[Redditolavoro] Fw: 4 novembre a Milano, Novara, Trieste, Pisa, Spoleto, Catania, Novara.

procomta ro.red at libero.it
Mon Nov 1 07:42:28 CET 2010



Il 4 novembre sta diventando una giornata nazionale antimilitarista
Iniziative a Milano, Novara, Trieste, Pisa, Spoleto, Catania, Novara, Cameri
Per le info da tutte le città vedi su

http://www.disarmiamoli.org/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=15&Itemid=99
( Milano, Novara, Trieste, Pisa, Spoleto, Catania, Novara,
Cameri )
TUTTE LE REALTA CHE PROMUOVERANNO INIZIATIVE POSSONO INVIARE UNA MAIL A
info at disarmiamoli.org   ( info at disarmiamoli.org )
APPELLO DELLA RETE NAZIONALE DISARMIAMOLI PER UN 4 NOVEMBRE ANTIMILITARISTA.
LA GUERRA È FINITA?

Il nostro paese ha espresso per decenni alti livelli di coscienza, capacità
di reazione e mobilitazione intorno ai temi del no alla guerra e
allâ?Tintervento militare in Iraq e Afghanistan, al militarismo ed al riarmo
unici in tutto il mondo occidentale.
Sino a pochi anni fa le piazze si riempivano per dire NO alle guerre di
aggressione ed ai suoi sponsor, inchiodando alle proprie responsabilità
governi di diverso posizionamento nellâ?Temiciclo parlamentare.

A vedere lâ?TItalia di oggi sembra siano passati anni luce da quelle grandi
mobilitazioni.
Il tema della guerra viene costantemente distorto o espulso dal dibattito
politico nazionale.
Quasi tutte le nuove espressioni del dissenso antiberlusconiano non
annoverano tra le proprie parole dâ?Tordine il no alla guerra ed alle
missioni
allâ?Testero. Le vertenze a difesa dei posti di lavoro e dei servizi sociali
non evidenziano la stridente contraddizione tra i tagli al salario
diretto ed indiretto e aumento esponenziale della spesa militare.
Una rimozione collettiva di tale portata troverebbe giustificazione in una
effettiva diminuzione dei pericoli di conflitto nel mondo, quantomeno
nellâ?Tarea geografica prossima al nostro paese. Potrebbe essere
giustificata da una diminuzione dei processi di militarizzazione dei
territori e
della vita sociale e culturale interna.

La realtà che ci circonda, le scelte politiche interne ed internazionali ci
raccontano una realtà ben diversa. Ci dicono che

LA GUERRA È TRA NOI.

I dati macroscopici evidenziati dalle grandi agenzie internazionali di
calcolo economico ci parlano delle industrie armiere come uniche capaci di
chiudere con attivi di bilancio annuali astronomici. Finmeccanica, holding
italiana al 37% pubblica è tra i colossi mondiali di questo commercio di
morte.
Le missioni militari allâ?Testero continuano a produrre debito pubblico (3
milioni di euro al giorno per lâ?Terario italiano) e guadagni privati per i
soliti noti, morte e distruzione per i paesi aggrediti.
La società nel suo complesso sta subendo un processo di militarizzazione che
arriva, con il protocollo La Russa â?" Gelmini per i corsi paramilitari
nelle scuole, ad investire direttamente la formazione delle future
generazioni.

La rimozione di questa realtà dipende quindi dal venir meno di una critica
politica, sociale e culturale al meccanismo bellico come ingranaggio
centrale dellâ?Tattuale sistema di produzione, specie in una fase di crisi
sistemica come lâ?Tattuale.
In forme diverse si stanno velocemente ricreando le condizioni
dellâ?Tallucinante meccanismo - ben rodato durante il secolo scorso â?" del
â?odistruggere per ricostruire, per ricreare le ragioni della produzione di
merci e di profitto�.

LA GUERRA TRASFORMA I NOSTRI TERRITORI.

Le basi della guerra sono essenziali per proiettare queste politiche sui
territori circostanti, vicini e lontani. Così procedono i lavori al Dal
Molin
di Vicenza, crescono le basi di camp Darby e si ipotizza di costruire il più
grande Hub militare dâ?TItalia nel limitrofo aeroporto di Pisa,
continuano i lavori di potenziamento di Sigonella e delle basi radar a
Niscemi, si potenzia la produzione degli F35 a Cameri (Novara).
Territori che cambiano di segno, divenendo nei fatti grandi aree a stretta
sorveglianza militare. Una immensa seconda linea organizzata per
distruggere e depredare i paesi limitrofi.

SENZA UN NO ALLE POLITICHE DI GUERRA NON ESISTONO ALTERNATIVE POSSIBILI ALLO
STATO DI COSE PRESENTI

Il nostro paese sarà progressivamente investito da una crisi economica
sempre più pesante, che già ha ridotto milioni di lavoratori, giovani e
pensionati in condizioni economiche molto critiche. Uomini e donne che
cercheranno di rispondere ad una realtà senza futuro con lotte,
rivendicazioni,
istanze di legittima affermazione esistenziale.
Lâ?Tassenza attuale della tematica antimilitarista, del no alla guerra ed
alle sue proiezioni rischia di contribuire al sorgere di pulsioni
nazionaliste e reazionarie allâ?Tinterno dei futuri movimenti di massa.

È urgente che tutte le realtà sociali, culturali, sindacali e politiche che
si muovono sul terreno di una alternativa radicale al modello sociale
dominante rimettano al centro delle proprie piattaforme i temi del
NO ALLA GUERRA, ALLE SPESE MILITARI, ALLA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETAâ?T
E DELLA CULTURA.
PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALLâ?TAFGHANISTAN E DA TUTTI I CONFLITTI
BELLICI.

Su questi grandi temi proponiamo a tutte le realtà pacifiste e antiguerra
presenti sul territorio nazionale di impegnarsi in una scadenza comune di
mobilitazione, attraverso cortei, presidi, manifestazioni, iniziative.
Indichiamo la settimana del 4 novembre prossimo, per ribaltare i contenuti
di
una giornata che invece galvanizza le forze armate.

DA VICENZA A SIGONELLA, DA NOVARA A PISA E LIVORNO, DA ROMA A MILANO, DA
CAGLIARI A TRIESTE, DA COLLEFERRO A GHEDI, SI ALZI DI NUOVO FORTE E CHIARA
LA VOCE DI CHI SI OPPONE ALLE PRODUZIONI DI ARMI, ALLE POLITICHE DI MORTE ED
ALLE SUE BASI.

Chiediamo a tutte le realtà che decideranno di promuovere una iniziativa
nella prima settimana di novembre di darcene notizia, in modo da poter
rafforzare e socializzare la mobilitazione.

La Rete nazionale Disarmiamoli!
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