[Redditolavoro] Appello per un 1° marzo di lotta, antirazzista e di classe

SLAI Cobas Cremona slaicobascremona at gmail.com
Thu Feb 25 23:16:22 CET 2010


Appello per un 1° marzo di lotta, antirazzista e di classe

*
*

Le leggi razziste e i vari pacchetti sicurezza, che hanno caratterizzato
l’ultimo ventennio della storia italiana (e non solo) costituiscono un
insieme di dispositivi che attaccano gli immigrati in quanto forza-lavoro e
che, non a caso, si sono progressivamente inasprite man mano che è andato
crescendo il numero e il peso economico di questa porzione, fondamentale,
della classe lavoratrice.

Grazie a questi dispositivi, milioni di uomini e donne vengono spinti in una
condizione di clandestinità forzata da cui è praticamente impossibile
uscire,  in un regime di vero e proprio apartheid, imprigionate, deportate,
private della dignità umana, massacrate nei mari e nei luoghi di lavoro.

Un meccanismo, ormai ben oliato, il cui fine evidente è quello di
terrorizzare e annichilire milioni di lavoratori,  per renderli massimamente
ricattabili e sfruttabili come forza-lavoro a basso costo.

Il razzismo, che è fondamentalmente “razzismo di stato, va quindi
considerato come l’espressione più diretta della voracità di un capitalismo
in crisi e che ha assoluto bisogno di realizzare il massimo profitto
possibile, nel minor tempo possibile, tramite forme di neo-schiavismo che
sono, allo stesso tempo, simbolo di un presente di guerra aperta contro i
proletari del mondo e, minaccia per il futuro che il capitalismo riserva al
mondo intero.



Oggi, però, da Milano a Rosarno, giungono nuovi segnali di lotta e di
ribellione all’esistente.

Lotte e rivolte che si stanno sviluppando in alcuni settori della classe
operaia immigrata del nord (come nel caso delle cooperative della logistica
lombarda) o fra i braccianti del sud (da Castelvolturno a Rosarno) contro lo
strapotere dello stato e della mafia. Lotte che hanno la possibilità di
congiungersi con le forme di resistenza alla crisi messi in campo dai
lavoratori. Lotte che, finalmente stanno cominciando a spostare il piano del
conflitto su un terreno apertamente di classe, costringendo lo stato a
ricorrere sempre più spesso alla repressione come unica arma per tentare di
frenarle e svelando quindi, all’insieme della classe lavoratrice, che la
democrazia non è un feticcio da difendere contro il pericolo fascista ma, al
contrario, uno strumento fondamentale nelle mani dei padroni che si ritorce
costantemente contro le classi oppresse.

Da queste lotte traiamo quindi lezioni fondamentali che ci spingono a
raccogliere l’appello per lo sciopero degli immigrati proclamato a livello
sovranazionale per il 1° marzo. Pur consapevoli che non ci sono ancora le
condizioni per una piena riuscita dello stesso, pensiamo che ci siano le
condizioni per dare un senso politico ad una simile giornata rafforzando le
mobilitazioni operaie di cui sopra (nelle cooperative, in particolare) e le
forme di autodifesa che si stanno esprimendo sui territori (contro i
rastrellamenti e la militarizzazione dei quartieri, contro gli sfratti e in
difesa delle occupazioni delle case)



Concretamente proponiamo da una parte di *sostenere attivamente gli scioperi
che si daranno il 1° marzo*, dall’altra di costruire *una manifestazione
cittadina, antirazzista e di classe, che attraversi via Padova*, uno dei
quartieri a più alta densità di immigrati e tuttora teatro di violenti
scontri quotidiani fra polizia e clandestini, fuori dai riflettori che si
erano accesi giusto il tempo per tentare di strumentalizzare la morte di un
giovane egiziano e per attaccare l’intero quartiere

Per organizzare le iniziative di cui sopra e discutere collettivamente delle
prospettive alle quali guardare unitariamente viene convocata un’assemblea
pubblica per *sabato 27 febbraio alle ore 18 *in via Friuli ang. via
Muratori, presso il CSA Vittoria.


Lavoratori delle cooperative in lotta e comitato di sostegno



-- 
SLAI Cobas
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