[Redditolavoro] alla bertone
CobasSindacatodiClasse
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Wed May 4 13:25:15 CEST 2011
dal sito di proletari comunisti
La Fiom crede di essere più furba di Marchionne, ma Marchionne vince...
La indicazione della Fiom di votare Si al referendum alla Bertone non è
affatto una "genialità operaia", come dice Airaudo, nè un atto "coraggioso,
di legittima difesa", come dice Maurizio Landini.
Ogni spiegazione fatta su questa decisione appare un "arrampicarsi sugli
specchi", un aggrapparsi contraddittorio al fatto che "comunque la Fiom
nazionale non firmerebbe l'accordo". La Fiom e i delegati si illudono di
essere furbi, di spiazzare in questa maniera Marchionne, di spuntare la
pistola che padron Fiat ha puntato alla testa degli operai, ma è
un'illusione che durerà poco, perchè è evidente che la azienda non avrà
alcuna intenzione sui punti del piano di fare marcia indietro o di riaprire
la trattativa - non l'ha avuta e anzi ha peggiorato il piano quando il Si ai
referendum era di poco superiore ai No, figurarsi ora che potrà avere una
larga maggioranza.
La realtà è che Marchionne sta ottenendo quello che vuole, il suo ricatto
vince, e ha di fronte un'opposizione sindacale sempre più solo di parole,
come parole sono le sue promesse di mantenimento dei posti di lavoro in
cambio di una rinuncia pesante ai diritti sulle condizioni di lavoro e
salariali, ai diritti sindacali e di sciopero.
La realtà è che la Fiom, da dopo Mirafiori, per sua responsabilità, ha fatto
perdere agli operai e alle operaie il momento buono di mettere in piazza un
rapporto di forza favorevole, di chiamare all'unità e ad un vero sciopero
generale tutto il mondo del lavoro. E nell'assemblea nazionale Fiom invece
di fare un piano articolato e serio di lotta ha fatto un piano di
"propaganda e assemblee".
La realtà è che la linea della Cgil della Camusso di riaprire il rapporto
unitario con cisl e uil e il dialogo a perdere con padronato e governo
Camusso sta passando nella Fiom.
NOI, NEI DUE SPECIALI FIAT "CONTRO IL FASCISMO PADRONALE" AVEVAMO PREVISTO E
DETTO TUTTO QUESTO. E ABBIAMO CHIAMATO GLI OPERAI PIU' COSCIENTI ALLA
NECESSITA' DI COSTRUIRE ORGANIZZAZIONE SINDACALE DI CLASSE, LINEA E LOTTA
INDIPENDENTE DA QUELLA DEI VERTICI FIOM.
Ora i 10 delegati Fiom della Bertone dicono: "Gli operai ci avevano dato il
mandato di difendere lavoro e diritti, noi non ci siamo riusciti, nessuna
vera trattativa si è aperta, e dunque è giusto restituire la parola ai
lavoratori" e si dimetteranno dopo il risultato del referendum. Ma che razza
di discorso, linea è mai questa? Prima non hanno difeso i lavoratori e ora,
a completamento di una linea fallimentare, dicono di votare Si? E si
dimettono, e ora, dopo la sconfitta, restituiscono la democrazia sindacale
ai lavoratori? Troppo facile e inutilmente demagogico ora, prima occorreva
farlo!
Così Landini non può dire che il referendum è una truffa, che "Non c'è una
scelta per i lavoratori qui alla Bertone, ma solo un diktat" e poi dire agli
operai di piegarsi a questo diktat; e pensare di opporsi al fascismo
padronale con i ricorsi giudiziari.
In nome di non dividere i lavoratori tra chi avrebbe votato no e chi avrebbe
votato sì "per disperazione"(NO che qui, tra l'altro, avrebbe stravinto
visto la presenza rilevante della Fiom), i dirigenti e delegati Fiom sono
responsabili di fatto di aver fatto vincere la "DISPERAZIONE"! (come
emblematicamente dimostra anche il tentativo di suicidio dell'operaio della
Bertone).
Al di là dei toni dei dirigenti e delegati Fiom della Bertone che cercano di
mantenere una linea di resistenza, la "minaccia" più concreta che resta a
Marchionne sono i ricorsi legali della Fiom - certo utili, ma poca cosa a
fronte dei diktat padronali, di norme a favore dei lavoratori che possono
essere cambiate da un momento all'altro dal governo, di giudici che possono
essere bravi contro Berlusconi ma che sono mosche bianche quando devono
difendere i lavoratori.
La Fiom dice che non firmerà nulla, ma quando durerà questa linea? Come
l'indicazione di voto al referendum dimostra, una volta presa una china si
va rapidamente verso terra.
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