[Redditolavoro] CASO” BISIGNANI: L'ANATOMIA DELLO STATO

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Sun Jun 26 00:52:20 CEST 2011


 CASO” BISIGNANI: L'ANATOMIA DELLO STATO

(25 Giugno 2011)

Luigi Bisignani e la sua cricca non sono un “caso”. Sono la regola della
democrazia borghese: cioè di un organizzazione dello Stato formalmente
basata sulla cosiddetta “sovranità del popolo”, e in realtà fondata sulla
sovranità dei poteri forti, e del loro sottobosco. La cornice istituzionale
del Parlamento, del governo, dei partiti borghesi è solo la veste pubblica
dello Stato. Il suo baricentro reale sta nell'infinita girandola della lotta
tra bande e cordate per il controllo quotidiano del potere e delle decisioni
che contano: promozioni di carriera, mediazioni d'affari, regolamento di
conti, intrighi contro bande rivali..E ciò in ogni ambito della vita
pubblica: ministeri, grandi aziende, vertici militari, servizi segreti,
informazione televisiva e giornalistica, persino relazioni internazionali, a
partire da quelle col Vaticano.

Questo è l'eterno gioco della democrazia borghese, insensibile ai
cambiamenti politici e istituzionali. E i Re di questo gioco non sono le
figure conosciute e pubbliche, in qualche modo “elette”. Sono i faccendieri
capo banda come Bisignani. Figura ignota sino a ieri alla totalità del
grande pubblico, ma “la più conosciuta” -come ha rivelato Gianni Letta-
negli ambienti che contano. Figura trasversale alla prima e alla seconda
Repubblica, agli ambienti laici e cattolici, agli schieramenti di governo e
di “opposizione”. Socialmente una figura di perfetto parassita, che ha
costruito il  proprio potere di condizionamento sulla molteplicità delle
relazioni costruite in 40 anni di sottobosco politico, da Andreotti a
Berlusconi, dalla P2 alla P4. Più informazioni acquisiva, più la sua forza
contrattuale cresceva. Più cresceva la sua forza contrattuale, più aumentava
la sua capacità d'attrazione di ministri, funzionari, manager, generali,
ognuno alla ricerca di un favore, di un'intercessione, di un informazione,
persino di un consiglio, presso l'autorevole faccendiere. Pettegolezzi e
maldicenze,  emersi nelle intercettazioni, sono solo il rivestimento
grottesco e di contorno di questa miserabile realtà.

No. Bisignani non è espressione o creatura del berlusconismo, come vorrebbe
la letteratura dell'”opposizione” liberale o dipietrista. Il suo “lavoro” ha
attraversato indisturbato, nell'ultimo ventennio, sia i governi di
centrodestra che di centrosinistra.  E infatti ha interloquito sino a ieri
col ministro degli Esteri Frattini come col Segretario UDC Cesa, con Gianni
Letta come col presidente del Copasir D'Alema.
Bisignani è piuttosto l'espressione dell'intreccio indissolubile tra
politica e affari, proprio di ogni società borghese. Una società basata
sulla dittatura degli industriali e dei banchieri, e quindi sulla legge del
profitto, seleziona un apparato dello Stato a immagine e somiglianza di
quelle classi. Un  apparato dello stato funzionale a perpetuare la dittatura
di una minoranza sulla maggioranza della società non può fare a meno della
separatezza dalla società, e quindi del potere occulto e dei faccendieri.

Pensare che questa realtà possa cambiare sostituendo una maggioranza
parlamentare con un'altra è pura utopia, ogni volta smentita dalla storia.
Come scriveva Lenin, con parole semplici e vere “La repubblica democratica è
il miglior involucro possibile per il capitalismo. Per questo il capitale,
dopo essersi impadronito di questo involucro.. fonda il proprio potere in
modo talmente saldo, talmente sicuro, che nessun cambiamento, né di persone,
né di istituzioni, né di partiti, può scuoterlo” ( Stato e rivoluzione,
luglio 1917). Proprio così.

Tutto ciò non significa essere indifferenti alle diverse forme politiche di
governo e di Stato: che possono fornire spazi di lotta e di opposizione più
o meno ampi per le classi subalterne. Ma significa comprendere che non vi
sarà mai alcuna vera alternativa politica e sociale per le classi oppresse
senza mettere in discussione il potere del capitale e del Suo Stato.
La cacciata di Berlusconi è oggi il primo comandamento. Ma solo un governo
dei lavoratori e delle lavoratrici- basato sull'organizzazione della loro
forza- potrà fare piazza pulita di tutti i Bisignani e delle loro cordate.
Non certo  l'ennesimo governo confindustriale di Centrosinistra, amico di
Confindustria, banche, Vaticano.



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