[Redditolavoro] Colpevoli di antifascismo

livia olgasaid at yahoo.it
Tue Jul 13 15:13:45 CEST 2010


Piove sugli antifascisti a 
Cagliari, piovono decreti penali di condanna e avvisi orali.

    

 La polizia politica e 
alcuni 
magistrati ci accusano di aver manifestato contro il fascismo e contro i
 
fascisti in carne ed ossa nella nostra città, in varie occasioni:

il
 2 agosto 2007 contro il 
raduno nazista "sei diventata nera" previsto pochi giorni dopo, 

il
 25 aprile del 2009 e 2010 
contro i fascisti che hanno occupato il centro della città, protetti 
dalla 
polizia, per celebrare i loro lugubri riti.
 
Queste
 le principali iniziative 
perseguite/condanna te, alle quali se ne affiancano delle altre di 
contorno 
(presidi contro i CIE, ecc.) sempre poco gradite nei contenuti e nelle 
pratiche 
ai nostri benemeriti vertici polizieschi.
 
Ma
 quali sono questi contenuti? 
La lotta contro il razzismo, contro il fascismo, contro il “pacchetto 
sicurezza” 
e le sue leggi razziali e classiste, contro la militarizzazione delle 
strade e 
dei quartieri, contro le espulsioni e gli internamenti di uomini e donne
 che 
hanno la sola colpa di non possedere il “documento 
giusto”.
 
Quali
 le pratiche? Le 
manifestazioni spontanee, auto-organizzate, e quelle che si svolgono 
nell’immediatezza degli eventi, prive quindi del necessario preavviso di
 tre 
giorni alla questura richiesto e che si trovano quindi in una condizione
 di 
incerta legalità e sono esposte al rischio di essere arbitrariamente 
disperse 
dalle forze statali.
 
I
 decreti di condanna che sono 
stati inviati consistono essenzialmente in una proposta che il 
magistrato fa per 
conto dello stato al singolo antifascista: paga un’ammenda e ammetti la 
colpa, 
in cambio di questo atto di sottomissione questa vicenda si considera 
chiusa e 
non verrai perseguito ulteriormente. 
Ma
 noi non intendiamo aderire 
alla proposta e a questo provvedimento faremo 
opposizione.
 
L’avviso
 orale consiste in una 
sorta di 
ammonimento a mantenere una condotta “conforme alla legge” ma non è 
legato ad un 
reato specifico o ad un giudizio ma semplicemente alla persona, alla sua
 
condotta, a quello che dice e pensa. È quindi un tipo di misura che, per
 la sua 
genericità e arbitrarietà, può essere estesa praticamente a chiunque e 
rispetto 
alla quale non è facile proteggersi. È inoltre l’anticamera necessaria 
per 
venire sottoposti alla sorveglianza speciale, una serie di norme 
restrittive 
sulle libertà personali, nel caso in cui l’ammonito non si ravveda e 
perseveri 
sulla “cattiva strada” confermandosi così come una persona socialmente 
pericolosa.
Ma
 noi non intendiamo 
ravvederci e anche a questo provvedimento faremo 
opposizione.
 
Vi
 è evidentemente la volontà 
di punire la semplice manifestazione pubblica di un pensiero e di una 
volontà 
antifasciste, con una repressione generalizzata. Grazie anche alla 
complicità 
dei giornalisti che omettono e distorcono le informazioni, si cerca di 
impaurire 
il singolo manifestante; sono palesi le minacce e le intimidazioni che 
stanno 
dietro gli avvisi orali: partecipare a iniziative spontanee e 
antagoniste può 
avere gravi conseguenze.
 
Ma
 c’è un antifascismo, vivo e 
vitale, che ancora ha il coraggio di lottare contro il razzismo, il 
militarismo, 
la povertà e la guerra, che si oppone alle parate dei fascisti che 
occupano le 
città con la complicità e la protezione della polizia. Un Antifascismo 
che viene 
duramente represso. Gli antifascisti vengono spiati, schedati, 
provocati, 
denunciati esattamente come accadeva nel ventennio. Questo accade e sta 
accadendo, anche ora, anche a Cagliari.
 
“Insuscettibili
 
di 
ravvedimento”


      
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