[Redditolavoro] TORINO: LA CISL CACCIATA DAL CORTEO DEL 1° MAGGIO
Partito Comunista dei Lavoratori
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Tue May 3 11:18:03 CEST 2011
CACCIATA LA CISL DAL CORTEO DEL 1 MAGGIO A TORINO
IL PCL PARTECIPA ALLA CONTESTAZIONE E AL COMIZIO CHE LA RIVENDICA.
(2 Maggio 2011)
Il 1 Maggio a Torino si annunciava da giorni molto caldo.
Nella città della massima aggressione padronale contro il lavoro, la
direzione CGIL sceglieva di celebrare i primo maggio a braccetto di CISL E
UIL: i sindacati sodali degli Agnelli e del governo. Non solo: era
annunciata la presenza nel corteo dei massimi dirigenti berlusconiani della
Regione, incluso il candidato a sindaco del PDL: un certo Coppola ( un nome,
un programma). E tutto questo alla vigilia del nuovo referendum ricatto alla
ex Bertone ( 2 Maggio) e dello sciopero generale contro il governo ( 6
Maggio). Era davvero troppo.
La sezione torinese del PCL proponeva alle altre sinistre cittadine- ed in
particolare al blocco FED-Sinistra Critica- di promuovere congiuntamente una
contestazione di piazza della presenza CISL nel corteo e una conclusione
separata della manifestazione. Ma la proposta unitaria veniva respinta.
Come era prevedibile, la contestazione della CISL è avvenuta ugualmente, e
in termini dirompenti. Centinaia di lavoratori della Cgil e dei sindacati di
base, centinaia di giovani del centro sociale Askatasuna e delle Università
hanno giudicato insopportabile la presenza degli avversari del lavoro alla
festa del lavoro: ed hanno sbarrato loro la strada con un muro umano di
slogan di denuncia e di epiteti dissuasivi. Piero Fassino, uomo di
Marchionne, e il servizio d’ordine del PD hanno fatto di tutto per difendere
la presenza della Cisl e dei berluscones. Ma invano. Persino quel pezzo di
base CGIL che non ha partecipato alla contestazione, si è rifiutato di
attivarsi a difesa degli avversari. Il risultato è stato che dopo mezzora di
stallo la polizia ha scortato l’uscita della CISL dal corteo, tra i plausi
di giubilo di tanto giovani e operai. I berluscones hanno seguito a ruota.
Il PCL ha partecipato alla contestazione e ne ha rivendicato la giustezza.
Lungo tutto il corteo ha animato uno spezzone combattivo che rivendicava la
rottura col sindacalismo filo padronale ( “CISL e UIL servi dei padroni, non
bastano le uova, ci vogliono i bulloni”) e con tutti i partiti padronali (
“Coppola e Fassino stanno con Marchionne, contro gli operai, uomini e
donne”). E alla fine ha partecipato al comizio conclusivo animato da
Askatasuna e dai settori partecipi della contestazione, con l’intervento del
nostro compagno Daniele Debutto, operaio, unico candidato a sindaco
intervenuto: il quale non solo ha pubblicamente rivendicato la contestazione
della Cisl , ma ha concluso l’intervento- molto applaudito- col richiamo al
“Fare come in Tunisia e in Egitto”, quindi alla prospettiva della
rivoluzione. Il tutto davanti a non meno di 2000 lavoratori e giovani.
Più in generale, la parola d’ordine del “ Fare come in Tunisia e in Egitto”
ha raccolto lungo tutto il corteo un vasto consenso di pubblico, con
ripetuti applausi di settori di manifestanti. E’ la riprova di come una
parola d’ordine di rivoluzione possa essere declinata in forma popolare,
rendendosi accessibile al senso comune di vasti settori di avanguardia e
persino di massa. Per questo la rilanceremo in occasione delle imminenti
manifestazioni del 6 Maggio. Lungo quella linea di “autonomia, unità di
classe, prospettiva rivoluzionaria” che, nel suo insieme, segna la
differenza di fondo tra il nostro partito e ogni altro soggetto della
sinistra.
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