[Redditolavoro] sull'assemblea dei sindacati di base
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Sat Dec 3 18:24:52 CET 2011
Oggi a Roma si tiene l'assemblea nazionale convocata da L'USB, SLAI COBAS
(ufficiale), USI e altri sindacati di base Cib Unicobas, Snater, decisa
subito dopo la formazione del governo Monti di fatto come alternativa allo
sciopero convocato per il 2 dicembre e quindi revocato.
Noi come abbiamo detto ieri in varie piazze, da Palermo - dove la
manifestazione ha visto insieme slai cobas per il sindacato di classe e
Usb - a Taranto, a Bergamo, a Ravenna, ecc - riteniamo che contro il governo
Monti è necessaria una immediata opposizione intransigente, fatta di
scioperi e manifestazioni anche di piccola minoranza per dare un segnale,
una indicazione e offrire un punto di riferimento.
Per questo abbiamo considerato sbagliata la decisione di alcune
organizzazioni sindacali di base di revocare la iniziativa di lotta,
prevista per appunto per il 2 dicembre.
RIPORTIAMO ALCUNE CONSIDERAZIONE AL COMUNICATO DEI SINDACATI DI BASE CHE
RINVIAVA LO SCIOPERO E CONVOCAVA L'ASSEMBLEA DI OGGI:
"...Le motivazioni di questa decisione sono presentate come di "buon senso",
ma in realtà il sindacalismo di base ha perso un'occasione di aprire lo
scontro visibile dei lavoratori con il nuovo governo Monti; scontro che
chiaramente non può esaurirsi in uno sciopero, ma che è necessario avviare
da subito per non lasciare alcun dubbio sulla natura di questo governo e per
porsi come punto di riferimento in una situazione che già ha aperto la nuova
guerra - vedi Fiat, vedi Pubblico Impiego - e che inevitabilmente apparirà
nuda e cruda in tutta la sua pesantezza nei prossimi giorni, settimane.
In realtà questa decisione, che si presenta come "realista", è fondata su un'analisi
e una valutazione sbagliata.
Essa riguarda prima di tutto il governo Monti, e più in generale la realtà
dell'Italia, visto come ".governo che è direttamente gestito dall'Unione
Europea, dalla BCE e dalla finanza internazionale" (dal comunicato del
21.11.11 di Usb.). Questa valutazione oggettivamente ridimensiona il peso
dell'imperialismo italiano, pienamente partecipe e responsabile, sia pur
nella gerarchia degli imperialismi, della crisi internazionale, e di
conseguenza, scarica sull'Europa e la "finanza internazionale" (definizione
astratta, così come "i mercati", che non spiega nulla, che rende di fatto
"finanza" e "mercati" una sorta di maledizione sopra le parti) la vera
responsabilità della situazione nel nostro paese e dei provvedimenti del
governo.
Da questa analisi sbagliata cosa ne può venire, se non indirizzare la lotta
dei proletari e delle masse popolari soprattutto verso l'Europa, la Bce?
certo, anche verso il governo italiano ma perché ne applica i diktat.
Ma questo è deviare la lotta dei lavoratori e delle masse popolari che deve
invece indirizzarsi contro il proprio imperialismo.
Altra questione sbagliata riguarda poi l'eccesso con cui si giudica il
cambio di governo e di fase: ".Un cambio di fase strutturale e complessivo
rispetto al quale è indispensabile avviare un'analisi approfondita ed una
forte riflessione collettiva per poter rilanciare adeguatamente la nostra
iniziativa sindacale e sociale..." ".è chiaro il forte disagio esistente in
tutto il paese e la necessità di milioni di persone di aggrapparsi al
"nuovo" rappresentato da questo governo cosiddetto "tecnico" per cancellare
lo spettro e la paura di una crisi che si fa di giorno in giorno sempre più
pesante.." (idem).
Ma così è come vogliono rappresentare il governo Monti la borghesia,
Napolitano, i "beati" del PD, i sindacati padronali, ecc., come vogliono far
credere le trasmissioni televisive, i giornali (compresi quelli
antiberlusconiani) per creare un'opinione pubblica "responsabile".
Compito delle forze sindacali di base e di classe non è certo quello di fare
un discorso di fatto uguale e contrario, ma di contrastare subito sul
campo - come hanno fatto gli studenti il 17 novembre - questa operazione.
Altro eccesso, fuorviante, riguarda l'analisi della situazione soggettiva
dei lavoratori. ".Il luogo comune di una certa 'anti-politica' che non sa
riconoscere l'estrema funzione politica di un 'governo tecnico' disorienta i
lavoratori e fa sì che da una parte si viva un senso di liberazione dal
governo precedente con un malriposto "ottimismo" rispetto al futuro
attendendo dall'altra che l'attuale governo sia il "meno peggio possibile.
Tutto ciò non è né motivato, né razionale, ma sta facendo vivere a gran
parte della popolazione italiana un contraddittorio senso di rassegnazione
misto ad una speranzosa attesa rispetto al futuro..." (sempre dal comunicato
del 21/11).
Ma di quali lavoratori parliamo? O si guardano troppo i sondaggi televisivi?
O, meglio, in realtà, come fa Emilia Papi in un'intervista su Il Manifesto
di oggi, si guarda alla cosidetta "sinistra" e alla sua "luna di miele" con
il governo Monti, e non ai lavoratori. E' difficile poter vedere "ottimismo"
o "speranzosa attesa" nelle facce degli operai della Fiat di Termini
Imerese, dei disoccupati del sud, dei lavoratori immigrati delle cooperative
al Nord, ma anche dei lavoratori del Pubblico Impiego in cui piuttosto c'è
la preoccupazione che non riescano quest'anno a vedere la 13°, ecc.
Sembra sinceramente che i dirigenti dei sindacati di base e in particolare l'Usb,
guardino con lenti politiciste la realtà.
Certo, non vogliamo affatto dire che la situazione è semplice, che i
lavoratori sono disposti a scendere in massa in sciopero, ma oggi è
necessario, ancor più di ieri, fare i fatti, che i fatti, anche se
minoritari all'inizio, diventino ragionamento discriminante nella realtà,
punto di riferimento chiaro di quale scontro è necessario con governo e
padroni".
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