[Redditolavoro] Nasar puareti xe destin, far un lavoro de fadiga xe da bauchi!

Vittoria OLIVA huambos at virgilio.it
Thu Feb 11 14:15:58 CET 2010


Nasar puareti xe destin, far un lavoro de fadiga xe da bauchi!
Riposta ai falsi Messia di precari incazzati

I lavoratori non assunti a causa di una politica sciagurata messa in atto dall'ente universitario che, dopo aver esternalizzato i servizi di base senza un reale contenimento della spesa come altresì superficialmente prevedeva, non sono disposti a farsi strumentalizzare da sigle nascenti o da meteore istituzionali atte a garantirsi voti per le prossime amministrative. I lavoratori, consapevoli di quanto è loro capitato, ma anche di quelle che sono le possibilità giuridiche e sindacali di lotta, tuteleranno il loro diritto al ripristino nel posto di lavoro, adottando tutte le misure che riterranno più opportune alla soluzione della controversia. Sono anche consci del danno esistenziale arrecato loro dall'Ateneo nell'averli abbandonati di fronte una cordata imprenditoriale che opera a fianco delle istituzioni del Paese con la netta volontà di abbassare il costo della manodopera in città e provincia con l'impiego del regime di lavoro discontinuo, ripescato ad uopo da un Regio decreto del 1923, introdotto poi nella legge 30 dal ministro Maroni e infine sottoscritto anche dalle sigle sindacali. 
Il grido disperato di chi si è visto buttato fuori dal posto di lavoro è anche accusa ai poteri politico - economici che permettono attraverso tagliole legali (il regio decreto per l'appunto, operante ai danni delle classi più ricattabili contrattualmente) di mantenere in vita e piena salute il sistema di svalutazione economica ed esistenziale delle fasce deboli. In questa partita di soprusi e demansionamenti ad libitum il personale esternalizzato è concorrente perdente suo malgrado. Non vengano dunque ora improvvisati messia a recare il verbo del riscatto. 

I lavoratori vinceranno la partita combattendo uniti tra loro e con grande dignità. Mettendo in campo lotte reali e non certo assumendo vuote posizioni letteralistiche in materia di diritto del lavoro.

Il mondo - mercato dell'occupazione ormai completamente destrutturato in rivoli di precariato e flessibilità è la causa endemica di tali patologie occupazionali che conducono irrimediabilmente alla perdita del posto di lavoro. Si chiedano dunque le istituzioni pubbliche cittadine se quanto fatto nel territorio con una politica di assegnazione degli appalti al massimo ribasso e al miglior offerente sia stato rispettoso di chi lavora in condizioni di perenne insicurezza occupazionale per portare a casa un salario ben al di sotto della soglia della povertà. Prima di accodarsi alle Lotte dei lavoratori, si mettano a lavorare in trasparenza per rimuovere la mannaia del precariato che miete vittime, purtroppo spesso silenziose per paura di perdere anche quel poco di sostentamento, nei luoghi di lavoro.
Il caso di Ca' Foscari sia di insegnamento dunque, anziché situazione da cavalcare per ottenere visibilità politica in città da parte di chicchessia. Chi lavora va messo al centro di politiche di tutela dei diritti salariali e civili e tutto questo lo si faccia a monte, con leggi serie e non a valle quando il torrente della precarizzazione e del malcostume gestionale ha già trascinato via i dipendenti.
Basta esternalizzazioni, basta sedicenti imprenditori senza scrupoli, basta somministrazione di precariato e rescissione immediata dei contratti come quello attualmente in corso all'Università Ca' Foscari di Venezia.

Roberto, Francesco, Cristiano

06 dicembre 2009 13.36 
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