[Redditolavoro] AGLI ERRANTI

Vittoria OLIVA huambos at virgilio.it
Wed Jan 20 18:01:02 CET 2010


ho trovato questo bel testo 
 preso da qui
> http://mondosenzagalere.blogspot.com/2009/01/centro-di-documentazione-porfido-torino.htmllo

lo  trovate lì e sul blog mio
 AGLI ERRANTI


Abbiamo chiesto forza lavoro,sono arrivati uomini.Max Frisch 

 Nessuno emigra per piacere - ecco una verità fin troppo semplice che inmolti vogliono occultare. Se una persona lascia di buon grado la sua terra ei suoi affetti non la si definisce migrante, ma semplicemente viaggiatore oturista. La migrazione è uno spostamento forzato, un errare alla ricerca dicondizioni di vita migliori.  Ci sono attualmente 150 milioni di stranieri nel mondo, a causa di guerre,colpi di Stato, disastri ecologici, carestie o del semplice funzionamentodella produzione industriale (distruzione delle campagne e delle foreste,licenziamenti di massa, eccetera). Tutti questi fattori compongono unmosaico d'oppressione e di miseria in cui gli effetti dello sfruttamento sifanno a loro volta cause immediate e remote di sofferenza e di sradicamento,in una spirale infinita che rende ipocrita ogni distinzione fra "sfollati","migranti", "profughi", "richiedenti asilo", "rifugiati", "sopravvissuti".Basta pensare a quanto siano sociali le cosiddette emergenze ambientali (lacarenza di acqua, la desertificazione crescente, la sterilità dei campi): l'esplosione di una raffineria di petrolio, unita alla distruzione di ogniautonomia locale su cui è stata edificata, può talvolta cambiare le sorti diun'intera popolazione.  Contrariamente a quanto vorrebbe far credere la propaganda razzista, l'immigrazione riguarda per il solo 17 per cento il Nord ricco, coinvolgendodi fatto tutti i continenti (in particolare quello asiatico e quelloafricano); il che significa che per ogni Paese povero ce n'è uno ancora piùpovero da cui fuggono dei migranti. La mobilitazione totale imposta dall'Economia e dagli Stati è un fenomeno planetario, una guerra civile nondichiarata e senza confini: milioni di sfruttati errano attraverso l'infernodel paradiso mercantile, sballottati di frontiera in frontiera, costretti incampi profughi accerchiati dalla polizia e dall'esercito, gestiti dalleorganizzazioni dette di carità - complici rispetto a tragedie di cui nondenunciano le cause reali al solo scopo di sfruttarne le conseguenze -,affastellati nelle "zone di attesa" degli aeroporti o negli stadi (macabricircenses per chi non ha neanche il pane), rinchiusi in lager definiti"centri di permanenza temporanea", infine impacchettati ed espulsi nella piùtotale indifferenza. Per molti aspetti si può dire che i volti di questiindesiderabili siano il volto del nostro presente - e anche per questo cispaventano. L'immigrato ci fa paura perché vediamo rispecchiata nella sua lanostra miseria, perché nella sua erranza riconosciamo la nostra condizionequotidiana: quella di individui sempre più stranieri in questo mondo esempre più stranieri a se stessi. ecc.. ecc....
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