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<DIV><FONT size=2 face=Arial>ho trovato questo bel testo </FONT></DIV>
<DIV> preso da qui<BR>> <A
href="http://mondosenzagalere.blogspot.com/2009/01/centro-di-documentazione-porfido-torino.htmllo">http://mondosenzagalere.blogspot.com/2009/01/centro-di-documentazione-porfido-torino.htmllo</A></DIV>
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<DIV>lo trovate lì e sul blog mio</DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial> AGLI ERRANTI</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV>Abbiamo chiesto forza lavoro,sono arrivati uomini.Max Frisch </DIV>
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<DIV> Nessuno emigra per piacere - ecco una verità fin troppo semplice che
inmolti vogliono occultare. Se una persona lascia di buon grado la sua terra ei
suoi affetti non la si definisce migrante, ma semplicemente viaggiatore
oturista. La migrazione è uno spostamento forzato, un errare alla ricerca
dicondizioni di vita migliori. Ci sono attualmente 150 milioni di
stranieri nel mondo, a causa di guerre,colpi di Stato, disastri ecologici,
carestie o del semplice funzionamentodella produzione industriale (distruzione
delle campagne e delle foreste,licenziamenti di massa, eccetera). Tutti questi
fattori compongono unmosaico d'oppressione e di miseria in cui gli effetti dello
sfruttamento sifanno a loro volta cause immediate e remote di sofferenza e di
sradicamento,in una spirale infinita che rende ipocrita ogni distinzione fra
"sfollati","migranti", "profughi", "richiedenti asilo", "rifugiati",
"sopravvissuti".Basta pensare a quanto siano sociali le cosiddette emergenze
ambientali (lacarenza di acqua, la desertificazione crescente, la sterilità dei
campi): l'esplosione di una raffineria di petrolio, unita alla distruzione di
ogniautonomia locale su cui è stata edificata, può talvolta cambiare le sorti
diun'intera popolazione. Contrariamente a quanto vorrebbe far credere la
propaganda razzista, l'immigrazione riguarda per il solo 17 per cento il Nord
ricco, coinvolgendodi fatto tutti i continenti (in particolare quello asiatico e
quelloafricano); il che significa che per ogni Paese povero ce n'è uno ancora
piùpovero da cui fuggono dei migranti. La mobilitazione totale imposta
dall'Economia e dagli Stati è un fenomeno planetario, una guerra civile
nondichiarata e senza confini: milioni di sfruttati errano attraverso
l'infernodel paradiso mercantile, sballottati di frontiera in frontiera,
costretti incampi profughi accerchiati dalla polizia e dall'esercito, gestiti
dalleorganizzazioni dette di carità - complici rispetto a tragedie di cui
nondenunciano le cause reali al solo scopo di sfruttarne le conseguenze
-,affastellati nelle "zone di attesa" degli aeroporti o negli stadi
(macabricircenses per chi non ha neanche il pane), rinchiusi in lager
definiti"centri di permanenza temporanea", infine impacchettati ed espulsi nella
piùtotale indifferenza. Per molti aspetti si può dire che i volti di
questiindesiderabili siano il volto del nostro presente - e anche per questo
cispaventano. L'immigrato ci fa paura perché vediamo rispecchiata nella sua
lanostra miseria, perché nella sua erranza riconosciamo la nostra
condizionequotidiana: quella di individui sempre più stranieri in questo mondo
esempre più stranieri a se stessi. ecc.. ecc....</DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>