[Redditolavoro] dall'ilva taranto

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Sat Jul 17 09:40:32 CEST 2010


foglio ilva e newsletter ilva taranto
a cura dello slai cobas per il sindacato di classe taranto

1 - la lotta dei somministrati Ilva

La lotta dei somministrati Ilva è stata portata dalle organizzazioni 
sindacali confederali e dalle istituzioni in un vicolo cieco. Eppure il 
problema non era complicato.
Circa 650 lavoratori sono stati utilizzati in maniera sistematica e per un 
lungo periodo, esattamente come tutti gli altri operai. Che ci dovesse e 
potesse essere una gradualità calendarizzata in un periodo breve della loro 
stabilizzazione era abbastanza prevedibile; ma invece, per gli accordi fatti 
dai sindacati confederali, per la posizione assunta dagli stessi sindacati, 
in particolare da Fim e Uilm, durante la presenza dei somministrati in 
fabbrica, non è stato fatto, quando almeno allo scadere dei 24 mesi, gli 
operai dovevano essere già stabilizzati.
Per gli effetti della crisi sopraggiunta e soprattutto per l'uso da parte di 
Riva della crisi stessa, la situazione è stata portata di fatto al punto in 
cui voleva Riva: i licenziamenti di tutti.
Gli operai somministrati si sono organizzati e hanno cercato di imporre alle 
OO.SS. la loro tutela, ma dopodichè, non solo i sindacati confederali, 
compresa la Fiom, non hanno fatto quello che dovevano fare, ma gli stessi 
operai somministrati non hanno fatto quello che era necessario e obbligato 
fare per avere una speranza dio vincere questa lotta: Bloccare le 
portinerie, costringere con la forza e la costanza, senza intimidirsi ad una 
vera trattativa che finora non c'è stata.
Invece, anche per spinta di alcuni di loro, si è scelta la via secondaria e, 
alla verifica dei fatti, inconcludente di chiamare le istituzioni, il 
Sindaco Stefano, poi il Prefetto, poi Vendola a intervenire. Questi sono 
intervenuti, tante belle parole, lettere, proclami, ma risultati zero.
Intanto i somministrati grazie al lavoro sotterraneo fatto anche dai 
sindacalisti del padrone, sono stati frammentati e divisi e messi in 
difficoltà nel proseguire la loro lotta.
In maniera episodica hanno cercato il rapporto con lo Slai cobas che si è 
messo sempre a disposizione con proposte semplici e lineari, fondate sulla 
lotta vera contro padron Riva e l'effettiva autorganizzazione dei lavoratori 
somministrati. Ma i somministrati finora non hanno voluto perseguire questa 
via.
Ora la partita è diventata davvero difficile. E questo è un danno non solo 
per i somministrati ma per tutti gli operai dell'Ilva, perchè, se non si è 
capito, la lotta dei somministrati è la prima lotta contro gli esuberi 
strutturali che sono la logica conclusione che padron Riva persegue 
attraverso la cassintegrazione straordinaria.
Se si cominciano a perdere le battaglie, si perde la guerra.
La strada per cambiare c'è, ed è l'autorganizzazione di classe e di massa 
nello Slai cobas per il sindacato di classe.A proposito dell'uso 
dell'azienda della cigs per avviare la politica degli esuberi, delle 
discriminazione e della ricerca di eliminare gli operai scomodi:

2 -Il caso del reparto Rivestimenti.

Nel rep. Rivestimenti, dove non si lavora in sicurezza con uno stato di 
abbandono tanto da originare l'intervento dell'ASL, l'azienda 
improvvisamente ha cambiato il capo che ha assunto subito uno stile 
arrogante e non dialogante di gestione del reparto, imponendo il lavoro in 
ogni condizione e accusando gli operai di non voler lavorare.
A questo è seguita una riunione sindacale nella quale l'azienda ha parlato 
di esuberi, una trentina, e ha chiesto lo spostamento alle pulizie 
industriali di una parte dei lavoratori operanti in questo reparto da oltre 
10 anni; ha giustificato questo col problema della cigs e il fermo del 
reparto. Ma poi, in realtà, ha trasferito da altri reparti e in particolare 
dal TNA1 sulle postazioni del Rivestimento; operai considerati dall'azienda 
più inquadrati e più malleabili.
Se questi fatti corrispondono a come ce li hanno raccontati, è del tutto 
evidente che l'azienda sta usando strumentalmente la cassintegrazione in 
vista di esuberi strutturali e vuole, in questi esuberi colpire operai 
sindacalizzati, operai che non accettano di lavorare non in sicurezza, 
operai più soggetti a malattia.
Questo avviene in un sostanziale silenzio-assenso delle OO.SS. che anche 
quando se ne occupano prendono per buone le motivazioni aziendali che si 
tratterebbe di "movimenti temporanei" in attesa del rientro della fabbrica a 
pieno regime, e al massimo rimandano a tempi migliori.
Noi pensiamo invece che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, che occorre 
far venire allo scoperto l'azienda, avviare subito una vertenza, che occorra 
la lotta. Perchè senza contrastare in questo come in altri reparti questa 
situazione sarà difficile poi bloccare i piani immediati e futuri dell'Ilva.
Invece che passaggi di livello, rispetto dei lavoratori della loro 
professionalità, arroganza, demansionamento degli operai e rischio di 
esuberi.

3 la trattativa dell'integrativo

La trattativa sull'integrativo ormai in piedi da circa due anni non ha 
trovato tuttora una conclusione, subordinata come è stata alle vicende 
legate alla cassintegrazione, benchè essa è molto sentita dagli operai da 
tempo lontani da qualsiasi miglioramento salariale in fabbrica.
Ora, a fronte di una possibile conclusione, la confusione regna sovrana; 
nessun operaio, e in qualche misura neanche gli stessi sindacalisti, sono in 
grado di dire quali sono effettivamente i risultati. Su tutti i punti esiste 
una differenziazione negli effetti sul salario dei lavoratori che rende 
aleatori e in qualche misura arbitrari i risultati.
Eppure, in partenza le cose rivendicate nella piattaforma rivendicativa non 
erano male, quando è stata presentata si è parlato di 300 euro in più 
complessivamente per i lavoratori, si è parlato risolvere la questione del 
'cambio tuta' e del tempo di permanenza, si è parlato di inquadramento con 
effettivi passaggi di livello diffusi, così come si era parlato della 
risoluzione del problema precari.
Ora che la trattativa si sta concludendo possiamo dire di essere abbastanza 
lontani da questi esiti.
Lo Slai cobas quindi invita gli operai e i lavoratori a giudicare sulla base 
dei fatti e non delle parole e a mantenere fermo che ogni conclusione deve 
effettivamente avvicinarsi alle richieste, indispensabile per parlare di 
miglioramento.
Chiediamo che i risultati siano abbastanza egualitari per gli operai, che le 
cifre vengano fornite in maniera semplice e complessiva per poter essere 
capite e valutate subito.
300 euro di aumento complessivo, 5 euro per il 'cambio tuta', passaggi di 
livello massificati, in particolare dal 3° al 4°; rientro dei somministrati.

slai cobas ilva appalto
per il sindacato di classe
cobasta at libero.it
347-1102638
15 luglio 2010 


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