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Sat Oct 23 16:13:47 CEST 2010


Same rompe con la Fiom
Intervento con la Confindustria dopo i fatti di Treviglio

http://www.giornaledibergamo.com/economia/22-ottobre-2010/same-rompe-con-la-fiom-917.html


Continua il braccio di ferro tra la Same Deutz-Fahr e la Rsu Fiom, 
protagonista del lancio di uova marce contro la sede Cisl di Treviglio il 30 
settembre scorso. Dopo avere sospeso le relazioni una settimana fa, la 
società della famiglia Carozza ha nuovamente scritto al sindacato chiedendo 
questa volta una «verifica interna finalizzata all'adozione di 
provvedimenti» contro i responsabili dell'accaduto. Paradossalmente la 
richiesta è indirizzata anche al segretario provinciale Eugenio Borella che, 
pur senza lanciare uova, aveva partecipato al corteo dei lavoratori Same. 
Come per il documento di venerdì, anche la nuova strategia viene condivisa 
dalla Confindustria Bergamo, che non a caso firma il documento attraverso il 
proprio direttore generale Guido Venturini. In fabbrica la risposta è stata 
un nuovo sciopero di mezz'ora, questa volta articolato con modalità a 
scacchiera in modo da paralizzare l'attività produttiva.
Di certo la Same si sta prendendo un bel rischio, in termini di 
conflittualità interna. I suoi lavoratori sono talmente politicizzati e 
oltranzisti, che per lo stesso segretario provinciale della Cgil - non della 
Fiom - partecipare alle assemblee di fabbrica rappresenta un supplizio 
periodico. Quando viene indetto uno sciopero per esempio di due ore, tanto 
per non sbagliare alla Same ne fanno quattro. Ogni iniziativa di protesta 
trova sicura partecipazione, la solidarietà per i colleghi di altre 
fabbriche in crisi viene sempre garantita e lo striscione della fabbrica di 
trattori campeggia in tutte le manifestazioni sindacali degne di tale nome. 
Per nulla morbidi, i dipendenti che stanno con la Fiom rappresentano per di 
più la netta maggioranza anche in termini assoluti, con circa 600 tesserati 
su 1.250 addetti, il 67% delle preferenze nelle ultime elezioni Rsu e dodici 
delegati su 22 nel consiglio di fabbrica, la cui scadenza naturale sarà tra 
un anno, nel settembre del 2011. Tenere fuori dal confronto aziendale tutta 
questa gente, non sarà come succhiare una caramella e di sicuro i Carozza ci 
hanno pensato ben sopra.
Per dare forza alla propria posizione, cosa può fare la Same? Stipulare 
accordi con organizzazioni (Fim Cisl e Uilm Uil) che oggi rappresentano il 
33% dei dipendenti? Andare in Serbia (India?) come ipotizzò la Fiat di 
Pomigliano? Sfidare anche la giustizia (articolo 28) in un ricorso per 
comportamento antisindacale? Direttamente interpellata, ieri la società ha 
preferito non affrontare argomenti di questo tipo. Possiamo comunque 
affermare che la discussione in atto - fino al congelamento delle relazioni 
con la Fiom - non è così distante dalla piattaforma di Pomigliano, per 
quanto meno estremizzata: anche la Same vorrebbe introdurre un «pacchetto 
assenteismo» e un monte ore di straordinari cui attingere senza necessità di 
contrattazione, 40 ore a Treviglio contro le 140 chieste da Marchionne. Se 
passerà la linea aziendale, dopo il terzo giorno di assenza e in base a un 
meccanismo progressivo, il premio di risultato potrà venire eroso fino al 
75% in caso di malattia, infortunio, congedi parentali, eccetera. Come 
detto, l'azienda ha scelto la linea del silenzio, ma secondo fonti sindacali 
la penalità scatterebbe anche in caso dei cosiddetti congedi per articolo 
104, relativi a famiglie con gravi disabilità a carico, secondo cui è ora l'Inps 
a farsi carico delle retribuzioni; e sarebbe in discussione anche il giorno 
di permesso che viene oggi assicurato ai donatori di sangue, appunto dopo il 
prelievo Avis. Per quanto riguarda gli straordinari, occorre invece rifarsi 
al pacchetto concordato prima della crisi che prevedeva sempre un monte di 
40 ore, con una maggiorazione del salario pari al 75 per cento.
Invece alla Same oggi la crisi si sente. Gli impiegati, per esempio, 
rimangono a casa tutti i venerdì per un piano di ferie comandate, l'organico 
è sceso di 200 unità rispetto al 2009 e la produzione giornaliera calata da 
cento a 67 trattori. Nel bene - sempre secondo fonti sindacali - l'acquisizione 
di una commessa dal Nord Africa garantirebbe invece la piena attività per 
tutto il mese di ottobre, in cui non verrà quindi richiesta nuova cassa 
integrazione ordinaria. Nel 2009, dopo 5 anni consecutivi di crescita del 
fatturato, il gruppo ha chiuso il bilancio con un fatturato di 876,4 milioni 
(-28,1% annuo) e un ebit sceso da 54 milioni a 6,5 milioni di euro.


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