[Redditolavoro] bologna - no all'espulsione die tunisini

procomta ro.red at libero.it
Wed Jun 22 12:21:52 CEST 2011


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 Ecco l'accoglienza

 "Voglio morire! Perchè devo andare via? Perchè avete buttato le mie
 coperte?". Le urla di Souhair continuano a risuonarci in testa e ci
 dicono tutto quello che c'è da dire sulla drammatica situazione a cui
 sono consegnati i ragazzi come Souhair, arrivati in Italia a bordo di
 un barcone pericolante, che in una città come Bologna non hanno
 neanche dove dormire.

 Souhair ha 28 anni, è tunisino. I suoi connazionali ci hanno
 raccontato che è arrivato in Italia un mese fa, che a Lampedusa si è
 ferito ad una gamba e teme di non aver ricevuto le giuste cure, che
 dopo una decina di giorni al dormitorio Beltrame di via Sabatucci è
 stato allontanato. Poi i Vigili urbani gli hanno tolto le coperte che
 si era procurato per dormire in strada. Ieri sera Souhair ha deciso di
 arrampicarsi su un muro e poi su un'impalcatura, di ferirsi più volte
 tagliandosi sul petto, di sospendersi nel vuoto e di infilare la testa
 in un cappio. Souhair ha rischiato di cadere e farsi molto male, di
 morire. Con lui hanno parlato solo operatori del 118 e agenti di
 Polizia, con tanto di manganello infilato nel cinturone che proprio
 non capiamo a che potesse servire. Solo divise davanti agli occhi di
 Souhair e nessuno del Comune o dei servizi sociali. Alla fine hanno
 inseguito Souhair sui ponteggi, lo hanno bloccato e lo hanno portato
 giù di peso. Con le manette ai polsi. Lo hanno sollevato per le gambe
 e le braccia per caricarlo, sanguinante, su un'ambulanza. Sempre con
 le manette ai polsi.

 Insieme ad altre persone che hanno assistito alla scena abbiamo
 avvicinato Souhair per dargli il numero di un avvocato. Gli agenti non
 hanno gradito tanta attenzione, hanno alzato la voce e hanno preteso i
 documenti di alcuni di noi.

 Souhair, ammanettato e in lacrime, è andato via in ambulanza. Vogliamo
 sapere le sue condizioni di salute, se è ancora in stato di fermo,
 dove si trova e qual'è il suo destino.

 A chi amministra questa città, intanto, chiediamo come sia possibile
 pensare di affrontare il dramma di Souhair, e dei tanti nelle sue
 stesse condizioni, riducendo anche questo ad una faccenda di ordine
 pubblico. E' questa l'accoglienza di cui ci si riempie continuamente
 la bocca? Ieri sera abbiamo visto la disperazione negli occhi di un
 ragazzo di 28 anni mentre i suoi amici ci hanno raccontato delle
 difficoltà di chi si trova al Beltrame, dei tanti costretti a vivere
 in Montagnola o nei pressi della stazione, della mancanza di
 assistenza e di tutela. Eccola, l'emergenza infinita.

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