[Redditolavoro] Lavoratori Cooperative - I facchini stranieri dei cargo radioattivi "Qui a Orio al Serio manca la sicurezza"

Fulvio fuldigior at gmail.com
Sat Jun 5 20:16:20 CEST 2010


 La rivolta del facchini nello scalo radioattivo

(4 giugno 2010)
  Abdul Dabre racconta il lavoro dei dipendenti delle cooperative di
facchinaggio che scaricano i container con materiale radioattivo
all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. "Abbiamo chiesto visite mediche e
l’uso dei dosimetri per rilevare eventuali fuoriuscite. Ci hanno risposto di
no, perché non sono mai risultate contaminazioni a chi li aveva in dotazione
negli anni precedenti. Ci hanno detto che se non eravamo d’accordo, altri
lavoratori sarebbero stati pronti a sostituirci". A Orio al Serio transitano
35mila colli radioattivi l’anno, mentre in tutti gli altri scali italiani ne
arrivano in tutto cinquemila.

http://tv.repubblica.it/edizione/milano/il-materiale-radioattivo/48339?video=&pagefrom=1..................
Lo sfruttamento

(4 giugno 2010)

  Nonostante risultino soci della cooperativa, i lavoratori - tutti
stranieri - non sono stai mai informati della liquidazione della società,
non hanno accesso ai bilanci e gli viene impedito di convocare un’assemblea.
Lavorano dalle 19 a mezzanotte, poi dalle tre di notte alle sette del
mattino. Ma nel loro salario non è riconosciuto il lavoro notturno, anche se
nelle tre ore di pausa devono rimanere in aeroporto e non possono dormire.
Per le sue proteste, Abdul Dabre è stato licenziato. Ora ha fatto ricorso
raccontando tutte le irregolarità in busta paga. "Ho ricevuto molte minacce
- accusa - Mi hanno detto di ritirare la denuncia se volevo continuare a
lavorare".

http://tv.repubblica.it/copertina/lo-sfruttamento/48340?video
..................
Le cooperative fantasma

(4 giugno 2010)
  Molti lavoratori che movimentano colli radioattivi hanno scoperto che la
cooperativa - ora in liquidazione - per cui hanno lavorato, alcuni per oltre
dieci anni, non ha pagato contributi fiscali e pensionistici. I lavoratori
si sono recati alla sede della società, sui Navigli a Milano, ma non hanno
trovato nessuno con cui parlare.

http://tv.repubblica.it/edizione/milano/le-cooperative-fantasma/48342?video=&pagefrom=1
.................. L'INCHIESTA I facchini stranieri dei cargo radioattivi
"Qui a Orio al Serio manca la sicurezza" A Bergamo arrivano ogni anno 35mila
colli "pericolosi". Cinquemila negli altri aeroporti
A protestare sono i lavoratori stranieri: i colleghi italiani non vogliono
toccare quella merce *di DAVIDE CARLUCCI e SANDRO DE RICCARDIS*

[image: I facchini stranieri dei cargo radioattivi "Qui a Orio al Serio
manca la sicurezza"]

Stretti nei giubbotti, nascosti nei pulmini che li accompagnano verso le
piste, arrivano i facchini del radioattivo. L'aeroporto di Orio al Serio è
ancora avvolto nella notte, è popolato dai primi turisti in attesa dei primi
voli low cost. Dall'ingresso riservato ai dipendenti entrano senegalesi e
albanesi, marocchini e nigeriani. Tocca a loro manovrare i colli dei cargo
che, fino alle sette del mattino, trasportano materiale delicato. Decine di
container al mese, carichi di imballaggi che i rapporti della Iata
classificano come "dangerous", merce pericolosa, o "RRY". Radioattivo.

*VIDEO *Il materiale
radioattivo<http://tv.repubblica.it/edizione/milano/il-materiale-radioattivo/48339?video=&pagefrom=1>/
Le
cooperative fantasma<http://tv.repubblica.it/edizione/milano/le-cooperative-fantasma/48342?video=&pagefrom=1>/
Lo
sfruttamento <http://tv.repubblica.it/copertina/lo-sfruttamento/48340?video>

Da Orio al Serio passa la più grande quantità di materiale radioattivo per
via aerea in Italia. Uno studio dell'Ispra, l'Istituto superiore per la
protezione e la ricerca ambientale, calcola che lo scalo "è interessato da
un notevole traffico di colli radioattivi in arrivo, circa 35mila all'anno",
mentre in tutti gli altri, complessivamente, ne transitano "circa 5mila". In
"gran parte", spiega lo studio, "utilizzato in campo industriale, nella
ricerca e soprattutto in medicina". Prima era solo un carico al giorno. Con
il tempo, il business è esploso: oggi si arriva a dieci container al giorno
da Lipsia e Bucarest, Bruxelles e Castle Donington (Regno Unito) e finiscono
negli ospedali di tutto il nord Italia. E ogni container ha un carico che
varia dai 300 chili fino a quattro tonnellate.

All'inizio a sganciare i bancali dalla pancia degli aerei e spingerli sulla
pista erano i dipendenti italiani della Dhl Aviation. Giravano con i
dosimetri per rilevare le radiazioni, e si sottoponevano a esami medici e
del sangue. Poi la svolta. Nonostante il monitoraggio dell'Asl
sull'esposizione dei lavoratori abbia dato risultati negativi, quel lavoro
gli italiani non lo fanno più. E, per abbattere i costi, la Dhl affida ora
il servizio a cooperative, tutte di stranieri che non hanno dosimetri né
visite mediche. Perciò quando hanno capito che tipo di merce maneggiavano,
hanno cominciato a chiedere garanzie.

Un anno fa la loro società, la Coop service, è andata in liquidazione. Al
suo posto c'è la Fly Service, dove i lavoratori soci - a loro insaputa -
vengono convogliati: nata a giugno 2009, un mese dopo ha già l'appalto Dhl.
"La Dhl è responsabile in solido delle irregolarità delle cooperative che
vanno in liquidazione e impediscono ai lavoratori di ottenere risarcimenti",
dice Monica Pellegrino, legale di alcuni lavoratori.

I facchini vanno nella sede della Fly, a Milano, e non trovano nessuno. In
effetti, nel palazzo non esiste nessuna targhetta che rimandi alla società.
Solo dopo insistenti richieste, la segretaria di uno studio di consulenza
spiega che la Fly ha sede legale presso i propri uffici, ai quali fanno
capo, come risulta a *Repubblica*, altre dieci cooperative dello stesso
settore. La Fly è presieduta da un imprenditore casertano della logistica.
Formalmente fa capo al consorzio Segema, che ha sede nello stesso stabile.
Ma l'appalto per Orio al Serio lo ha ottenuto dal potentissimo consorzio
romano Gesconet, del quale fanno parte diverse società di facchinaggio che
lavorano in subappalto in tutta Italia per multinazionali come la Dhl e la
Tnt, più volte contestati dalla Cgil e dai sindacati di base.

Intanto i lavoratori continuano a scaricare i colli radioattivi. Attaccano
alle 19, finiscono a mezzanotte, riprendono alle 3 fino alle 7 del mattino,
"senza che venga loro riconosciuto il notturno", accusa l'avvocato
Pellegrino. "Se la movimentazione del radioattivo è gestita così, c'è da
essere davvero preoccupati per la grandeur nucleare di Berlusconi", dice
Carlo Monguzzi, leader storico degli ambientalisti lombardi. D'altronde, se
non fosse stato per la protesta dei facchini, dell'imponente transito di
merce pericolosa da Orio non si sarebbe saputo niente. A dichiarare che gli
operatori erano classificati come "non esposti" è la Mit Nucleare, divisione
di una società privata di Carugate, in provincia di Milano, la Mitsafetrans,
che ha trasferito in Gran Bretagna le scorie nucleari delle centrali
italiane.

"Anche se i carichi non sono pericolosi, negli anni passati, Dhl ha sempre
imposto ai lavoratori di rimanere lontani dai container per parecchi metri,
di non venirne a contatto e, addirittura, di non toccare e scaricare nemmeno
il container vicino a quello radioattivo - dice l'avvocato Pellegrino -. Da
un anno, le direttive sono cambiate. Gli operai scaricano senza protezioni e
controlli medici". Ora i lavoratori sperano di essere assunti. "Stanno solo
difendendo la loro dignità", dice Giorgio Floridia, di Stop Razzismo.
Dovrebbero rimanere zitti a lavorare, nascosti ai turisti che di giorno
partono per le vacanze.

(05 giugno 2010)

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/06/05/news/carghi_radioattivi_la_rivolta_dei_facchini_qui_a_orio_al_serio_manca_la_sicurezza-4587590/






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