[Redditolavoro] La nuova gestione del personale

Rapt rapt at inventati.org
Thu Nov 18 14:05:16 CET 2010


A Pomigliano si lavora così
di Fabrizio Gatti

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/a-pomigliano-si-lavora-cosi/2138321

Ritmi tirati al decimo di secondo. Tempi ridotti per fare la pipì. Multe se
non ti vesti in modo conforme. Poteri assoluti ai capisquadra. Rapporto-verità
sullo stabilimento simbolo di Marchionne

Un operaio robusto vale 9 punti. Uno resistente 8. Uno giovanile 7. Un corpo
normale 6. Se è obeso 5. Delicato 3. Gracile 1. Non conta soltanto l'aspetto
fisico. Nella "Scheda di valutazione personale dipendente Autostamp srl" si
misura anche il "comportamento". Un lavoratore "ricercato" merita 8 punti. Uno
"ordinato" 6. Uno "trasandato" 4.

L'Autostamp srl, sede a Caserta, non si occupa però di abbigliamento. Dal 2000
al 2005 ha gestito il reparto stampaggio delle carrozzerie dentro lo
stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, l'impianto dal quale dipendono il
futuro della contrattazione sindacale in Italia e i ritmi di vita per migliaia
di famiglie.

Un settore che l'Autostamp ha acquisito dalla Fiat e poi restituito al gruppo
di Torino con uomini e mezzi. Adesso che il confronto si fa più ruvido, si
aprono i cassetti. E dalla storia recente della fabbrica escono questi moduli
secondo i quali, per essere un buon operaio, non basta lavorare. Bisogna essere
robusti e ricercati. Chi parla è un caposquadra: "Ora che sappiamo che la newco
partirà con la cassa integrazione in deroga, non dovranno più ruotare il
personale. L'azienda potrà chiamare chi le pare e imporre la scelta: o firmi o
resti nel ramo morto della fabbrica. E quali saranno i criteri di selezione?
Forse punteggi in cui un operaio "normale" vale meno di uno "giovanile"?".

A Pomigliano sono i giorni della paura. La si respira nel paesone alle porte
di Napoli con la puzza dell'immondizia bruciata nel deserto della periferia. E
fin dentro il centro, nella passeggiata della domenica mattina tra corso
Vittorio Emanuele e via Umberto I. Perché non c'è solo la Fiat che minaccia di
andarsene. Ma anche il grande indotto di cui nessuno ha ancora svelato le
carte. E l'effetto dell'incontro del 3 novembre spiazza perfino i lavoratori
che l'estate scorsa hanno accettato l'accordo imposto dall'amministratore
delegato, Sergio Marchionne: prendere tutti gli articoli o si chiude.

Di quell'accordo, l'articolo 9 diceva: "Il radicale intervento di
ristrutturazione dello stabilimento Giambattista Vico per predisporre gli
impianti della futura Panda, presuppone il riconoscimento... della cassa
integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione...". Questo vincolo è
già carta straccia proprio per volere della Fiat. Il 3 novembre l'azienda
propone la cassa integrazione in deroga a partire dal 15 novembre e ottiene la
firma dei rappresentanti di Cisl, Uil, Ugl e autonomi della Fismic. Contraria
la Fiom.

La paura è che quando sarà il momento, la direzione dello stabilimento chiami
i dipendenti uno per uno: "La cassa integrazione in deroga offre più libertà
all'azienda e la possibilità di ridurre il 10 per cento del personale. A quel
punto dovremo decidere se continuare a difendere le garanzie costituzionali o
pagare la rata del mutuo e i testi dei figli a scuola", dice un operaio non
iscritto al sindacato.

Un comunicato della Fiat nega che l'azienda sia al corrente della "scheda
Autostamp": "Abbiamo fatto una ricerca presso lo stabilimento di Pomigliano e
possiamo affermare che la scheda Autostamp non è mai stata utilizzata da Fiat
durante la propria gestione, né prima dell'outsourcing né dopo l'insourcing.
Non siamo quindi in grado di spiegare i criteri con i quali venivano fatte le
valutazioni, né abbiamo traccia del database raccolto da Autostamp.

La nostra gestione non prevede una scheda simile", risponde la Fiat a
"L'espresso": "Al termine del periodo di prova o alla scadenza di contratti a
tempo determinato, c'è una valutazione complessiva da parte del capo
responsabile". "L'espresso" ha girato le stesse domande a Nicola Giorgio Pino,
61 anni, allora presidente del consiglio di amministrazione della Autostamp,
messa in liquidazione nel 2006, e tuttora a capo di una serie di aziende
dell'indotto Fiat. L'amministratore e i suoi rappresentanti non hanno finora
risposto. La scheda Autostamp, secondo i moduli rivelati da un caposquadra,
prevede punti anche su altri fattori come la capacità, la disponibilità e la
volontà. Il punteggio varia da un minimo di 29 a un massimo di 89 centesimi. E,
almeno nel periodo di permanenza della società nello stabilimento Fiat, il voto
lo decideva il responsabile del reparto che si doveva esprimere su criteri non
proprio metallurgici quali appunto obesità, aspetto e stile personale.

-- 
       -(Rapt)-
www.inventati.org/rapt



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