[Redditolavoro] fiat la manifestazione di termoli

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Mon Jul 26 07:42:18 CEST 2010


dal sito slai cobas ufficiale

TERMOLI. Bandiere rosse, fiammanti, striscioni, cori di scherno e di 
protesta, fischietti.

No, non era il defilé per la vittoria del campionato di calcio o simili, 
bensì la manifestazione di protesta dello Slai-Cobas contro il licenziamento 
dell'operaio termolese Fiat, Giovanni Musacchio, licenziato in tronco 
qualche giorno fa, per aver partecipato al presidio contro il piano 
Marchionne organizzato dinanzi ai cancelli della Fiat di Pomigliano D'Arco.
E le tute blu di Pomigliano, quindi, congiuntamente allo Slai Cobas di 
Termoli e comuni limitrofi, questo pomeriggio non hanno voluto far mancare 
la propria presenza a questa manifestazione, per ringraziare l'amico 
Musacchio e manifestar lui la propria solidarietà. Tra i partecipanti al 
corteo partito da piazza Donatori di Sangue, pertanto, un nutrito gruppo di 
Pomigliano, fra i quali Luigi Aprea della Rsu di Pomigliano D'Arco.

"Questo è il minimo che potessimo fare- ha affermato Aprea- perché anche 
grazie alla partecipazione di Musacchio al nostro presidio abbiamo strappato 
il 40% di 'no' a chi se lo aspettava da parte nostra. Continueremo a lottare 
contro il piano Marchionne, addirittura vogliono ridurre la pausa 
collettiva, applicare la sanzionabilità dello sciopero, è assurdo!". 
Tantissimi i sindacalisti accorsi, al pari di consiglieri ed assessori 
comunali e regionali che non hanno voluto far mancare il proprio sostegno 
alla (ex) tuta blu dello stabilimento di Termoli.

"Siamo qui oggi contro il licenziamento di Musacchio- ha esordito Andrea Di 
Paolo, del coordinamento Slai- Cobas di Termoli- contro il piano Marchionne. 
Noi siamo per il lavoro e quindi contro la flessibilità perché lavorare oggi 
non significa sacrificare la propria vita personale". "Protestiamo contro 
questo provvedimento ingiusto ed odioso- ha fatto sapere invece il 
consigliere regionale del Pd Michele Petraroia - sperando che venga rimosso. 
La Fiat deve sapere che in questo Paese c'è una Costituzione! Non si può 
contrapporre la competitività delle imprese ai diritti delle persone. la 
dignità delle persone, insomma, non è in vendita!".

Presente, poi, anche l'altro 'piddino', Danilo Leva. "Sosteniamo le ragioni 
del lavoro e dei diritti dei lavoratori- ha spiegato Leva- che vanno 
coniugati alle esigenze di dignità degli operai. Non è possibile e non è 
giusto fare un passo indietro nel tempo perché l'Italia ha dato tanto alla 
Fiat. Non dobbiamo sprecare- ha concluso Leva- quanto abbiamo saputo mettere 
in piedi".


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