[Redditolavoro] TUNISIA ED EGITTO INDICANO LA VIA.

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Sun Jan 30 21:40:13 CET 2011


 TUNISIA ED EGITTO INDICANO LA VIA.

(30 Gennaio 2011)

TUNISIA ED EGITTO INDICANO LA VIA.

SOLO UNA SOLLEVAZIONE OPERAIA E POPOLARE PUO' SPAZZARE VIA BERLUSCONI
NELL'INTERESSE DEL LAVORO, E APRIRE UNO SCENARIO POLITICO NUOVO


La crisi politica e istituzionale dell'Italia precipita.

La seconda Repubblica è in piena decomposizione. La sua crisi ormai trascina
con sé la guerra senza tregua tra tutti i poteri dello Stato. Mentre il
decantato “bipolarismo” si riduce alla contrapposizione tra un sultanato
decadente da basso impero, sorretto da deputati corrotti e dagli avvocati
personali del sultano, e un'opposizione parlamentare fallita che si affida a
Bankitalia,a Confindustria, alla Magistratura, al Papa. Senza che né il
berlusconismo reazionario, né l'antiberlusconismo liberale, possano
tracciare una via d'uscita dalla crisi istituzionale e dalla propria stessa
crisi.

Tanto più in questo quadro, il movimento operaio non può limitarsi
all'iniziativa sindacale, ma deve battersi per una propria soluzione della
crisi politica italiana. Con la consapevolezza che tutte le rivendicazioni
sociali delle proprie lotte quotidiane riconducono alla necessità di una
alternativa politica radicale.

La nostra opinione è molto semplice. C'è una sola via per liberarsi di
Berlusconi senza affidarsi agli amici “democratici” di Marchionne: la via
della rivolta di massa. Prima la Tunisia, poi l'Egitto, hanno dimostrato una
volta di più che ciò che si riteneva impensabile è possibile; che quando il
popolo cessa di avere paura e si scrolla di dosso la rassegnazione, si
trasforma in una forza enorme capace di rovesciare regimi apparentemente
inespugnabili; che solo il rovesciamento rivoluzionario di un governo può
aprire uno scenario politico nuovo per gli oppressi. E' una lezione preziosa
per i lavoratori e le masse popolari italiane.

Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio sia allora l'inizio
di una vera prova di forza: di una mobilitazione generale, continuativa,
radicale, che si proponga di bloccare l'Italia sino alla cacciata del
governo e alla sconfitta di Fiat e Confindustria; che punti a processare non
solo Berlusconi ma le classi dirigenti del Paese; che miri a unificare
attorno a sé le ragioni di tutti gli sfruttati, nella prospettiva di un
governo dei lavoratori.

Non si tratta di porsi alla coda delle Procure o dei partiti borghesi
liberali. Si tratta di porsi alla testa della rabbia sociale,
dell'indignazione morale, di ogni protesta democratica, per dar loro uno
sbocco rivoluzionario. Questa e solo questa è la via dell'alternativa. Ed è
possibile. Non c'è alcuna forza “oggettivamente” superiore alla forza di
milioni di lavoratori e di sfruttati. Quando le masse sapranno essere tanto
radicali quanto lo sono i loro nemici, nessun muro reggerà il loro urto. E'
l'insegnamento della storia, di ieri e di oggi.

Sviluppare tra le masse, controcorrente e in ogni lotta, la coscienza di
questa verità è il lavoro quotidiano del Partito Comunista dei Lavoratori.
Contro tutti i predicatori di un “realismo” che ignora esattamente la
realtà.

MARCO FERRANDO
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