[Redditolavoro] napoli - menzogne contro i disoccupati organizzati

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Fri Jan 14 08:36:22 CET 2011




Il seguente comunicato è stato rilasciato ai maggiori quotidiani locali il 
12 gennaio 2010 dopo l'attacco e la criminalizzazione subita dai mass-media 
dopo l'incontro con l'Ass. Nappi il 10 gennaio

Ancora un nuovo
attacco ai disoccupati organizzati

Contro le menzogne la
verità sull’incontro del 10 gennaio con l’assessore Nappi



Ecco
che ci risiamo. E’ bastato arrivare al fatidico incontro del 10 gennaio con
l’Assessore Nappi per rileggere i soliti titoloni su presunte aggressioni 
dei
precari Bros. E pensare che giorno  7
avevamo scelto di andare in corteo direttamente alle sedi delle principali
testate giornalistiche per  anticipare i
contenuti che avremmo portato a quel tavolo, ben consapevoli che proprio
quell’incontro avrebbe segnato l’apertura di una nuova fase della vertenza 
che
ci riguarda. Abbiamo perciò recapitato ai giornali una documentazione 
corposa
delle proposte che non solo abbiamo fatto negli anni ai signori 
amministratori,
vecchi e nuovi,  ma che in maniera ancor
più dettagliata  avremmo riproposto quel
giorno all’Assessore Nappi. L’abbiamo accompagnata ad una lunga missiva ai
direttori dei quotidiani in cui criticavamo il loro atteggiamento di
acquiescenza, se non di servilismo, verso i politici di turno, chiedendo di
stupirci con uno scatto di indipendenza e di “vera” informazione, dando 
spazio
alle ragioni della nostra lotta ed alle proposte di cui ci facevamo 
portatori.
Lo “scatto” è durato lo spazio di un giorno e di un trafiletto. Ma si sa,
volete mettere come tira il facinoroso in prima pagina ed il “pianto” del
politico  vittima, a fronte della
dimostrazione, per mano di mille (così dice Nappi)  disoccupati, dell’inettitudine 
di un
Assessore che, dall’alto della sua laurea in giurisprudenza, dei suoi
innumerevoli incarichi istituzionali e non, delle sue protezioni politiche, 
dei
trascorsi di navigato avvocato per salvare le chiappe dei propri amici da
inchieste scomode, si erge, ormai, a reuccio di Napoli?

Ed, infatti, di quell’incontro è stata
data la sola versione dettata dall’Assessore: «Così mi minacciano: o ci dai
subito il posto fisso oppure non esci vivo da qui» (Corriere del 
Mezzogiorno); “Napoli, Mastella aggredito e minacciato
dai disoccupati del progetto Bros” (il
Mattino); “Disoccupati, assedio alla Regione minacce a Nappi e a Mastella”
(la Repubblica).

Quindi: una presenza dei disoccupati
sotto la regione, normale alla luce del fatto che in quell’incontro si
discuteva del destino di migliaia di famiglie, diventa un assedio ed un 
raid;
la tensione seguita alla mancanza di risposte precise dell’assessore a 
domande
precise dei rappresentanti dei disoccupati sulla collocazione lavorativa di 
un
bacino che aspetta da 13 anni, diventa aggressione e minacce; così come
aggressione e minacce diventa l’incontro casuale con Mastella avvicinato ed
interpellato (per sua ammissione) in modo pacato da alcuni Bros a cui, però, 
qualche
nuovo arrivato (chi ha detto che era un disoccupato Bros?) lancia qualche
insulto.

Dobbiamo dire che, questa volta,  la bandiera della faziosità va senza 
dubbio al
Corriere che accoglie l’intervista di Nappi, senza essere sfiorato nemmeno
lontanamente dal dubbio che possa esserci un’altra versione dei fatti, visto
quanto da noi consegnato al suo direttore e vista la presenza –e che 
presenza!!-
di forze dell’ordine. Per nostra duratura esperienza sappiamo con quanta
“professionalità” lavorano le forze dell’ordine che per molto meno non hanno
risparmiato a nessun disoccupato una passeggiata in questura. E’ davvero 
strano
che 20 esponenti della digos presenti alla presunta minaccia a Nappi “non 
esci
vivo da qui” si siano persi l’occasione di fare un’unica incarrettata dei
presunti aggressori.  O che di fronte a
minacce alla sua famiglia ed allo stalking di cui sarebbe vittima resta a
guardare. Ovviamente non abbiamo dubbi che dopo i suddetti articoli siano 
stati
chiamati a fare il “loro dovere”,  come
dimostrano le prime dichiarazioni del questore Giuffrè in cui si fanno
accostamenti impropri e pericolosi con situazioni, realtà e modalità di 
lotta
che nulla hanno a che fare con il movimento dei disoccupati organizzati 
Bros.



In mancanza di amore per la verità di
Simona Brandolini, autrice dell’intervista del Corriere all’assessore Nappi, 
e
solo a lui, e dei suoi colleghi di altre testate, ci tocca fare qualche
precisazione su quanto dichiarato dallo stesso. Come anticipato negli 
incontri
con esponenti di quelle stesse testate e nella documentazione a loro 
consegnata
(basta andarsela a rileggere), la nostra delegazione all’incontro del 10 non 
ha
affatto preteso “il posto nel pubblico”. Di fronte all’inconsistenza  delle 
misure previste dal piano per il
lavoro, al meccanismo di utilizzo e di affidamento alle sole agenzie
interinali, alle difficoltà - riconosciute anche dagli imbecilli- di una 
crisi
economica che produce più licenziamenti che occupazione, sono state poste
domande precise: in che modo e dove la platea degli organizzati Bros sarebbe
stata collocata lavorativamente, se si trattasse di una vera stabilizzazione 
o
solo di contratti precari, se fosse previsto il ripristino del sussidio
economico anche con l’avvio di lavori socialmente utili fino all’avverarsi 
di
uno sbocco lavorativo. L’Assessore non ha dato risposte, limitandosi ad
illustrare il funzionamento del bando apparso sul sito regionale lo scorso 
27
dicembre 2010 e spiegando che questa platea avrebbe avuto la possibilità di
accedere al mondo del lavoro al pari delle altre centinaia di migliaia di
disoccupati campani. Gli abbiamo fatto notare che dopo anni di formazione, e
alla luce delle convenzioni tra tutti gli organi di governo, nazionale e
regionale, e delle delibere regionali volte alla stabilizzazione dei precari
Bros, riconosciute dallo stesso piano per il lavoro, bisognava mantenere gli
impegni presi e favorire, anche attraverso questo piano, uno sbocco 
lavorativo
stabile per i Bros, non più rinviabile.

A questo proposito abbiamo reiterato le
nostre proposte di avvio di progetti nel settore ambientale chiedendo di 
indirizzare
in questa direzione anche parte (e abbiamo indicato quali) dei fondi 
previsti dallo
stesso piano per il lavoro per la creazione di nuove imprese ed il sostegno 
di
quelle esistenti, oltre quelli già disponibili per l’impiantistica sui 
rifiuti
e per le bonifiche. L’assessore Nappi mente, sapendo di mentire, quando dice
che l’unica nostra rivendicazione è quella di entrare nella raccolta
differenziata e questo perché avrebbe fin troppe difficoltà, come le ha 
avute
durante l’incontro, a spiegare a noi ed a tutta la cittadinanza  che non c’è 
alcuna volontà politica di
mettere in campo una gestione dei rifiuti alternativa ed una 
riqualificazione
ambientale che, oltre a garantire la salute dei campani, avrebbe una 
ricaduta
nella creazione di una filiera industriale per il recupero ed il riciclo dei
materiali e della bonifica del territorio, offrendo migliaia di posti di
lavoro.

La sua fuga da quell’incontro più che dovuta
ai toni che si sono andati accendendo di fronte all’assenza di ogni risposta 
e
di rifiuto di ogni interlocuzione sulle soluzioni poste sul tavolo dalla 
nostra
delegazione, è dettata dalla chiara volontà di mettere sul piano dell’ordine
pubblico la soluzione alla nostra vertenza al solo scopo di porre fine ad un 
movimento
organizzato che ostacola il tranquillo tran tran delle solite e quotidiane
operazioni clientelari con cui si dà lavoro in questa città.



Se non fosse così tragico, ci
sarebbe da ridere quando il caro assessore Nappi rivendica per sé e per il
leader del suo partito Mastella, di “voler cambiare le cose”, di “stare
cambiando il vecchio sistema”. Come a dire che, a differenza di chi li ha
preceduti, rappresentano la fine di una gestione allegra e degli accordi
clientelari con i movimenti. Allora è il caso di ricordare ai giornalisti di
corta memoria e a tutti quelli che sostengono l’operato dell’assessore, che
appena nel 2009, questo cavaliere senza macchia e senza paura ha difeso 
Sandra
Lonardo Mastella in una inchiesta per tangenti e malaffare, che lo stesso
Mastella è stato indagato. L’inchiesta sul cosiddetto “modello Mastella” 
riguardò
“63 persone (tra gli indagati anche due
consiglieri regionali in carica, i mastelliani Nicola Ferraro e Fernando
Errico) legate agli affari dell´Udeur e racconta con cifre e dati
impressionanti «il fervore lottizzatorio» con cui il partito-famiglia 
gestiva
il potere sul territorio. È un´inchiesta lunga mille pagine e una lista di
“raccomandati” con 655 nomi”. ..”La svolta arriva quando gli 007 del Nucleo
tributario trovano nella segreteria di Capobianco un file con 655 
nominativi:
la maggior parte di essi sono accompagnati dalla segnalazione di un 
esponente
politico, dell´Udeur – ma non solo -, che li avrebbe raccomandati. Dai
riscontri incrociati dei finanzieri, è emerso che 136 di quei «segnalati» 
hanno
ottenuto assunzioni o incarichi professionali «con ingiusto vantaggio
patrimoniale ed elettorale» incassato dagli inquisiti. Secondo la Procura in 
tre anni, dal
2005 al 2008, il 90% di quelle raccomandazioni andò a segno. (dall’articolo
di Conchita Sannino del 22 ottobre 2009 su la Repubblica Napoli).



Ci sarebbe da dire: da che
pulpito viene la predica, quando si citano le assunzioni clientelari all’Astir
che noi, e solo noi, abbiamo denunciato con tanto di nome e cognomi sui muri 
di
questa città.

 Ci sembra chiaro, allora, che quando
l’assessore nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno dice che: “ Il 
lavoro è un diritto, ma non è un diritto
che decida tu quando lavorare e come farlo”, vuole dire che spetta a quelli
come lui decidere chi, come, quando ed in cambio di cosa puoi andare a
lavorare. Con le modalità di attuazione del piano per il lavoro: bandi, 
affido
alle agenzie interinali, chiamate nominative, ecc. ecc., ci si appresta a
continuare a gestire in maniera clientelare anche quest’altra manna. E’ 
questa
volontà ed esigenza che sta dietro alla mancata risposta ai movimenti e alla
necessità di eliminarli dalla piazza. Noi ne siamo consapevoli. Vigileremo 
come
abbiamo sempre fatto e non permetteremo né a Nappi né ad altri di continuare 
a
fare le proprie fortune, elettorali e non, sulla pelle dei disoccupati. Non
abbiamo speranza che altri lo facciano per noi.



Riteniamo che chi ha questi
trascorsi, chi rifiuta, con arroganza, di dialogare con i movimenti, chi
provoca ed invoca solo la repressione, non può essere interlocutore di 
nessuno
né assolvere al compito di dare soluzione al grave problema  occupazionale 
di questa regione: deve dimettersi!!

Di sicuro non smetteremo di
lottare affinchè quel diritto al lavoro e a campare non ci venga scippato
ancora una volta dai galoppini della politica.





Movimento
di lotta per il lavoro Banchi Nuovi





Napoli 12/01/11


__________ Informazione NOD32 5785 (20110113) __________

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