[Redditolavoro] NON E' MAI UNA TRAGICA FATALITA'
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Thu Sep 16 09:26:51 CEST 2010
NON E' MAI UNA TRAGICA FATALITA'
Riporto la notizia relativa all' incidente mortale di cui è stata vittima
una donna addetta di una ditte di pulizie.
Come al solito, la notizia ha avuto vasta eco, non perché è una delle
quattro morti sul lavoro che avvengono ogni giorno, quanto per l' aspetto
raccapricciante. Basta leggere il titolo di La Repubblica "Roma, orrore nel
condominio: donna decapitata dall' ascensore". A seguire i soliti toni
lacrimevoli che si usano in questi casi.
Non un cenno alle responsabilità di quanto è accaduto, solo la frase "Le due
sorelle si erano messe a lavoro senza disattivare l' ascensore, ma
semplicemente lasciando aperte le porte all' ultimo piano" quasi a far
capire che la colpa dell' infortunio sia stata la loro.
Invece, ancora una volta, questa morte non è stata una tragica fatalità, ma
la conseguenza del comportamento criminale di chi aveva la responsabilità
della sicurezza della lavoratrice. Vediamo perché.
Le attività appaltate riguardavano la pulizia delle griglie che delimitano
il vano in cui scorre l' ascensore, sia dall' esterno, che dall' interno.
Ora, mentre per la pulizia esterna, non era necessario entrare all' interno
del vano, evidentemente per la pulizia interna la donna ha avuto la
necessità di sporgersi dentro al vano stesso, evidentemente con una scala,
in quanto le protezioni del vano hanno un' altezza tale (minimo 2 m) che
impediscono l' accesso stazionando sul pianerottolo o sulle scale.
In questo caso (intervento su impianto ascensore), oltre al D.Lgs.81/08 che
si applica a tutte le attività lavorative, le lavorazioni sono regolate
anche dal D.P.R.162/99, recepimento della Direttiva comunitaria 95/16/CE.
In particolare l' articolo 15 comma 1 di tale Decreto stabilisce che:
"Ai fini della conservazione dell' impianto e del suo normale funzionamento,
il proprietario o il suo legale rappresentante sono tenuti ad affidare la
manutenzione di tutto il sistema dell' ascensore o del montacarichi a
persona munita di certificato di abilitazione o a ditta specializzata ovvero
a un operatore comunitario dotato di specializzazione equivalente che
debbono provvedere a mezzo di personale abilitato."
L' accesso a "tutto il sistema dell' ascensore" (quindi anche l' accesso all'
interno del vano che ne delimita la corsa) è quindi consentito
esclusivamente al manutentore abilitato o comunque solamente in sua
presenza.
Nel caso in questione, trattandosi di condominio, la responsabilità è del
legale rappresentante del condominio stesso, cioè dell' amministratore, che
ha affidato la pulizia dell' impianto ascensore, anche all' interno del
vano, non a ditta specializzata con manutentore abilitato, ma a una ditta di
pulizia che non poteva avere nessuna competenza in merito.
Eventualmente l' amministratore del condominio avrebbe dovuto affidare la
pulizia a ditta non specializzata in impianti ascensore, ma chiedendo,
durante le lavorazioni dentro il vano, la costante presenza, per le messa in
sicurezza dell' impianto, di manutentore abilitato.
Ma la colpa è anche del datore di lavoro della ditta di pulizie, tra l'
altro presente almeno all' inizio delle lavorazioni, che ha accettato di
eseguire un lavoro su un impianto per il quale non aveva nessuna competenza,
né tantomeno abilitazione a intervenire e che non ha valutato minimamente la
possibilità, dimostratasi poi purtroppo non remota, che l' ascensore potesse
muoversi durante le pulizie dentro il vano.
Se i giornalisti, al di là della ricerca di toni raccapriccianti e di
considerazioni lacrimevoli, dicessero come sono andate veramente le cose,
con il dovere di documentarsi prima di scrivere, forse sarebbe più chiaro a
tutti che quando muore un lavoratore non si tratta mai di una "tragica
fatalità".
Marco Spezia
rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
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