[Redditolavoro] l'aquila torna a roma il 7 luglio

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Sun Jun 26 13:12:37 CEST 2011


.L'AQUILA. Tasse, case e lavoro. Su questi temi, a un anno di distanza dalle 
manganellate di Roma, il 7 luglio si prepara una nuova grande mobilitazione 
popolare che consisterà in un corteo con presidio davanti a palazzo Silone 
sede della giunta regionale. L'ANNIVERSARIO. Un anno dopo il corteo di Roma, 
i comitati civici promuovono un'iniziativa dal titolo «Senza lavoro, senza 
case L'Aquila non rinasce». Il programma è in via di definizione. Il raduno 
è fissato alle 15 alla Rotonda di viale Corrado IV. Di nuovo in piazza, 
dunque, come i ventimila del 16 giugno 2010, con l'occupazione 
dell'autostrada A24, o quelli dell'iniziativa nazionale «L'Aquila chiama 
Italia» del 20 novembre 2010. Al centro dell'attenzione, e della protesta, 
le tematiche legate alla sospensione di tasse, contributi, riscossioni e 
azioni di Equitalia, oltre alla stabilizzazione dei lavoratori precari e al 
sostegno alle attività produttive con incentivi alle assunzioni. I cittadini 
sfileranno fino a palazzo Silone, sede della giunta regionale d'Abruzzo. 
Seguirà un presidio. Del resto, i comitati lo avevano promesso. «Abbiamo 
invitato più volte il commissario del governo per la ricostruzione Gianni 
Chiodi a confrontarsi nelle assemblee cittadine. Se non verrà lui allora 
andremo noi». Insomma, il movimento popolare è sempre in azione, come 
testimonia anche la recente partecipazione, a Roma, alla consegna delle 
cinquantamila firme raccolte in città e in tutta Italia per la legge di 
iniziativa popolare, il cui testo si trova, attualmente, all'esame della 
commissione Ambiente della Camera dei deputati. I nodi da sciogliere sono 
ancora tanti, a partire dall'avvio della ricostruzione pesante in centro 
storico. L'ANCE: ACCELERARE. «L'esito dell'ultimo confronto al tavolo degli 
enti per la ricostruzione mi sembra molto positivo». Lo afferma il 
presidente dell'Ance Gianni Frattale. Il capo dei costruttori aquilani 
commenta, dunque, in termini positivi l'avvio delle procedure per la 
presentazione dei piani di ricostruzione dei centri storici. «È 
auspicabile», aggiunge l'imprenditore edile, «l'atteso snellimento delle 
procedure, al fine di ridurre al minimo i ritardi inevitabili contro i quali 
tutti stiamo cercando di lottare. A questo punto bisognerebbe chiarire anche 
l'effetto dell'ultima ordinanza sulle macerie, un argomento di fondamentale 
importanza per l'avvio della ricostruzione. Come già abbiamo detto in 
precedenza, occorre salvaguardare soprattutto quelle ditte aquilane che, con 
grandi sforzi a livello di investimento, e anche di tipo organizzativo, si 
sono messe in regola per procedere con le operazioni di trasporto. Le loro 
aspettative non vanno mortificate con ulteriori intralci burocratici». LA 
PROTESTA. Ventisei mesi dopo il sisma, molti cittadini che non sono ancora 
riusciti a rientrare all'interno delle proprie abitazioni danneggiate dal 
terremoto sono ancora alle prese, tra i tanti, coi problemi legati al 
recupero dei beni mobili dalle case. Una lettrice, proprietaria di 
un'abitazione antica in zona rossa e classificata E (danni strutturali) 
racconta al Centro che è costretta ancora a pagare, a due anni dal sisma, 
«la somma di 200 euro al mese per l'affitto di un luogo dove ho sistemato i 
beni mobili che sono riuscita a recuperare. C'è gente che è già rientrata a 
casa sua ormai da molti mesi e ha preso lo stesso contributo di 5mila euro 
per il trasloco che è toccato anche a me. Mi sembra che questo contributo 
vada integrato se la situazione di esilio forzato persiste».




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