[Redditolavoro] Dagli Stati Generali della Precarietà: verso lo sciopero precario! Comunicato conclusivo Stati Generali della Precarietà 3.0
afuma
afuma at eco.unipv.it
Fri Apr 22 15:10:35 CEST 2011
Dagli Stati Generali della Precarietà: verso lo sciopero precario!
Immaginate se un giorno i call center non rispondessero alle
chiamate, se i trasporti non funzionassero, se le case editrici che
sfruttano il lavoro precario fossero bloccate, se le fabbriche
chiudessero, se la rete ribollisse di sabotaggi, se gli hacker
fermassero le reti delle grandi aziende, se i precari si prendessero
la casa che non hanno, gli spazi che gli sono negati. Immaginate se i
precari e le precarie incrociassero le braccia, diventassero
finalmente protagonisti e dimostrassero che sono forti: il paese si
bloccherebbe.
È così che immaginiamo lo sciopero precario, che è stato al centro
della terza edizione degli Stati Generali della Precarietà, che si
sono tenuti a Roma dal 15 al 17 aprile. Centinaia di precari e
precarie ne hanno discusso, per fare sì che uno sciopero precario non
sia più un ossimoro, cioè un'espressione che contiene due parole
inconciliabili tra loro: sciopero e precario. Perché si sa, i precari
non possono scioperare: sono soggetti a ricatti troppo grossi, hanno
interiorizzato la sconfitta e la sottomissione al volere delle
aziende, sono addirittura i datori di lavoro di se stessi, sono
ricattati dal contratto di soggiorno per lavoro e dal razzismo
istituzionale. Non vorranno davvero osare ciò che nessuno riesce
nemmeno a immaginare.
Eppure... eppure a Roma abbiamo parlato di come riprenderci il
diritto allo sciopero, di come usarlo per esigere un nuovo welfare
del
desiderio e non solo del necessario, che deve basarsi sul reddito
incondizionato e universale, slegato dalla prestazione lavorativa, su
una flessibilità scelta e non imposta, sull'accesso ai beni comuni,
ai
nuovi diritti e ai servizi per tutte/i, sul permesso di soggiorno
slegato dal contratto di lavoro. Si tratta di una questione di
libertà
di scelta, di uscita dal ricatto della precarietà, di immediata
redistribuzione della ricchezza. Abbiamo parlato di utopia, rifiuto,
cooperazione, libertà di movimento.
Una cosa è chiara a tutte/i: il tempo di quella che abbiamo chiamato
“narrazione della sfiga” è finito. La condizione precaria è sotto gli
occhi di tutti, non c'è più bisogno di parlare dei nostri problemi
individuali. È ora di passare all'attacco per dimostrare che la
precarietà può fare male non solo a chi la subisce ma anche a chi la
sfrutta. Dalla narrazione si deve passare all'esplosione della rabbia
precaria.
È finito il tempo in cui la condizione di precarietà ci veniva
presentata come una cosa temporanea, necessaria a preservare i
diritti
dei “garantiti” che oggi (vedi Mirafiori e Pomigliano) garantiti non
sono più. È anche finito il tempo delle divisioni imposte, che
vogliamo far saltare. La precarietà infatti è una condizione comune
che può dividere, e la prima divisione da superare è quella tra
migranti e nativi, rompendo lo scandaloso isolamento che i migranti
vivono nei luoghi di lavoro e nella società e interrompendo il
circuito che li rende clandestini. Lo sciopero precario, per la prima
volta, colpirà i profitti delle aziende che ci precarizzano e
sfruttano, che peggiorano ogni giorno le nostre condizioni di vita.
Lo
sciopero precario sarà il momento in cui l'intelligenza, i saperi, i
trucchi e gli sgami di precari e precarie si rivolteranno contro chi
li precarizza, e il lavoro migrante contro chi lo sfrutta.
Sarà lo sciopero dei precari ma soprattutto uno sciopero che nasce
nella precarietà e si rivolge contro la precarietà. Un momento in
cui,
per la prima volta, non saranno precari/e e movimenti sociali ad
allargare e generalizzare lo sciopero dei sindacati, ma in cui si
chiederà ai sindacati di generalizzare e rendere possibile uno
sciopero in cui i precari non sono solo società civile o testimonial
ma pienamente protagonisti. Uno sciopero indipendente, che coltivi
l'autonomia e la ricchezza delle pratiche quotidiane dei precari ma
che si colleghi anche ai conflitti che stanno agitando tutta
l'Europa.
Uno sciopero fatto di cospirazione, di cooperazione, di forme
creative
per colpire le aziende tutelando i lavoratori ricattati, di blocco
dei
flussi di informazione e merci delle metropoli, cioè dei luoghi più
alti di accumulazione e alienazione. I precari e le precarie vogliono
ribadire che le loro condizioni sono al centro dei processi di
creazione di profitto. E vogliono far sapere al paese che possono far
male, colpire i profitti, creare un problema a chi li sfrutta.
Pretendono di essere ascoltati.
A Roma si sono riuniti in workshop aperti e partecipati precari e
precarie di decine di città, provenienti dai call center,
dall'editoria, giornaliste, informatici, migranti, operaie,
lavoratori
del terzo settore, chi fa lotte per il diritto alla casa, chi
riflette
sulle questioni di genere e chi su un nuovo welfare possibile. Questa
terza edizione degli Stati Generali ha coinvolto undici città da nord
a sud della penisola, creando uno spazio aperto e inclusivo di
cooperazione e relazione nazionale che vogliamo allargare ad altri
soggetti che hanno voglia di sciopero precario. Da domani comincia il
vero lavoro di preparazione dello sciopero precario, e da domani la
nostra rete comincerà a esprimere in ogni occasione utile le nuove
pratiche che l'intelligenza dei precari saprà mettere in campo: un
processo di accumulazione in cui tutti/e siano coinvolti per
comunicare, spiegare, costruire questo percorso attraverso laboratori
cittadini per lo sciopero precario e reti nazionali tematiche. In
attesa di aprire una piattaforma comunicativa condivisa di
coordinamento, informazione e condivisione, le informazioni sugli
Stati Generali e lo sciopero precario si troveranno su precaria.org e
indipendenti.eu.
Inoltre abbiamo condiviso alcuni appuntamenti che attraverseremo per
segnare il cammino verso lo sciopero precario:
* la MayDay del primo maggio di Milano come momento di visibilità
nazionale per tutta la rete e di lancio dello sciopero precario;
* il 26 e il 27 Maggio, giornate di mobilitazione internazionale
contro l'austerity in occasione del G8 in Francia;
* una giornata di lotta dei e con i migranti contro l’attuale regime
dei permessi di soggiorno, contro il razzismo di stato e per la
regolarizzazione;
* un’assemblea degli Stati Generali a giugno, all’interno e in
sostegno al Climate camp di Milano;
* un incontro nazionale di verifica comune del percorso e di
preparazione dello sciopero precario entro settembre, preferibilmente
in una città del sud.
Lo sciopero precario è una parola d'ordine che si moltiplica, una
pratica da riempire di senso, un'idea che mette in movimento. Lo
sciopero precario è quello di cui abbiamo bisogno. È quello che vi
chiediamo di contribuire a rendere possibile.
17 aprile 2011 - I precari e le precarie riuniti
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