[Redditolavoro] l'aquila 2 -dolore e rabbia

procomta ro.red at libero.it
Mon Jul 19 16:35:06 CEST 2010


L'AQUILA. Torna in aula, tra polemiche e dolore, l'udienza preliminare sul 
crollo del Convitto Nazionale che il 6 aprile 2009 costò la vita a 3 
ragazzi. Imputati, per omicidio colposo e lesioni, il preside Livio Bearzi e 
il dirigente provinciale Vincenzo Mazzotta.

LA POLEMICA. Sarà battaglia legale ma non solo. Intanto l'avvocato Antonio 
Milo del foro di Avezzano che rappresenta i familiari di Luigi Cellini, di 
Trasacco, uno dei tre minorenni morto sotto le macerie, critica la scelta da 
parte dell'avvocato di Bearzi, di inoltrare l'istanza di rimessione in 
Cassazione per spostare altrove il procedimento per «legittimo sospetto». 
«E' una istanza infondata» afferma «priva di peso giuridico e sono convinto 
che i magistrati di corte di Cassazione la respingeranno». «Qualora, visto 
che tutto è possibile, così non fosse» aggiunge «non fa nulla nel senso che 
a noi interessa solo che sia accertata la verità in modo imparziale. 
Ritengo, comunque che si siano utilizzate argomentazioni fuori luogo per 
chiedere lo spostamento del procedimento in altro tribunale».

CHIESTI I DANNI. Questa mattina, dunque, alle 9,30, ripartirà l'udienza 
preliminare che era stata rinviata tre settimane fa per una notifica non 
fatta a una parte civile residente all'estero. Infatti le altre due vittime 
del crollo Marta Zelena e Ondrey Nuozowsky, erano originarie della 
Repubblica Ceca e i loro parenti vivono lì. Non è ancora del tutto certo che 
la notifica (per eventualmente costituirsi) sia stata effettuata nei modi 
corretti.  Se l'udienza, davanti al giudice Marco Billi avrà il suo regolare 
corso, gli avvocati che rappresentano la famiglia Cellini e uno dei 
sopravissuti, (Antonio Milo e Roberto Verdecchia) rinnoveranno nella 
costituzione di parte civile la richiesta di danni materiali e morali per un 
valore complessivo di due milioni e trecentomila euro.



I danni sono chiesti agli imputati, alla Provincia, al ministero 
dell'Istruzione e a quello dei Beni culturali.  Questa mattina, dunque, si 
verificherà anche se il giudice, nonostante l'istanza in Cassazione 
inoltrata dal difensore di Bearzi, Paolo Enrico Guidobaldi, riterrà comunque 
di andare avanti (come ha fatto il suo collega e capo di ufficio Giuseppe 
Grieco) o se bloccherà i lavori. Va precisato che l'altro imputato, Vincenzo 
Mazzotta non intende far spostare altrove il procedimento. Ma qualora fosse 
accolta la richiesta di Guidobaldi dalla Cassazione, lui e i suoi difensori 
(Antonio Mazzotta e Paolo Mazzotta) non si potranno opporre. In attesa della 
decisione della cassazione il giudice per le indagini può portare avanti 
l'udienza fin dove vuole ma non può emettere decisioni riguardanti rinvio a 
giudizio, proscioglimenti, e tantomeno sentenze su ipotetici riti 
abbreviati.

LE ACCUSE. Il preside e il dirigente della Provincia (ente che gestisce 
alcune strutture scolastiche) sono accusati di omicidio colposo e lesioni 
colpose per delle condotte omissive. Il preside non avrebbe mai sottoposto 
la vecchia struttura ai restauri. Inoltre non sarebbe mai stato redatto un 
piano per la sicurezza. A Mazzotta sono mosse contestazioni simili. Tra le 
accuse al preside anche il fatto che, secondo i pubblici ministeri, Alfredo 
Rossini e Fabio Picuti sarebbe stato opportuno, dopo le due scosse che 
precedettero la catastrofe, far evacuare l'edificio che è stato realizzato 
oltre un secolo fa. Ma il preside ha sempre obiettato che nessuna legge gli 
dava questa facoltà, visto che si tratta di un potere che ha solo il 
sindaco. 


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