[Redditolavoro] [Fwd: sab 22/01 a firenze presidio per daniele franceschi e assemblea]

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Wed Jan 19 09:48:15 CET 2011


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Subject: sab 22/01 a firenze  presidio per daniele franceschi e assemblea
From:    antipsichiatriapisa at inventati.org
Date:    Tue, January 18, 2011 1:52 pm
To:      C_RAP at yahoogroups.com
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a firenze SABATO 22 GENNAIO verità e giustizia per daniele franceschi
presidio alle ore 15 sotto il Consolato francese P.zza Ognissanti
a seguire assemblea alle ore 18 al circolo anarchico in via dei Conciatori
per discutere di morti di stato e istituzioni totali.
Promuovono:
Zone del silenzio (Pisa), Coordinamento Anticapitalista Versiliese-CAV,
Archivio Germinal - Carrara, Comitato verità per Yuri - Livorno

sotto un documento per l'assemblea del 22

*Il 5 gennaio 2011 muore nel carcere delle Sughere di Livorno Yuri Attinà,
28 anni, detenuto per furto, l'ultimo di una lunghissima lista di decessi
per “cause naturali”.*

*Le versioni ufficiali che come sempre si rincorrono in questi casi,
parlano
prima d'infarto, poi di caduta dal letto e infine di morte per asfissia
autoindotta con una bomboletta di gas per cucina.*

*Per noi la causa principale è l'istituzione carcere, lo Stato e le sue
politiche repressive e securitarie che riempono le galere di proletari e
sottoproletari; questa appare sempre di più una vera e propria guerra di
classe, dove i “detenuti sociali” vengono ammassati in questa gigantesca
discarica.*

*Quella stessa guerra che il 25 Agosto dello scorso anno si è presa la
vitadi Daniele Franceschi, detenuto nel carcere di Grasse per aver
utilizzato
una carta di credito clonata, deceduto per le solite “cause naturali”.*

*Carceri, C.I.E, istituzioni psichiatriche, caserme e, più in generale, la
militarizzazione della società, sono sempre di più gli strumenti con i
quali la “fortezza Europa” affronta la crisi economica, ecologica ed
etica. Una vera e propria crisi di sistema che si manifesta anche
attraverso le
svariate politiche di negazione dei diritti e delle libertà e delle tutele
individuali e collettive.*

*Con la costituzione dell'Unione Europea, si sono inasprite le normative
in materia di sicurezza, controllo e circolazione dei cittadini. La crisi
economica che trova il suo culmine ai giorni nostri, ha dato vita ad un
nuovo ordine mondiale, ad uso e consumo delle grandi multinazionali, che
prevede una situazione continua di guerra interna ed esterna.
Parallelamente
alle politiche securitarie, all'ombra delle tante missioni militari,
fiorisce un regime di terrore e di criminalità al servizio dei paesi
occupanti.*

*L'inasprirsi delle condizioni di vita di una sempre più vasta fascia
della
popolazione e le consistenti ondate migratorie hanno aperto tutta una
serie di contraddizioni e conseguenti rivendicazioni che i padroni non
possono e non vogliono tollerare. Per questo vengono represse le lotte
per il lavoro, per la casa, per la salute ecc. *

*La cosiddetta “guerra al terrorismo” e le varie guerre “umanitarie” sono
in realtà delle sfacciate guerre imperialiste; sul fronte interno si
utilizza
ad arte la politica della paura per produrre un clima di sospetto e di
insicurezza, clima che, anche grazie al supporto dei mass media, ha
creato i
presupposti per l'emanazione di leggi e decreti che restringono
ulteriormente le libertà criminalizzando ogni marginalità.*



 *Il carcere, i C.I.E., l'istituzione psichiatrica oltre al loro ruolo
repressivo e di violento “ammortizzatore sociale”, sono soprattutto, per i
soliti noti, un business. La prossima frontiera da superare, e si sta già
lavorando in questo senso, è quella della privatizzazione del sistema
repressivo. Anche lo sterile tam-tam mediatico sull'emergenza carceri va
in
questa direzione. Nei disegni, nelle proposte e nei “sussurri” di legge,
che
affrontano il sistema carcere, c'è un unico obiettivo che vorrebbe
portare
alla creazione di una specie di “amministrazione carceraria s.p.a.” e si
attende solo che le varie lobbies interessate si mettano d'accordo
trovando
il Bertolaso di turno.*

*Che ci vogliano uno o dieci anni non importa: il sistema ha molta
pazienza
e il tempo dalla sua parte: nonostante le condizioni nelle carceri
italiane
siano ormai prossime al collasso e vicine ad una vera e propria
esplosione.*

*Nel carcere, così come sul lavoro, si muore per il profitto e per le
politiche speculative e di controllo sociale dei governi. Gli psicofarmaci
soprattutto ansiolitici che rappresentano l'80 per cento dei medicinali
prescritti nelle patrie galere, alimentando un cospicuo giro d'affari,
rispondono alla necessità di sedare ogni conflittualità o rivendicazione
di
diritti. *

*Quasi la totalità di coloro che muoiono nelle strutture restrittive per
le
cosiddette cause naturali in realtà muoiono per la negligenza, l'incuria
dovuta alla sovrappopolazione carceraria, e a volte il sadismo di quanti
vi
lavorano, in ogni caso a prevalere è la violenza e l'insensibilità delle
istituzioni.*

*Il rispetto della salute della persona detenuta è spesso calpestato,
determinando il letale peggioramento di patologie altrimenti curabili.
Oltre
all'HIV, massicciamente presente nelle carceri italiane, oggi ricompare
persino la tubercolosi, per non parlare delle periodiche epidemie di
salmonella, scabbia...dovute all'assenza di prevenzione, cura e rispetto
per
le norme igenico sanitarie.*

*L'anno 2010 si è chiuso con quasi 70.000 persone detenute in celle
sovraffollate, con carenze igenico-sanitarie e prive di ogni tipo di
assistenza. Un terzo di questi dannati della democrazia sono tra l'altro
in
attesa di giudizio, cioè potrebbero anche essere innocenti. Le sole leggi
Bossi-Fini sull'immigrazione e la Fini-Giovanardi sulle droghe ci
“forniscono” circa il cinquanta per cento delle 100.000 persone che ogni
anno passano, anche solo per pochi giorni, dalle carceri nostrane. *

*Immigrati, tossicodipendenti, disagiati sociali ed economici che ricevono
come unica risposta alla contraddizione che portano in essere, la
carcerazione, l'abbandono nella cosiddetta discarica sociale che sono
oggi i
reparti psichiatrici i C.I.E e le galere.*

*Se si divide la popolazione carceraria per classi si aprono scenari
inquietanti: circa il settanta per cento dei detenuti appartiene a quello
che un tempo si chiamava sottoproletariato ( marginali, precari,
disoccupati, migranti) il quindici per cento alla classe lavoratrice, il
tredici per cento alla piccola e media borghesia e solo il due per cento
circa può essere assimilato alla classe borghese dominante. Anche perché
per
i ricchi, che possono permettersi collegi di avvocati, è oltremodo
semplice
arrivare alla prescrizione; per tutti gli altri l'inferno carcerario.*

*A poco o nulla servono, con buona pace dei giustizialisti alla
Travaglio, i
vari decreti demagogici “svuota carceri” che la propaganda securitaria
bipartizan ci propina come risolutori, gli istituti penali rimangono una
realtà altamente esplosiva e la possibilità delle misure alternative alla
detenzione è esclusa alla maggioranza dei detenuti.*

*Il nostro intento è quello di mantenere viva la questione carceraria e
repressiva più in generale, per cercare il più possibile di ampliare un
dibattito largo e trasversale alle varie realtà politiche e di movimento e
suscitare indignazione e lotta. Il nostro contributo va al miglioramento
delle condizioni di detenzione, all'abrogazione delle leggi vergogna che
hanno riempito le galere italiane e che costituiscono un vero e proprio
crimine perpetrato dalla nostra classe politica. Lavorando al contempo al
superamento del sistema carcerario stesso e della società che lo genera.*




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