha detto Airaudo e di un atto "coraggioso, di 
legittima difesa", come ha detto Landini  hanno di fatto  spinto gli operai a 
piegarsi al diktat padronale.

La scuola pubblica viene massacrata giornalmente con licenziamenti di massa 
dei precari, oltre i 12.000 tagli già fatti da questo governo se ne 
aggiungeranno altre migliaia anche quest’anno e la Sicilia è tra le regioni che 
saranno più falcidiate ma pesanti tagli vengono fatti anche alle risorse 
destinate ai servizi sociale e sanitari.

Si attacca la Costituzione, l’art. 1 è un ostacolo da cambiare per avere via 
libera nella strada di governo, padroni e falsa opposizione verso la 
costruzione di un moderno regime, il Sole 24 ore  (il giornale dei padroni?!) 
ha calcolato 100 e oltre tentativi ad oggi da parte del governo ma non solo di 
modificare/attaccare la Costituzione.

Lavoro non guerra! è stata la parola d’ordine che in alcuni striscioni hanno 
portato realtà di lavoratori, precari in lotta  dai disoccupati di Taranto ai 
precari delle Coop Sociali di Palermo: lo capiamo che siamo in guerra???  
governo, “opposizione”, Napoletano, cercano di convincerci che non è così, 
parlano di “missione umanitaria”, di “obiettivi e bombardamenti mirati ma solo 
per difendere i civili” con una ipocrisia e falsità indecente mentre  si 
spendono 260.000.000 di euro per le spese militari, ma si sa per i bottini di 
guerra ( petrolio, sfruttamento delle risorse,  controllo geostrategico nei 
paesi come la Libia) valgono questo e altro, e si agita lo spettro “dell’
invasione migranti” per scatenare e fomentare tra le masse il razzismo 
deviandone l’attenzione dai problemi quotidiani che subiscono.

Il grado di emancipazione di una società lo si vede dalla condizione in cui 
versano nella stessa le donne, l’Italia in questo caso dimostra pienamente la 
marcia in senso reazionario della società attraverso un attacco doppio che ogni 
giorno sempre di più subiscono le donne, le lavoratrici, le operaie, le 
precarie, le disoccupate non ultimo il vergognoso accordo governo/Sindacati 
compreso la CGIL della Camusso siglato proprio l’8 marzo sulle politiche di 
conciliazione lavoro/famiglia che mirano a rendere le donne sempre più 
ammortizzatori sociali su cui scaricare il lavoro di cura e a ricacciale a casa 
in un moderno medioevo.

Sciopero generale??? dinanzi a tutto questo è urgente e necessario ma in che 
forme???
Solo in una città come  Palermo  tra gli operai in cassa da mesi o già 
licenziati, i precari Gesip che in questi giorni stanno mettendo a ferro a fuco 
la città  contro la minaccia della perdita di lavoro contrastando la 
repressione della polizia, i precari della formazione professionale che da 
giorni sono sopra i tetti dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione, i 
lavoratori dell’Amia SM  senza stipendi da mesi, per non parlare delle lotte 
che anche noi portiamo avanti  contro precarietà, licenziamenti, 
ipersfruttamento, disoccupazione, lo sciopero generale dovrebbe fare davvero 
scintille, figuriamoci se guardiamo a livello generale.

I governi non sono mai neutrali, fanno le leggi che servono ai padroni e a 
matenere il potere della classe borghese dominante.

Lo sciopero generale proclamato dalla CGIL non è per la caduta del governo, 
contro i padroni, contro i sindacati venduti come la Cisl e la Uil, la Camusso 
più volte ha parlato di guardare alla possibilità reale di ricreare un’unità 
con i due sindacati confederali, il I° maggio a Marsala  la Camusso ha speso le 
sue parole solo in questo senso, provare a riunirsi con  Bonanni della Cisl 
che  ha parlato solo di fisco come il vero problema da risolvere e Angeletti 
della UIL che ha apertamente dichiarato di essere contrario non solo allo 
scontro tra… ma anche a quello con le controparti, cioè con i padroni. 

Noi lavoratori, precari, disoccupati presenti qui oggi il 6 maggio scenderemo 
in piazza con parole d’ordine diverse e contenuti e pratiche diverse, in forte 
critica e contestazione verso la CGIL ( e in alcune forme verso la stessa Fiom) 
la cui linea di conciliazione filo padronale e filo istituzionale al servizio 
della reazione va contrastata ogni giorno nei posti di lavoro dove gli operai, 
i lavoratori la sperimentano sulla propria pelle con l’obiettivo di dare un 
segnale forte, determinato, combattivo, altro: per la cacciata del governo 
berlusconi qui e ora rivolta popolare, lavoro e non guerra imperialista, per un 
vero sciopero generale, operai, lavoratori, precari, disoccupati e studenti 
uniti nella lotta.

“Siamo una goccia nel mare” ha detto una lavoratrice della scuola di Palermo 
al corteo delle lavoratrici, precarie, disoccupate dell’8 marzo scorso, “ma il 
mare è fatto di tante gocce”,  questo è lo spirito ribadito dall’assemblea che 
si vuole portare di nuovo in piazza il 6 maggio nella nostra città.


L'assemblea dei lavoratori, precari, disoccupate, studenti

Slai cobas per il Sindacato di classe Palermo






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