[Redditolavoro] Fw: Incidente mortale sul lavoro a Settingiano (CZ)

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Mon Jul 26 07:12:21 CEST 2010



Incidente mortale sul lavoro a Settingiano (CZ)


di STEFANIA PAPALEO
(il quotidiano della Calabria)

FOLGORATO. Così è morto
l'operaio cinquantanovenne
di Lamezia Terme Francesco
Di Cello. Folgorato da
quel cavo ad alta tensione
posto a ridosso del tetto, dal
quale è precipitato nel primo
pomeriggio di ieri. Dal
tetto di una casa di Settingiano.
In via Costa. Una zona
che, sia l'Enel che l'Ispettorato
dal lavoro, avevano
interdetto alla lavorazione,
opponendo un secco diniego
alla richiesta di spostamento
del “cavo killer” avanzata
dal proprietario del terreno.
Che, ieri pomeriggio, ha assistito
stravolto al recupero
del cadavere della vittima,
insieme agli altri colleghi
che, al momento dell'incidente
mortale, si trovavano
in una zona diversa del cantiere.
Nessuno, infatti, ha visto
nulla. Ma il tonfo sì, quello
lo hanno sentito, tanto da
accorrere immediatamente
dal lato del tetto dal quale
Francesco Di Cello è precipitato.
E gli occhi si sono posati
subito su quel cavo di 20
mila volt che aveva indotto
gli uffici competenti a disporre
che, fino a quando
non sarebbe stato spostato,
ruspe e operai, in zona, non
se ne sarebbero dovuti vedere.
Ma, la disposizione, alla
fine, era stata tragicamente
disattesa. E non aveva impedito
al comune di Marcellinara
di rilasciare la concessione
edilizia richiesta dal
proprietario del terreno “in -
criminato”. Così i lavori erano
iniziati, per concludersi,
intorno alle 14 di ieri, nel
sangue dell'operaio rimasto
folgorato.
Morte avvenuta per motivi
ancora da accertare. A farlo
dovrà essere il sostituto
procuratore Paolo Petrolo,
sulla scia delle conclusioni
investigative che saranno
tratte, all'esito degli accertamenti
avviati nell'immediatezza,
dagli uomini del Nisa,
al comando dell'ispettore
Francesco Santoro, e dai carabinieri
di Marcellinara,
coordinati dal maresciallo
Francesco Carnovale. Ad affiancarli,
sul psoto, i tecnici
Raffaele Giovanni (per l'Ispettorato
del lavoro), Ignazio
Scalzi e Annarita Falbo
(per lo Spisal), e Giuseppe
Panza (per l'Enel). Tutti, intervenuti
sul luogo dell'incidente,
secondo uno schema
sinergico tra Enti voluto
con forza dal procuratore
della Repubblica Antonio
Vincenzo Lombardo.
Decisiva, ai fini della ricostruzione
esatta della causa
della morte, si rivelerà l'autopsia
che dovrà essere portata
avanti dal medico legale
Claudia Mirante, la quale,
ieri, ha già eseguito un primo
esame esterno sul cadavere
dell'operaio. Omicidio
colposo, al momento, l'ipotesi
di reato, formulata dal
magistrato, a carico del
committente delle opere,
dell'imprenditore Giuseppe
Gigliotti, rappresentante legale
della ditta esecutrice, e
del direttore dei lavori. Dalla
verifica di ieri, infatti, è
emerso che nessuna misura
di sicurezza era stata adottata
a salvaguardia degli operai
impegnati nel cantiere,
aperto, peraltro, in una zona
interdetta ad ogni lavorazione.
Ed è su quest'aspetto
che si è concentrata maggiormente
l'attenzione del
sostituto procuratore Paolo
Petrolo, determinato a verificare
la sussistenza di ulteriori
responsabilità legate
alla concessione edilizia rilasciata
nonostante l'interdizione
imposta da Enel e
Ispettorato del lavoro



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