[Redditolavoro] ilva taranto 11 giugno ore 17.30
cobasta
cobasta at libero.it
Fri Jun 11 08:25:17 CEST 2010
invito a stampa e tv
11 giugno incontro stampa alle ore 17.30 del giorno presso la sede slai
cobas per il sindacato di classe
v rintone 22 taranto su tutte le vertenze Ilva: somministrati, indotto,
cigs
ma anche giudiziarie con l'ilva:nuova siet, amianto, processi sul lavoro
salute e sicurezza
La crisi scaricata sugli operai
La crisi dell'acciaio non è superata ma essa continua ad essere scaricata
interamente sugli operai. Il percorso dalla cassa integrazione ordinaria
alla cassa integrazione straordinaria ha già portato a gravi attacchi
all'occupazione, al salario e alle condizioni di lavoro, e per il futuro si
va verso esuberi strutturali. Dopo l'illusione seminata dai dirigenti
sindacali confederali che il peggio era passato, ora Riva rimette nuovamente
in cigs circa 1000 operai ai Treni nastri, al Tub1, al Laf, usando ormai la
cassa integrazione come strumento ordinario, appena salta un ordine.
I sindacati all'Ilva praticamente non esistono, il loro ruolo è o di
consulenti aziendali o di notai delle decisioni dell'Ilva.
I lavoratori hanno dimostrato di essere disponibili alla lotta e anche di
volere nuove rappresentanze. Ma la linea e la direzione dei sindacati
confederali va lungo una strada opposta.
La Fim di Lazzaro da tempo non è un sindacato in fabbrica ma una componente
aggiunta dell'Ufficio personale dell'azienda, di cui sostiene interessi,
posizioni,
Palombella ha fatto carriera fino a diventare segretario nazionale Uilm
proprio per il ruolo avuto in Ilva a tutela più degli interessi aziendali
che di quelli operai, come tutti sappiamo in ilva, anche chi è iscritto alla
UILM. Ora di fronte alla nuova fase della crisi, Palombella in una
intervista al Quotidiano spiega le ragioni dell'azienda e dice che per i
somministrati Ilva ora non c'è niente da fare, che si doveva realizzare
un'intesa qualche mese fa quando le condizioni erano più favorevoli, intesa
che era quella che voleva Riva. la riassunzione per poche decine e il
licenziamento definitivo per tutti gli altri, e poi Palombella aggiunge che
anche l'integrativo subirà una frenata, con buona pace degli operai che si
aspettavano qualcosa in termini di salario, cambio tuta, inquadramento e che
pochi giorni fa sono stati chiamati ad uno sciopero proprio per queste
rivendicazioni.
Alle imprese, invece, la linea è stata quella di far passare tutto e
chiamare ora alla lotta quando i buoi sono ormai scappati. Da fine 2008 ad
oggi vi sono state circa 10 aziende appalto Ilva con circa 500 operai che
hanno chiuso per fallimento o cessazione, e sono 3 mila i lavoratori di 55
Ditte che sono in cig da tempo, 15 ditte sono in cigs per circa 700 operai,
25 sono ormai da tempo in cig.
Tutto questo mentre in Ilva continua lo straordinario e il lavoro in ogni
condizione e nell'indotto i sotto salari e il subappalto.
La sostanza è che Riva e i padroni hanno mano libera, i sindacati
confederali in generale collaborano, con qualche eccezione più di facciata
che di fatti, gli operai non trovano la forza e l'organizzazione per
contrastare questo stato delle cose. MA NON E' MAI TROPPO TARDI.
Gli operai fanno ancora in tempo ad autorganizzarsi, a lottare realmente per
difendere salari, condizioni di lavoro e soprattutto, ora e sempre, il
lavoro stesso contando sulle proprie forze.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è l'unica alternativa a questa
situazione, noi proponiamo l'organizzazione del Comitato dei Lavoratori,
indipendentemente dalla tessera sindacale, un Comitato vero, non come quelli
di prima, caratterizzati da furia francese e ritirata spagnola. Indipendente
realmente dalla linea e dal controllo dei vertici sindacali
confederali,tutti fiom compresa, da sempre abituata a parlare bene e a
razzolare male, che si batta subito per dire:
Stop alla cassintegrazione straordinaria;Rientro con cronoprogrammma certo
per tutti i 650 licenziati degli operai somministrati che peraltro in
prevalenza operavano nei reparti non colpiti dalla cassintegrazione; Blocco
dei licenziamenti nell'appalto con la creazione di un consorzio di imprese
che possa essere, insieme all'Ilva, un interlocutore unico per tutti gli
operai dell'appalto e permettere l'assorbimento degli operai da un'azienda
all'altra, eliminando il subappalto e i contratti precari addirittura a meno
di un anno l'integrativo deve essere chiuso con aumento salariale uguale per
tutti, i passaggi di livello e 5 euro per il cambio-tuta. Questa strada è
possibile se gli operai lo vogliano, la smettano solo di lamentarsi e non
abbiano paura - quale paura ci può essere di più degli attacchi attuali al
lavoro e al salario, fino alla dignità degli operai?!
Slai cobas per il sindacato di classe ilva appalto Taranto
cobasta at libero.it
Rintone, 22 (sede aperta mart/giov. ore 17,30-19,30)3475301704 - T/F
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