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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">CACCIATA LA CISL DAL CORTEO DEL 1 MAGGIO A TORINO
<br>IL PCL PARTECIPA ALLA CONTESTAZIONE E AL COMIZIO CHE LA RIVENDICA. </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(2 Maggio 2011) </p>
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<p class="testo_newsletter">Il 1 Maggio a Torino si annunciava da giorni molto caldo.
<br>Nella città della massima aggressione padronale contro il lavoro, la
direzione CGIL sceglieva di celebrare i primo maggio a braccetto di
CISL E UIL: i sindacati sodali degli Agnelli e del governo. Non solo:
era annunciata la presenza nel corteo dei massimi dirigenti
berlusconiani della Regione, incluso il candidato a sindaco del PDL: un
certo Coppola ( un nome, un programma). E tutto questo alla vigilia del
nuovo referendum ricatto alla ex Bertone ( 2 Maggio) e dello sciopero
generale contro il governo ( 6 Maggio). Era davvero troppo.
<br>
<br>La sezione torinese del PCL proponeva alle altre sinistre cittadine-
ed in particolare al blocco FED-Sinistra Critica- di promuovere
congiuntamente una contestazione di piazza della presenza CISL nel
corteo e una conclusione separata della manifestazione. Ma la proposta
unitaria veniva respinta.
<br>
<br>Come era prevedibile, la contestazione della CISL è avvenuta
ugualmente, e in termini dirompenti. Centinaia di lavoratori della Cgil e
dei sindacati di base, centinaia di giovani del centro sociale
Askatasuna e delle Università hanno giudicato insopportabile la presenza
degli avversari del lavoro alla festa del lavoro: ed hanno sbarrato
loro la strada con un muro umano di slogan di denuncia e di epiteti
dissuasivi. Piero Fassino, uomo di Marchionne, e il servizio d’ordine
del PD hanno fatto di tutto per difendere la presenza della Cisl e dei
berluscones. Ma invano. Persino quel pezzo di base CGIL che non ha
partecipato alla contestazione, si è rifiutato di attivarsi a difesa
degli avversari. Il risultato è stato che dopo mezzora di stallo la
polizia ha scortato l’uscita della CISL dal corteo, tra i plausi di
giubilo di tanto giovani e operai. I berluscones hanno seguito a ruota.
<br>
<br>Il PCL ha partecipato alla contestazione e ne ha rivendicato la
giustezza. Lungo tutto il corteo ha animato uno spezzone combattivo che
rivendicava la rottura col sindacalismo filo padronale ( “CISL e UIL
servi dei padroni, non bastano le uova, ci vogliono i bulloni”) e con
tutti i partiti padronali ( “Coppola e Fassino stanno con Marchionne,
contro gli operai, uomini e donne”). E alla fine ha partecipato al
comizio conclusivo animato da Askatasuna e dai settori partecipi della
contestazione, con l’intervento del nostro compagno Daniele Debutto,
operaio, unico candidato a sindaco intervenuto: il quale non solo ha
pubblicamente rivendicato la contestazione della Cisl , ma ha concluso
l’intervento- molto applaudito- col richiamo al “Fare come in Tunisia e
in Egitto”, quindi alla prospettiva della rivoluzione. Il tutto davanti
a non meno di 2000 lavoratori e giovani.
<br>
<br>Più in generale, la parola d’ordine del “ Fare come in Tunisia e in
Egitto” ha raccolto lungo tutto il corteo un vasto consenso di pubblico,
con ripetuti applausi di settori di manifestanti. E’ la riprova di come
una parola d’ordine di rivoluzione possa essere declinata in forma
popolare, rendendosi accessibile al senso comune di vasti settori di
avanguardia e persino di massa. Per questo la rilanceremo in occasione
delle imminenti manifestazioni del 6 Maggio. Lungo quella linea di
“autonomia, unità di classe, prospettiva rivoluzionaria” che, nel suo
insieme, segna la differenza di fondo tra il nostro partito e ogni altro
soggetto della sinistra. </p>
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