[Redditolavoro] piani per mirafiori

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Wed Mar 30 08:49:22 CEST 2011


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Con la Fiat "americana"
così cambierà MirafioriA Torino resterebbe la progettazione delle utilitarie 
e delle auto a metano, quelle elettriche negli Usa. A rischio miglia di 
posti di lavorodi PAOLO GRISERI

 L'ad Fiat Sergio Marchionne
 Torino capitale europea del colosso FiatChrysler. Quali conseguenze 
pratiche avrebbe questa scelta? Mentre la polemica degli ultimi giorni 
riguarda soprattutto il piano politico e sindacale, è ben più difficile 
capire quali sarebbero gli effetti concreti di una simile decisione. Oggi 
gli Enti centrali di Mirafiori governano su un impero che va dal Brasile all'Argentina 
alla Turchia, con joint venture in India e in Cina. Che cosa significherebbe 
per Torino veder ridurre il raggio d'azione alle sole attività del Vecchio 
continente? E, soprattutto, quanto ci perderebbe Torino rinunciando a 
diventare la testa della nuova impresa che nascerà dalla fusione 
italoamericana?

Oggi agli Enti centrali di Mirafiori lavorano circa 5.000 persone. Un numero 
simile a quello degli operai delle Carrozzerie che nel 2012 produrranno i 
due Suv assegnati allo stabilimento. Ma i colletti bianchi che tutte le 
mattine entrano dalla porta 7 di corso Agnelli si occupano solo 
marginalmente della produzione torinese. La loro mission è spesso il mondo. 
I rapporti con le province più lontane, l'attività di coordinamento di una 
società che conta circa 130 mila dipendenti sparsi nei cinque continenti, la 
progettazione dei nuovi modelli. I settori coinvolti da una possibile 
riduzione sono quattro: la finanza, l'area commerciale, gli acquisti e la 
progettazione. La maggior parte degli addetti è concentrata nei settori 
degli acquisti, del commerciale e della progettazione. Dunque le conseguenze 
della riduzione di attività nel settore della finanza potrebbero essere 
limitate anche se significative.

Per unanime ammissione di tutti gli osservatori, la vera differenza 
riguarderà le aree di progettazione. Che negli anni '90, avverte Giorgio 
Airaudo della Fiom, "vennero in parte esternalizzate e affidate a società 
dell'indotto". Queste aziende specializzate nello sviluppo occupano oggi 
diverse migliaia di dipendenti, si valuta che possano raggiungere il numero 
di 10 mila. Naturalmente non tutto è stato ancora deciso. Ma una 
progettazione dimezzata avrebbe certamente ricadute occupazionali.

L'ipotesi che si sta facendo strada tra le indiscrezioni che circolano in 
queste settimane, è infatti quella di dividere in due parti la progettazione 
affidando le utilitarie all'area torinese e la gamma medio alta all'America. 
Concretamente questo significa che i segmenti fino al B (dalle city car come 
la 500 alla Punto passando per la Panda) continueranno ad essere disegnati e 
pensati a Torino mentre i segmenti superiori finirebbero in Usa. Già oggi la 
piattaforma che servirà a produrre il suv a marchio Alfa deriva da un'architettura 
americana. Analogamente è probabile che vengano divise anche le attività di 
progettazione delle auto ecologiche: con il metano che resterà a Torino e l'elettrico 
che finirà negli Usa. Uno schema di questo genere avrebbe conseguenze 
inevitabili anche sulle aree del commerciale e degli acquisti e sulle 
aziende dalla fornitura che fino a ieri operavano anche nei segmenti 
medioalti.

Nessuno si azzarda oggi a tradurre in cifre la possibile riduzione di peso 
dell'area torinese. Almeno fino a quando non saranno chiare scelte che l'ad 
del Lingotto non sembra aver ancora compiuto. «A una riduzione di peso dell'area 
torinese non voglio nemmeno pensare», risponde il segretario della Fim, 
Claudio Chiarle. Che precisa comunque: «Certo anche l'attività di 
progettazione dipende, in ultima analisi dal mercato. Solo il mercato potrà 
dirci se siamo in grado di entrare in una fase espansiva in cui ci sarà 
lavoro anche per i progettisti». "Queste-  osserva Airaudo-  sono le vere 
scelte sulle quali sarebbe utile che non solo i sindacati ma anche la 
politica battesse un colpo. E non penso solo al governo ma anche all'opposizione. 
Ve lo immaginate che cosa accadrebbe in Francia se qualcuno pensasse di 
spostare la testa della Renault a Tokio?".




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