[Redditolavoro] 1° MARZO, AL FIANCO DELLE IMMIGRATE

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Sat Feb 27 16:49:18 CET 2010


1° MARZO, AL FIANCO DELLE IMMIGRATE

1 marzo giornata di lotta degli immigrati

Le lavoratrici del Mfpr in questa lotta portano, in particolare, il sostegno 
alle donne e alle lavoratrici immigrate.
Pensiamo che a maggior ragione per le donne lo sciopero e la mobilitazione non 
possono che essere GLOBALI. 
Perché le immigrate fanno tutto, dai lavori nei servizi e nelle realtà 
lavorative più pesanti, faticose e spesso umilianti, ai lavori nelle case come 
badanti, domestiche, al lavoro come
prostitute, ecc. 
Perché subiscono, come immigrate e come donne, non una ma una triplice 
oppressione, fatta di supersfruttamento, razzismo, sessismo, a cui si 
accompagna l'intreccio tra oppressione patriarcale nelle famiglie d'origine e 
oppressione moderno/imperialista del nostro paese.

Per le donne immigrate la lotta per il lavoro, per il diritto al permesso di 
soggiorno, alla cittadinanza, la lotta contro il razzismo, è strettamente 
legata alla lotta contro il sessismo, fatto di doppie discriminazioni sessuali, 
di 'luoghi comuni' maschilisti che offendono la dignità e i grandi
sacrifici delle immigrate, ma anche di stupri di Stato, vedi ciò che accade 
all’interno dei Cie.
Non solo, questo governo che ha uno schifoso disprezzo per le donne e 
soprattutto per le donne immigrate (che sono buone solo se possono essere usate 
come prostitute per i Bertolaso di turno, come donne-tangenti) vuole anche in 
Italia imporre - come sta accadendo in Francia con il divieto del burga – la 
sua (in)civiltà con leggi fasciste e con la repressione.

Noi sosteniamo la mobilitazione delle immigrate perché pensiamo che l'unità 
necessaria tra donne italiane e donne immigrate, tra lavoratrici italiane e 
lavoratrici immigrate, passi dal nostro sostegno ora all'autorganizzazione 
delle immigrate, e alle loro rivendicazioni:
diritto di cittadinanza per chi lavora
permessi di soggiorno per tutti
uguaglianza dei diritti sui posti di lavoro e in materia di precarietà e 
disoccupazione
chiusura dei CIE,
abolizione del pacchetto di sicurezza anti immigrati

Lavoratrici del Movimento femminista proletario rivoluzionario

INVITIAMO LE IMMIGRATE IN LOTTA A PORTARE IL LORO CONTRIBUTO E LA LORO 
RIBELLIONE ALLA DUE GIORNI DEL 13/14 MARZO A TARANTO: "Bagagli per un viaggio 
delle donne in lotta"

Taranto: mfpr at fastwebnet.it 347/5301704
Palermo: mfprpalermo at email.it 340/8429376
Milano: mfprmi at libero.it 333/9415168
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blog: http://femminismorivoluzionario.blogspot
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"Noi che odiamo così tanto il burqa non permetteremo che sia l'imperialismo 
occidentale a togliercelo. Sarebbe come uno 'stupro'!” da una dichiarazione 
della giornalista/attrice afghana Niloufar Pzira

Questo forte appello  della giornalista/attrice afghana Niloufar Pzira che nel 
Novembre 2001 riprendemmo e rilanciammo nell'ambito di una campagna che facemmo 
a livello nazionale a sostegno delle donne afghane contro la guerra 
imperialista degli Usa e paesi alleati,  è oggi più che ma attuale e vero.

Ciò che accade in Francia relativamente alla questione burqa e che in certe 
forme  inizia ad essere discusso in Italia, vedi le recenti dichiarazioni del 
ministro Carfagna,  non è altro che l'ennesima sporca strumentalizzazione dei 
governi imperialisti che per anni hanno accettato senza muovere un dito la 
brutale condizione di schiavitù delle donne vedi l'Afghanistan per esempio, 
sostenendo
e finanziando il governo dei Talebani, e ora si allargano la bocca con 
proclami di volere portare "la libertà" alle donne. Ma di quale "libertà" 
parlano ??? e parliamo???

Chi dovrebbe rispettare i diritti umani e civili dei popoli e in questo caso 
delle donne, essere difensori della loro dignità???  Un Sarkozy, un Berlusconi, 
una Carfagna? che mentre parlano  relativamente alla questione burqa,  di 
"primi e concreti  passi per liberare le donne immigrate dall'oppressione", 
istituiscono ogni giorno uno stato di polizia all'interno dei propri paesi,e 
portano avanti politiche che calpestano sempre di più  i diritti delle donne, 
soprattutto le più povere, le immigrate, lasciando inalterati ANZI IMPONENDO E 
POTENZIANDO BEN ALTRI BURQA CHE OPPRIMONO E VOGLIONO ANNULLARE  LE DONNE 
IMMIGRATE VEDI LE CONDIZIONI IN CUI  SI VIVE IN FRANCIA NELLE BANLIEUS, VEDI 
NEL NOSTRO PAESE  I CIE DOVE  LE DONNE IMMIGRATE  NON SOLO VENGONO RECLUSE MA 
ANCHE VIOLENTATE , VEDI IL PACCHETTO SICUREZZA FASCISTA E RAZZISTA, VEDI IL 
REATO DI CLANDESTINITA'

Certo che il burqa è una delle forme visibili dell'oppressione femminile 
soprattutto nei paesi oppressi dall'imperialismo ma non è certo la classe 
borghese che può eliminare le basi materiali da cui sorge l'imposizione del 
burqa alle donne.

A questo proprosito riporto alcuni stralci di un articolo che scrivemmo 
proprio allora nel 2001:
"Per rompere le catene è necessaria una lotta senza tregua, le donne devono 
imporre i loro diritti anche con la forza", hanno gridato le donne afghane alla 
manifestazione da loro organizzata per l'8 marzo in Pakistan mettendo in 
pericolo la loro vita.
"Noi donne dell'Afghanistan trasformeremo la nostra rabbia in forza 
combattiva... vi sono donne coraggiose che si stanno ribellando contro i 
barbari sistemi e leggi dei talebani e di altri fondamentalisti islamici...Le 
donne sono arrivate al punto di impugnare le armi contro i loro
oppressori... Le donne devono prendersi per mano e rafforzare le loro lotte, 
devono unire
le loro forze e costruire un movimento organizzato per la rivoluzione...
Questa è la strada per la libertà e questa strada noi compagne del mfpr 
vogliamo appoggiare!... "

a cominciare dalla realtà concreta in cui oggi viviamo e lottiamo.

do mfpr palermo







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