<br><div class="gmail_quote"><div>
                                <div>
                                <h1>La rivolta del facchini nello scalo
radioattivo</h1>
                                
        </div>
        
        
                
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                <p>(4 giugno 2010)</p>
        
                                                        
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        </div>                                                                                                                                                                                                                                                                </div>
                        
<div>
                                                Abdul Dabre racconta il lavoro dei dipendenti delle cooperative di
facchinaggio che scaricano i container con materiale radioattivo
all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. "Abbiamo chiesto visite
mediche e l’uso dei dosimetri per rilevare eventuali fuoriuscite. Ci
hanno risposto di no, perché non sono mai risultate contaminazioni a chi
li aveva in dotazione negli anni precedenti. Ci hanno detto che se non
eravamo d’accordo, altri lavoratori sarebbero stati pronti a
sostituirci". A Orio al Serio transitano 35mila colli radioattivi
l’anno, mentre in tutti gli altri scali italiani ne arrivano in tutto
cinquemila.         </div>
<br>
<a href="http://tv.repubblica.it/edizione/milano/il-materiale-radioattivo/48339?video=&pagefrom=1" target="_blank">http://tv.repubblica.it/edizione/milano/il-materiale-radioattivo/48339?video=&pagefrom=1</a><h1 style="text-align: center;">
..................<br></h1><h1>Lo sfruttamento</h1>
                                
        </div>
        
        
                <div>
                <p>(4 giugno 2010)</p>
        
                                                        
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                <br>
        </div>                                                                                                                                                                                                                                                                </div>
                        <div>
                                                Nonostante risultino soci della cooperativa, i lavoratori - tutti
stranieri - non sono stai mai informati della liquidazione della
società, non hanno accesso ai bilanci e gli viene impedito di convocare
un’assemblea. Lavorano dalle 19 a mezzanotte, poi dalle tre di notte
alle sette del mattino. Ma nel loro salario non è riconosciuto il lavoro
notturno, anche se nelle tre ore di pausa devono rimanere in aeroporto e
non possono dormire. Per le sue proteste, Abdul Dabre è stato
licenziato. Ora ha fatto ricorso raccontando tutte le irregolarità in
busta paga. "Ho ricevuto molte minacce - accusa - Mi hanno detto di
ritirare la denuncia se volevo continuare a lavorare".         </div><br><span style="color: rgb(0, 0, 153);"><a href="http://tv.repubblica.it/copertina/lo-sfruttamento/48340?video" target="_blank">http://tv.repubblica.it/copertina/lo-sfruttamento/48340?video</a></span><br>
<h1 style="text-align: center;">..................</h1>
<div>
                                <h1>Le cooperative fantasma</h1>
                                
        </div>
        
        
                <div>
                <p>(4 giugno 2010)</p>
        
                                                        
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        </div>                                                                                                                                                                                                                                                                </div>
                        <div>
                                                Molti lavoratori che movimentano colli radioattivi hanno scoperto
che la cooperativa - ora in liquidazione - per cui hanno lavorato,
alcuni per oltre dieci anni, non ha pagato contributi fiscali e
pensionistici. I lavoratori si sono recati alla sede della società, sui
Navigli a Milano, ma non hanno trovato nessuno con cui parlare.         </div><br><a href="http://tv.repubblica.it/edizione/milano/le-cooperative-fantasma/48342?video=&pagefrom=1">http://tv.repubblica.it/edizione/milano/le-cooperative-fantasma/48342?video=&pagefrom=1</a><br>
<div class="gmail_quote"><h1 style="text-align: center;">..................</h1>
<h2>L'INCHIESTA</h2>
<h1>I facchini stranieri dei cargo
radioattivi<br>"Qui a Orio al Serio manca la sicurezza"</h1>
<h3>A Bergamo arrivano ogni anno
35mila colli "pericolosi". Cinquemila negli altri aeroporti <br></h3><h3>A
protestare sono i lavoratori stranieri: i colleghi italiani non vogliono
toccare quella merce</h3>
<i>di DAVIDE CARLUCCI e SANDRO DE RICCARDIS</i>
<div>
<p><img src="http://milano.repubblica.it/images/2010/06/05/075330060-68281fd4-5d05-4818-8e49-870db5ddbbf8.jpg" alt="I facchini stranieri dei cargo radioattivi "Qui a Orio al
Serio manca la sicurezza"" title="I facchini stranieri dei cargo
radioattivi "Qui a Orio al Serio manca la sicurezza"" width="300"></p>
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Stretti nei giubbotti, nascosti nei pulmini che li
accompagnano verso le piste, arrivano i facchini del radioattivo.
L'aeroporto di Orio al Serio è ancora avvolto nella notte, è popolato
dai primi turisti in attesa dei primi voli low cost. Dall'ingresso
riservato ai dipendenti entrano senegalesi e albanesi, marocchini e
nigeriani. Tocca a loro manovrare i colli dei cargo che, fino alle sette
del mattino, trasportano materiale delicato. Decine di container al
mese, carichi di imballaggi che i rapporti della Iata classificano come
"dangerous", merce pericolosa, o "RRY". Radioattivo.<br><br><b><span style="color: rgb(153, 0, 0);">VIDEO </span></b><a href="http://tv.repubblica.it/edizione/milano/il-materiale-radioattivo/48339?video=&pagefrom=1" target="_blank">Il
materiale radioattivo</a> / <a href="http://tv.repubblica.it/edizione/milano/le-cooperative-fantasma/48342?video=&pagefrom=1" target="_blank">Le
cooperative fantasma</a> / <a href="http://tv.repubblica.it/copertina/lo-sfruttamento/48340?video" target="_blank">Lo
sfruttamento</a><br><br>Da Orio al Serio passa la più grande quantità di
materiale radioattivo per via aerea in Italia. Uno studio dell'Ispra,
l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, calcola
che lo scalo "è interessato da un notevole traffico di colli radioattivi
in arrivo, circa 35mila all'anno", mentre in tutti gli altri,
complessivamente, ne transitano "circa 5mila". In "gran parte", spiega
lo studio, "utilizzato in campo industriale, nella ricerca e soprattutto
in medicina". Prima era solo un carico al giorno. Con il tempo, il
business è esploso: oggi si arriva a dieci container al giorno da Lipsia
e Bucarest, Bruxelles e Castle Donington (Regno Unito) e finiscono
negli ospedali di tutto il nord Italia. E ogni container ha un carico
che varia dai 300 chili fino a quattro tonnellate.<br><br>All'inizio a
sganciare i bancali dalla pancia degli aerei e spingerli sulla pista
erano i dipendenti italiani della Dhl Aviation. Giravano con i dosimetri
per rilevare le radiazioni, e si sottoponevano a esami medici e del
sangue. Poi la svolta. Nonostante il monitoraggio dell'Asl
sull'esposizione dei lavoratori abbia dato risultati negativi, quel
lavoro gli italiani non lo fanno più. E, per abbattere i costi, la Dhl
affida ora il servizio a cooperative, tutte di stranieri che non hanno
dosimetri né visite mediche. Perciò quando hanno capito che tipo di
merce maneggiavano, hanno cominciato a chiedere garanzie.<br><br>Un anno
fa la loro società, la Coop service, è andata in liquidazione. Al suo
posto c'è la Fly Service, dove i lavoratori soci - a loro insaputa -
vengono convogliati: nata a giugno 2009, un mese dopo ha già l'appalto
Dhl. "La Dhl è responsabile in solido delle irregolarità delle
cooperative che vanno in liquidazione e impediscono ai lavoratori di
ottenere risarcimenti", dice Monica Pellegrino, legale di alcuni
lavoratori.<br><br>I facchini vanno nella sede della Fly, a Milano, e
non trovano nessuno. In effetti, nel palazzo non esiste nessuna
targhetta che rimandi alla società. Solo dopo insistenti richieste, la
segretaria di uno studio di consulenza spiega che la Fly ha sede legale
presso i propri uffici, ai quali fanno capo, come risulta a <i>Repubblica</i>,
altre dieci cooperative dello stesso settore. La Fly è presieduta da un
imprenditore casertano della logistica. Formalmente fa capo al
consorzio Segema, che ha sede nello stesso stabile. Ma l'appalto per
Orio al Serio lo ha ottenuto dal potentissimo consorzio romano Gesconet,
del quale fanno parte diverse società di facchinaggio che lavorano in
subappalto in tutta Italia per multinazionali come la Dhl e la Tnt, più
volte contestati dalla Cgil e dai sindacati di base.<br><br>Intanto i
lavoratori continuano a scaricare i colli radioattivi. Attaccano alle
19, finiscono a mezzanotte, riprendono alle 3 fino alle 7 del mattino,
"senza che venga loro riconosciuto il notturno", accusa l'avvocato
Pellegrino. "Se la movimentazione del radioattivo è gestita così, c'è da
essere davvero preoccupati per la grandeur nucleare di Berlusconi",
dice Carlo Monguzzi, leader storico degli ambientalisti lombardi.
D'altronde, se non fosse stato per la protesta dei facchini,
dell'imponente transito di merce pericolosa da Orio non si sarebbe
saputo niente. A dichiarare che gli operatori erano classificati come
"non esposti" è la Mit Nucleare, divisione di una società privata di
Carugate, in provincia di Milano, la Mitsafetrans, che ha trasferito in
Gran Bretagna le scorie nucleari delle centrali italiane.<br><br>"Anche
se i carichi non sono pericolosi, negli anni passati, Dhl ha sempre
imposto ai lavoratori di rimanere lontani dai container per parecchi
metri, di non venirne a contatto e, addirittura, di non toccare e
scaricare nemmeno il container vicino a quello radioattivo - dice
l'avvocato Pellegrino -. Da un anno, le direttive sono cambiate. Gli
operai scaricano senza protezioni e controlli medici". Ora i lavoratori
sperano di essere assunti. "Stanno solo difendendo la loro dignità",
dice Giorgio Floridia, di Stop Razzismo. Dovrebbero rimanere zitti a
lavorare, nascosti ai turisti che di giorno partono per le vacanze.
</p><div>
</div>
<p>
<span>(05 giugno 2010)</span>
</p><br><a href="http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/06/05/news/carghi_radioattivi_la_rivolta_dei_facchini_qui_a_orio_al_serio_manca_la_sicurezza-4587590/" target="_blank">http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/06/05/news/carghi_radioattivi_la_rivolta_dei_facchini_qui_a_orio_al_serio_manca_la_sicurezza-4587590/</a><br clear="all">
<br><br><br><br clear="all"></div><br><br>-- <br>S.I. Cobas <br>Coordinamento Provinciale di Cremona<br><br>Via Mazzini, 24 – 26010 Bagnolo Cremasco (CR) - presso lo Spazio Popolare La Forgia<br><br>Apertura sede sindacale martedì e giovedì dalle ore 17.00 alle 19.00<br>
Per appuntamenti tel.3335986270 - 0373473214 - <a href="mailto:slaicobascremona@gmail.com" target="_blank">slaicobascremona@gmail.com</a><br><br><a href="http://www.youtube.com/user/slaicobascremona" target="_blank">http://www.youtube.com/user/slaicobascremona</a><br>
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