[Redditolavoro] Referendum Pomigliano: una pistola alla tempia
clochard
spartacok at alice.it
Tue Jun 22 22:13:30 CEST 2010
----- Original Message -----
From: clochard
To: ListaSinistra
Sent: Tuesday, June 22, 2010 10:02 PM
Subject: Referendum Pomigliano: una pistola alla tempia
----Messaggio originale----
Da: news at sicobas.org
Data: 22/06/2010 20.38
A: circ.pro.g.landonio at tiscali.it
Ogg: SCIOPERO 25 GIUGNO, POMIGLIANO
S.I. COBAS NOTIZIE
Sindacato Intercategoriale Cobas
http://sicobas.org/ coordinamento at sicobas.org
Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano tel/fax 02/49661440
22/6/2010
VOLANTINO PER LO SCIOPERO DEL 25 GIUGNO
(ALLEGATO)
REFERENDUM DI POMIGLIANO:
UNA PISTOLA ALLA TEMPIA!!!
Con il piano Marchionne pare proprio che gli operai in Italia, potrànno vedere un futuro da sogno, fatto di verdi praterie dove scorreranno fiumi di latte e miele e l’abbondanza, la ricchezza ripagherà loro dai sacrifici e dalle sofferenze patite.
Peccato perché questo resterà solo un bel sogno, perché sappiamo che il sistema dei padroni agli operai riserva tutt’altro.
Perciò l’uomo del “miracolo” dopo aver ben spremuto ogni goccia di sudore e sangue operaio, accumulando un bel malloppo, se ne andrà a goderselo assieme ai suoi bravi, secondo un vecchio trito e ritrito copione.
E questo perché noi operai vogliamo solo continuare a sognare una vita migliore, mentre nei fatti viviamo una vita di merda, restando relegati a una condizione moderna di schiavitù.
Una condizione peggiore di quella dello schiavo dei tempi dell’antica Roma, perché almeno allora lo schiavo risultava un valore da mantenere da non far deteriorare nel tempo, mentre oggi siamo una merce usa e getta.
Smettiamo di dormire, non è attraverso l’evasione la fuga che potremo modificare la nostra realtà ma solo affrontandola, lottando per cambiarla.
Diversamente un incubo dopo l’altro, sarà la sola vita che ci prospettiamo.
IL Marchionne ha studiato bene come e quando far passare questa ulteriore operazione di sfruttamento operaio.
Operazione per la quale viene supportato da sindacati che storicamente sono sputtanati perché palesemente asserviti alla logica padronale, e per questa da sempre sono pronti a firmare qualsiasi cosa a danno degli operai.
Un operazione lanciata e non a caso in contemporanea ai mondiali di calcio, perché i padroni sanno quanto è bestiale la vità oggi in fabbrica degli operai e quanto bisogno hanno gli operai di sollievo di distrazione dalla fatica dalla sofferenza fisica e mentale, alla quale vengono ogni giorno sottoposti.
Sanno i padroni quando colpire, quando si abbassa la guardia, quando si è stanchi e sfiniti quando si è sfiduciati e ci si sente circondati da un’infinità di problemi che non trovano una soluzione e si cerca una pausa.
Marchionne gioca sporco ama giocare facile, infatti dopo aver messo in cassa per due anni gli operai, con salari miserabili, questo grazie all’eredità della concertazione, la politica attuata dai sindacati del padrone quelli con la firma facile, che ricade sulla pelle operaia, si presenta a loro dicendo o accettate o chiudiamo.
Questo sapendo in partenza di aver vinto, avendo messo agli operai una pistola alla tempia. Noi operai dobbiamo sostenere gli operai di Pomigliano, che si oppongono a questo infame accordo, anche perché non è vero quello che dicono che riguarderà solo la loro fabbrica, perché verrà rivolto a tutti i metalmeccanici.
Riportiamo uno dei passaggi in merito:
“15. CLAUSOLE INTEGRATIVE DEL CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO”
Le Parti convengono che le clausole del presente accordo integrano la regolamentazione dei contratti individuali di lavoro al cui interno sono da considerarsi correlate ed inscindibili, sicché la violazione da parte del singolo lavoratore di una di esse costituisce infrazione disciplinare di cui agli elenchi, secondo gradualità, degli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari conservativi e ai licenziamenti per mancanze e comporta il venir meno dell’efficacia nei suoi confronti delle altre clausole.”
Tradotto dal sindacalese, significa che riguarderà tutti i metalmeccanici.
Quei Ruffiani che hanno fatto la manifestazione a Pomigliano in favore dell’accordo, solo perché la maggioranza di loro non lavora in catena, hanno dimostrato di non saper vedere al di là del loro naso e di aver poca memoria.
Nell’agire come quegli impiegati a Mirafiori che negli anni 80 facendo la marcia dei “quarantamila”aiutarono la FIAT a sconfiggere la lotta degli operai, pensando così di garantire se stessi a scapito degli altri, ma che poi vennero a loro volta trombati, dimostrano di non aver compreso la lezione.
Vogliono condannarci alla schiavitù completa e vorrebbero pure il nostro consenso. Confindustria, politici di destra e di sinistra, sindacalisti compiacenti, giornalisti ecc. ecc. tutti ci chiedono di accettare la cura di Marchionne, accettando di lavorare come bestie per far fare la bella vita a loro. Vogliono farci la pelle in maniera “democratica” però, “o siete favorevoli o chiudiamo”. Operai, Non dimentichiamoci di FIM, UILM, FISMIC e UGL ricordiamoci il ruolo avuto da questi soggetti per la nostra ulteriore svendita.
Operai dobbiamo svegliarci e in fretta, riprendiamo nelle nostre mani la nostra vita riorganizzandoci con una nostra politica una nostra finalità per i nostri bisogni e interessi reali che restano opposti e contrari a quelli dei padroni che ci sfruttano. Smettiamo di sognare e sperare che le cose cambino, perché il domani, un nostro possibile domani diverso dal presente al quale siamo costretti possiamo cambiarlo solo noi lottando.
RSU S.I.COBAS NEW HOLLAND MODENA 21/06/2010
S.I.COBAS MODENA
CRISI! GOVERNO E PADRONI FANNO
PAGARE A NOI IL COSTO
DEI LORO PROFITTI.
BASTA, BLOCCHIAMOLI!
• FINANZIARIA
• ACCORDO DI POMIGLIANO
• MANOVRA SUI CONTI PUBBLICI (TREMONTI)
• MODIFICA ART. 41 DELLA COSTITUZIONE
• CONTRORIFORMA BRUNETTA DEL
PUBBLICO IMPIEGO
• CONTRORIFORMA DELLA SCUOLA
• PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA’
+ PRECARIETA’
- SALARIO
- POSTI DI LAVORO
- PENSIONE
- DIRITTI
+ ARBITRIO PADRONALE
- SANITA’ GRATUITA
- SERVIZI SOCIALI
- SCUOLA
- PROSPETTIVA DI VITA
Governo e padroni sono all’offensiva, ci vogliono imporre nuovi sacrifici. In ogni paese sia i governi
di centro-destra, sia i governi di centro-sinistra, ristrutturano. In tutto il mondo le condizioni
di vita e di lavoro, i diritti acquisiti, sono sotto attacco, con l’obbiettivo di far pagare la crisi ai
lavoratori.
Non avviene per caso, la crisi capitalista si supera in un modo solo: riducendo il “costo del
lavoro”, rilanciando il ciclo economico con un maggior sfruttamento dei lavoratori, con
una “ripresa” che preparerà le condizioni di una nuova crisi ancora più devastante.
Per contrastare l’offensiva governativa e padronale, per cercare di non essere noi a pagare, come
sempre, il costo della crisi, non basta più salire sui tetti delle fabbriche, salire in cima alle gru,
digiunare, sperare in qualche acquirente per l’azienda in crisi, confidare nel buon cuore del padrone,
sperare di non essere messi nella lista di chi viene cassaintegrato o licenziato. Occorre:
una mobilitazione generale, unitaria e autorganizzata di tutti i lavoratori, per
LAVORO STABILE, SALARIO, DIRITTI
per tutti i lavoratori, italiani e immigrati
una mobilitazione generale, unitaria e autorganizzata, che colleghi i lavoratori di tutte le aziende
private e delle amministrazioni pubbliche, indipendentemente dal sindacato a cui oggi sono iscritti.
Una mobilitazione che può e deve cominciare subito, anche con lo
SCIOPERO di tutto il giorno venerdì 25 giugno
a Milano con manifestazione in Largo Cairoli alle ore 9.30
S.I. COBAS
Sindacato Intercategoriale Cobas
Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano (MM1 – Pasteur), tel./fax 02.49661440 continua
www.sicobas.org - coordinamento at sicobas.org
fip 21-5-2010
lavoratori autorganizzati
Jessica RESISTE ANCORA. Licenziata da
ATM è in presidio permanente davanti al deposito
di Via Esterle (Palmanova), nella sua auto,
dove vive, perchè col licenziamento ha perso anche
la casa.
Sosteniamo Jessica, mobilitiamoci per il suo
reintegro, rompiamo il muro di silenzio!
Pomigliano: l’accordo separato
è un problema di tutti i lavoratori
Nessuno tiri un sospiro di sollievo perchè non lavora
alla Fiat di Pomigliano. L’accordo separato è
un punto di svolta per tutti i lavoratori. La Fiat ha
sempre fatto da battistrada per tutto il padronato
e indicato le condizioni contrattuali da applicare.
Se l’accordo passerà a Pomigliano, se la lotta
contro questo ricatto non sarà un fatto collettivo
e generale, col tempo sarà esteso a tutti.
Sanzioni disciplinari fino al licenziamento per chi
sciopera, provvedimenti per i sindacati che non
accettano gli accordi siglati, malattia non pagata,
saranno il pane quotidiano nei posti di lavoro.
Infatti, dopo Pomigliano .... l’Indesit, e poi, quando
dove lavori tu?
Se non fosse capitalismo ...
Anche nell’economia capitalista sarebbe possibile
fronteggiare gli effetti della crisi, in linea teorica,
senza mettere le mani nelle tasche dei lavoratori.
Ad esempio, si potrebbero tassare i grandi patrimoni,
tagliare gli stipendi da centinaia di migliaia
di euro, non pagare i titoli di debito pubblico nelle
casse dei grandi investitori (banche, finanziarie).
Ma sono proprio costoro che governano la
società, che ci fanno pagare la crisi.
Oppure, si potrebbero azzerare le spese militari.
Ma l’industria bellica e i mercanti d’armi come
potrebbero ottenere profitti? Come “esporterebbero
la democrazia” senza i bombardieri?
O, ancora, si potrebbe colpire l’evasione fiscale.
Ma non sono più di trent’anni che i padroni
godono di ogni sorta di defiscalizzazione, di
aiuto, di condono fiscale e contributivo?
Se queste misure venissero applicate, i lavoratori
tirerebbero un sospiro di sollievo, ma non verrebbe
messo in discussione il funzionamento del capitalismo.
Passata una crisi se ne dovrebbe affrontare
una successiva e alla fine a pagarne il
costo sarebbero sempre i lavoratori salariati.
Se non fosse capitalismo non avverrebbe, ma
è capitalismo e funziona così!
La concertazione è impotente
La Cgil chiama allo sciopero per il 25 giugno. Il
suo obiettivo di fondo è quello di ripristinare una
“corretta concertazione”. In altre parole vuole rimettere
in piedi quel sistema che aveva finora
gestito con Cisl e Uil, contribuendo a far avanzare
precarietà, perdita di diritti, sconfitta tra i lavoratori.
Se per governo e padroni anche quel tipo di
concertazione è un freno alla possibilità di fare
profitti, per i lavoratori mobilitarsi per ripristinarla
significa creare le premesse di una
sconfitta peggiore di quella subita alla Fiat
negli anni ’80.
Unità, Unità e ancora Unità
dei lavoratori autorganizzati
La mobilitazione contro governo e padroni è
necessaria, ma ancora insufficiente. Per questo
invitiamo a scioperare e manifestare il 25
giugno. Non ci nascondiamo, però, che occorre
darci un taglio con le modalità con cui si arriva a
questi scioperi. Se la Cgil vuole il ripristino della
concertazione, il sindacalismo di base continua
nella sua pratica di divisione e autoreferenzialità.
USB, Confederazione Cobas e Slai Cobas indicono
una data. La Cub ne indice un’altra. In entrambi
i casi senza un percorso concreto di
preparazione e organizzazione dello sciopero
nei posti di lavoro, ma ... l’importante è piantare
la propria bandierina e raccontare ai media che si
è dieci volte tanto di quelli realmente in piazza.
Così continuando gli scioperi e le mobilitazioni
non si estenderanno e cresceranno.
Noi non ci stiamo a procedere in questo modo,
come da tempo sosteniamo è necessario impegnarsi
per una mobilitazione a partire dai posti
di lavoro, che coinvolga tutti i lavoratori
senza curarsi dell’iscrizione a questo o quel
sindacato.
E’ necessaria un’assemblea nazionale di lavoratori
e delegati, trasversale alle sigle sindacali,
per collegare la risposta alla crisi, per non limitarsi
a scioperi simbolici di una giornata, per “fare
più male possibile” a governo e padroni.
Per dare vita a una mobilitazione comune e condivisa,
che duri nel tempo, che cresca e si organizzi
per dare una risposta collettiva, di classe,
anticapitalista, che metta al centro contenuti fondamentali
per difendersi dagli effetti della crisi.
• Lavoro stabi le
• Salario
• Dirit ti esigibi l i dai lavoratori
• Riduzione dell’orario di lavoro
• Salario garantito ai disoccupati
• Trasformazione dei contratti precari
in contrat ti a tempo indeterminato
PER TUTTI I LAVORATORI
ITALIANI E IMMIGRATI
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