[Redditolavoro] disoccupati napoli
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Wed Mar 17 06:58:50 CET 2010
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PER UNA RISPOSTA UNITARIA ALLE DIFFICOLTA’ DELLA VERTENZA BROS
Dopo svariati mesi dalla convenzione quadro stipulata tra il Ministero del Lavoro, la Regione Campania, la Provincia di Napoli e il Comune di Napoli, queste stesse istituzioni hanno presentato al Tavolo Interistituzionale del 24 febbraio, un piano per il prosieguo delle attività degli ex corsisti del Progetto ISOLA, oggi BROS. Il piano elaborato dall’ARLAS (Agenzia regionale lavoro e scuola) ipotizza la possibilità di attività lavorative a tempo determinato (3 mesi nel 2010 e dai 3 ai 6 mesi nel 2011) per tutti gli ex corsisti che hanno maturato la qualifica su tematiche ambientali. Infatti secondo il monitoraggio effettuato dall’ARLAS risulterebbero possibili:
a.. 500 opportunità di durata almeno trimestrale nelle società regionali che si occupano di ambiente e bonifica;
b.. 2100 opportunità di durata media pari a 3 mesi presso aziende che si rivolgono alle agenzie interinali per la ricerca di personale;
c.. 250 di durata trimestrale nelle scuole della provincia di Napoli;
d.. 500 di durata trimestrale nel settore dei beni culturali.
Nel 2011, le opportunità nelle società regionali che si occupano di ambiente e bonifica salirebbero a 1000 per una durata dai 3 ai 6 mesi; a questi si aggiungerebbero altre disponibilità nelle società provinciali.
E’ evidente che il piano presentato ha innanzitutto lo scopo di ottenere il trasferimento di fondi dal governo alla regione Campania. Si tratta di quei 10 milioni che il Ministero del Lavoro aveva vincolato a proposte concrete di lavoro. Ed infatti è bastata la presentazione di questo piano per far si che venisse dato l’ok al trasferimento delle prime 2 tranche e garantire la continuità del reddito fino a giugno. Anche Un impegno tutto da verificare anche se ci rifiutiamo di cadere nella trappola di far distogliere l'attenzione dei precari BROS dal raggiungimento dell'obiettivo del lavoro stabile e sicuro.
Davanti a questo risultato ed alle stesse proposte, la prima reazione di ogni disoccupato è quella di guardarle come un altro passo avanti in direzione dell’agognata stabilizzazione lavorativa. Lo è anche per noi purchè, ovviamente, si prenda per buono che trovino attuazione certa, che venga veramente contrattualizzata tutta la platea BROS ed a patto di respingere, da subito, aspetti francamente irricevibili.
Per quanto ci riguarda vediamo il rischio che, ancora una volta, si stia facendo sulla pelle dei disoccupati l’ennesima campagna elettorale e che questo piano invece di porre le basi per un lavoro stabile sia la continuazione dell’assistenzialismo attuale. E questo perchè non si tratta né di progetti mirati alla creazione di nuove occasioni lavorative né tanto meno della individuazione di vuoti in piante organiche di enti ed aziende dove potrebbero trovare collocazione i disoccupati BROS.
Basti guardare alle 2100 opportunità trimestrali ottenibili attraverso le agenzie interinali. Il numero, secondo il documento dell’ARLAS presentato al Tavolo, è stato stimato sulla base dei contratti a tempo determinato fino a 6 mesi stipulati ogni anno dalle agenzie interinali per quel tipo di qualifiche. In base ad un accordo con la Regione e l'ARLAS, le agenzie interinali, in cambio di una maggiore percentuale su ogni contratto stipulato -che verrebbe finanziata dalla regione-, segnalerebbero alle aziende in cerca di personale i nominativi della platea BROS piuttosto che di altri disoccupati che si sono rivolti a loro per trovare lavoro.
Invece di occasioni lavorative aggiuntive, si tratta, quindi, di accaparrarsi quel poco che c'è in un mercato del lavoro che tende ad espellere lavoratori e non ad assumere. Tramite questo meccanismo di caporalato legalizzato, i corsisti sarebbero assunti per una durata media di 3 mesi. Cosa significa? Significa che i 3 mesi non saranno necessariamente continuativi ma cumulati nell'arco dell'anno: a seconda delle esigenze del datore di lavoro, potremo lavorare 15 giorni una volta, per una settimana un'altra volta se non addirittura nei fine settimana come consente la legge 30. In soldoni, al nostro attuale reddito di 596 euro si aggiungerebbe la differenza prevista per il contratto con cui verremo assunti. L'unica cosa certa di questa operazione è il regalo di una più alta percentuale fatto alle agenzie interinali che, non a caso, sono anche loro in crisi ed hanno visto diminuire i loro affari di oltre il 40% in quest'ultimo anno. In questa sede non possia mo che ripetere tutte le nostre critiche a questo sistema di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro e, a differenza di altri, riteniamo che sin da adesso il ricorso a questi nuovi caporali andrebbe eliminato a favore di un migliore utilizzo dei centri per l’impiego e degli incentivi che si vorrebbero regalare a queste società.
Tornando alle proposte del Tavolo, dobbiamo dire che anche il settore della scuola presenta una situazione poco chiara soprattutto se guardiamo ai risvolti futuri. In Campania, si sono persi 8000 posti di lavoro solo nell'ultimo anno, di cui circa 2000 sono bidelli. Nonostante l'accordo fatto con il Ministero dell'Istruzione per il nostro collocamento con contratti di durata media trimestrale, ci riesce difficile capire come saranno privilegiati i corsisti BROS rispetto a tutti quei lavoratori licenziati. La nostra perplessità deriva dal fatto che anche a questi lavoratori si continuano a fare promesse. Sta di fatto, però, che nonostante gli impegni presi dalla Regione Campania attraverso l'Assessorato al Lavoro, a tutt'oggi non è ancora partito il piano di ammortizzatori sociali (la solita formazione in cambio di una integrazione al sussidio di disoccupazione) e di reinserimento, per la mancata disponibilità dei finanziamenti promessi (20 milioni dalla r egione + 10 dal governo). Insomma non vorremmo trovarci in una guerra tra poveri.
Come abbiamo detto, il piano ARLAS prevede opportunità a tempo determinato sia nei Beni culturali che nelle società regionali, per il 2010, e a partire dal 2011anche nelle società provinciali.
Per i Beni culturali è in via di definizione da parte della Prefettura un accordo con il Ministero competente ed anche in questo caso parliamo di qualifiche ambientali. In questo settore sono anni ed anni che si procede utilizzando personale precario che chiede di essere stabilizzato. A differenza della scuola, però, noi ne rileviamo tutte le potenzialità anche per la platea BROS a patto, come abbiamo detto più volte, che anche questo settore sia inserito in una coerente politica di recupero e rilancio del territorio e della sua vocazione turistica.
Identico discorso per le società regionali che si occupano di bonifica.
Il nostro movimento è stato il primo a rivendicare la nostra stabilizzazione nel settore ambientale, individuando nel ciclo dei rifiuti e nella bonifica del territorio le principali attività dove creare nuova occupazione. Per questo, ad ogni incontro con le controparti, abbiamo portato proposte in merito. Ma siamo altrettanto consapevoli che questa nuova occupazione dipende dalla volontà politica di cambiare registro e di affrontare la questione ambientale con una politica alternativa e con mezzi adeguati. E cioè non soltanto eliminando gli sprechi, le collusioni ed il parassitismo che ancora caratterizzano gli enti e le società operanti nel settore, in particolare pubbliche, ma attraverso una svolta radicale che fermi la devastazione (e quindi la fine di discariche, inceneritori e sversamenti abusivi) e riqualifichi il territorio (e quindi, l’agricoltura, le coste, il turismo). Dalle istituzioni non emerge niente di tutto questo. Solo qualche settimana fa abbiamo denunciato con una forte iniziativa di piazza la gara con cui ASIA ha affidato ad una società temporanea di imprese, costituita dal WWF Ricerca e Progetto e dalla cooperativa Ermeco, la campagna di comunicazione del 2010 per la raccolta differenziata per un importo di 1.738.000 euro ed il contemporaneo avvio del Progetto “Napoli Differenzia” per il quale il Comune di Napoli ha bandito una gara per ben 400.000 euro.
Uno spreco di denaro pubblico che è indicativo della ferma opposizione del Comune e di ASIA a qualsiasi nostro utilizzo nell’ambito della raccolta differenziata.
Con questi presupposti deve fare i conti la proposta di una collocazione da 3 a 6 mesi nelle società regionali che si occupano di bonifica. Queste società, come ASTIR (ex RECAM) o ARPAC Multiservizi non godono di ottima salute e, come denunciano i loro lavoratori, vivono gravi incertezze per la continuità lavorativa. Ciò nonostante, il piano ARLAS fa intravedere possibilità lavorative in queste società grazie all’attivazione di prepensionamenti incentivati ed alla riorganizzazione industriale. Una bufala bella e buona se pensiamo che queste società dovranno farsi carico dei 360 lavoratori licenziati dalla Iacorossi, altra società per la bonifica messa sotto inchiesta della magistratura per traffico illecito di rifiuti, e se consideriamo che la gran parte dei lavoratori di tutte queste società provengono da lunghi percorsi di lotta e sono in maggioranza poco disponibili a rinunciare ad uno stipendio dignitoso per una pensione da fame visti i pochi an ni di contributi che hanno maturato. Comunque non saranno certo qualche decina di prepensionamenti a creare posti di lavoro per noi. Questo sarà possibile solo se, a partire dai finanziamenti stanziati per le bonifiche dalla delibera regionale di gennaio 2010 e dalle commesse che la Iacorossi trasferisce insieme ai lavoratori (50 milioni di euro), si mette mano ad una seria organizzazione di queste società mettendole in condizione di lavorare seriamente. Finora, infatti, abbiamo visto queste società appaltare all’esterno i lavori che per la mancanza di mezzi e strumenti erano impossibilitate a svolgere in proprio, con uno spreco di risorse che ha l’unico risultato di mettere a rischio i posti di lavoro dei propri dipendenti.
In conclusione le opportunità lavorative individuate dal piano ARLAS, ammesso che siano veramente attuate visto che l'intermediazione delle agenzie interinali ed alcuni dei settori individuati potrebbero incontrare ostacoli, non sono niente di più di quello che il piano descrive: pochi mesi di lavoro fino al 2011 e la continuità dell'attuale sussidio. Il lavoro vero è tutto ancora da conquistare.
Chiariamo che tutte queste considerazioni non le facciamo per fare, come qualcuno dice, i corvi o i mestatori. Come abbiamo detto all’inizio anche noi riteniamo che queste proposte sono il risultato della nostra lotta e segnano un piccolo passo avanti nel percorso che stiamo facendo per avere un lavoro stabile e sicuro. Ma riteniamo altrettanto necessario che tutta la platea BROS sia consapevole delle difficoltà che abbiamo davanti ed è indispensabile non lasciarsi andare a false illusioni dando per scontato che siamo già prossimi al traguardo.
Non lasciamo che questo nuovo percorso, che deve portarci alla stabilizzazione, venga offuscato ancora una volta, da qualche altro politico di turno, com’è accaduto in questi nostri lunghi anni di lotta. L’autonomia dei movimenti, dei disoccupati da istituzioni, partiti e politici, è l’unica strada da percorrere, come la lotta ha sempre insegnato. Già abbiamo pagato a caro prezzo, visto il lungo perdurare del nostro stato di precarietà, improprie collaborazioni tra alcune figure istituzionali e spezzoni di movimento. I nodi stanno venendo al pettine; dove sono tutte le promesse fatte dall’assessore Gabriele? Quale disoccupato è riuscito a trovare stabilizzazione? Siamo ancora tutti disoccupati! E’ l’ora di tornare a lottare uniti e più organizzati che mai, come nei primi anni della nostra vertenza.
Se tutti i politici, di destra e di sinistra, hanno pensato di potersi fare la campagna elettorale sulla nostra pelle e di ottenere la pace nella città dandoci il contentino di qualche mese di lavoro in due anni si sbagliano di grosso. E’ bene che sappiano che non siamo disponibili ad accontentarci di queste proposte. Noi vogliamo la soluzione lavorativa a tempo indeterminato per tutti i 4000 disoccupati della platea BROS. E questa soluzione non passa attraverso le agenzie interinali né contrapponendoci ad altri senza lavoro, ma con un piano serio per la creazione di nuova occupazione che vede l’impegno innanzitutto di soggetti pubblici. Se solo volessero fare sul serio la bonifica del territorio e la tutela ambientale ci sarebbe la possibilità di far lavorare migliaia di disoccupati. Sta a tutti noi, all’unità dei nostri sforzi, evitando inutili contrapposizioni tra i diversi spezzoni di movimento, imporre con la lotta la trasformazione di questo nuov o percorso nel traguardo definitivo per cui lottiamo da anni.
Napoli marzo '10
MOVIMENTI DI LOTTA PER IL LAVORO
Banchi Nuovi, MDA (B. Buozzi), MDA (ex Macello), Zona Orientale,
Corsisti I.SO.LA. Scampia, Idea Nord.
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